Phoenix con le spalle al muro

Nonostante la sua grande gara, Amare non è riuscito a portare i suoi Suns alla vittoria…

Gara 1 è stata archiviata all'America West Arena con la vittoria degli Spurs per 121 a 114 che ha permesso ai Texani di ribaltare il fattore campo a favore dei nero - argento del Texas che hanno portato a termine questa importantissima gara 1 con un 4o quarto da 43 punti tirando con un sontuoso 16 - 22 dal campo.

"Non era il tipo di quarto che ci aspettavamo di giocare ma nonostante ciò lo accettiamo ben volentieri" questo il commento del capitano Tim
Duncan sulla decisiva ultima frazione di gioco che ha annichilito i Suns e messo in ghiaccio l'importante successo degli uomini di Greg Popovich.

Molti gli spunti che sono venuti fuori da questa vibrante prima partita e che vale la pena analizzare:

1) Gli Spurs hanno dimostrato ancora una volta di essere assolutamente diabolici nel limitare al massimo la situazione più favorevole degli avversari. L'arma più pericolosa dei Soli di Mike D'Antoni sono, infatti, i punti derivanti da situazioni di contropiede e soprattutto mantenere il gioco su ritmi vertiginosi prendendo tiri preferibilmente nei primi dieci secondi dell'azione. San Antonio ha concesso a Phoenix solo 6 punti in contropiede (rispetto ai 19.5 ottenuti nelle precedenti gare di playoff) e soprattutto ha abbassato il ritmo nel 4o decisivo quarto mandando fuori giri la meravigliosa macchina da canesri pilotata da Steve Nash (non è un caso che l'unico quarto, il terzo, in cui i Suns sono riusciti ad alzare il ritmo sia coinciso con il massimo vantaggio di Phoenix a +8).

2) Come era ampiamente preventivabile la panchina degli Speroni dalla quale Popovich può attingere a piene mani ha fatto tutta la differenza del mondo nella prima gara della finale della Western Conference. Dal pino sono usciti infatti Robert Horry,12 punti e la solita formidabile capacità  di fare la giocata giusta nel momento topico, e soprattutto il figlio del grande Rick, Brent Barry che ha segnato 13 dei suoi 21 punti finali nell'ultima frazione risultando il protagonista con 2 triple in successione dell'allungo decisivo che ha portato San Antonio sul 106 - 98 con poco più di 4 min sul cronometro. Dall'altra parte D'Antoni ha trovato solo l'inaspettato contributo di Steven Hunter autore di 9 punti e 8 carambole in 30 min di utilizzo mentre ha avuto più dolori che gioie da Barbosa unico altro giocatore uscito dal pino di D'Antoni.

3) Phoenix non può vincere questa partita, nonostante un duo Nash -
Stoudemire da 70 punti e 13 "carambole" e un Jim Jackson da 20 punti con 8 - 16 dal campo, senza il vero apporto di Shawn Marion e Q
Richardson. Il primo, dopo una gara 6 contro i Mavs al limite del paranormale, ha toppato clamorosamente gara 1 prendendo solo 6 tiri e non riuscendo a fornire quella straordinaria capacità  difensiva e quel contributo offensivo (fatto di triple capaci di allargare il campo e debordanti schiacciate e appoggi a canestro) che sono stati un fattore decisivo nelle vittorie dei Suns. Mentre l'ex Clippers ha ancora una volta litigato con il canestro ma soprattutto non è riuscito benchè minimamente a limitare le penetrazioni di Ginobili (20p - 6r - 5a) che ha potuto entrare in vernice a piacimento.

4) Non potendo assolutamente limitare offensivamente il neo MVP Steve Nash (29 p e 13 con 12-22 dal campo) Tony Parker ha pensato bene di tenerlo impegnato in difesa riuscendo a mettere in grande difficoltà  il canadese che ha dovuto lasciare campo libero al play franco - belga che ha scritto a referto 29 punti e 6 rimbalzi con 13-22 dal campo. Se Parker continuerà  a trovare il canestro con questa continuità  il mis-match tra Tonino e Steve sarà  molto meno opprimente per i Nero – argento.

5) L'assenza di Joe Johnson (sembra possa tornare arruolabile per gara 3 di sabato prossimo) costituisce un handicap estremamente gravoso per Mike D'Antoni, molto più che nella precedente serie. L'ex Celtics è infatti l'unico trattatore della palla di un certo livello dopo Steve Nash e permeterebbe al canadese di sobbarcarsi meno lavoro in fase d'impostazione (Jim Jackson ha, infatti, mostrato di essere più un tiratore che un ball handler ), inoltre permetterebbe a Nash di non trovarsi accoppiato con Parker per diversi minuti del match e di raddoppiare Duncan in maniera più vigorosa rispetto a quando questo raddoppio lo compie lo smilzo canadese in alcune particolari situazioni in cui il Caraibico riceve palla in post basso.

Queste sono alcune delle situazioni che si sono sviluppate in gara 1 della finale di Western Conference gara 2 si giocherà  nella notte tra martedì e mercoledì e per i Suns sarà  una gara fondamentale perché volare in Texas sotto di 2 a 0 significherebbe, praticamente, chiudere il sipario sui sogni di titolo e spalancare le porte della finale a San Antonio.

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