Rasheed e Big Ben festeggiano la vittoria in gara 5 dei Pistons
Come in un concerto, quando con un cenno si capisce che l'assolo prolungato che chiude la canzone è ormai giunto a conclusione, nelle partite dei Pistons quando entra Darko Milicic vuol proprio dire che la cicciona ha cantato da un pezzo ed è già in camerino a contare le rose. Con 3:46 da giocare nel quarto periodo sul punteggio di 57-79 l'idolo del Palace di Auburn Hills (sarà per i capelli?) fa il suo ingresso, salutato dalla solita ovazione.
E qui le stranezze regolamentari della NBA si mostrano al loro meglio: il coach dei Pacers Rick Carlisle ha chiamato tutti i timeout del secondo tempo per lui disponibili (4) nel terzo quarto, nel tentativo di fermare la brutta piega che la partita aveva preso. Ma le tavole della legge vergate National Basketball Association prevedono che entrambe le squadre debbano per forza chiamare almeno un time-out nel quarto quarto. Indiana, non avendone più a disposizione, si è vista fischiare “d'ufficio” un fallo tecnico (?).
Coach Larry Brown sceglie di mandare in lunetta… Darko, tiratore da 64% in carriera.
Ovviamente la serata è di quelle in cui va tutto bene, e l'ex giocatore dell'Hemofarm Vrsac non può astenersi dal registrare a referto il primo punto personale di questa serie (che sarà poi ampliato da un canestro in gancio da due metri… ve l'avevamo detto che la serata era di quelle buone).
La partita è stata, se è possibile, ancor più a senso unico di gara 4. La front line dei Pistons ha dominato per tutti i 48 minuti, stravincendo la lotta a rimbalzo 52 a 34 (e 22 a 11 in quelli sotto il canestro avversario). Ben Walllace è tornato ad essere un fattore in attacco, con 19 punti e 11 rimbalzi (6 offensivi). Il parziale decisivo è arrivato tra la fine del secondo quarto (grazie ai canestri di un positivissimo Antonio McDyess e agli assist del redivivo Arroyo) e il terzo (quello nel quale Carlisle ha chiesto 4 “minuti”), che è iniziato con un 15-0 e si è concluso con un 27-11 che non ammettono repliche.
“Dalla fine del secondo quarto è stata una valanga che ci ha travolti” dichiarerà a fine partita coach Carlisle. Il quale aggiunge: “E' stata una brutta sconfitta, ma non siamo abbattuti. Abbiamo affrontato un elimination game già settimana scorsa, contro Boston, e ce ne siamo tirati fuori, vincendo poi gara 7. Sappiamo cosa dobbiamo fare, e cercheremo di farlo”.
Quando la squadra di coach Brown gioca al massimo Indiana sembra non avere alcuna possibilità di cambiare il corso degli eventi: i lunghi dei Pistons sono una spanna sopra fisicamente, tecnicamente e in questo momento anche come forma fisica e salute generale. Jermaine O'Neal è stato sì il miglior marcatore della squadra (14), ma ancora una volta ha tirato con meno del 50% dal campo (in questi playoff non ha mai segnato almeno la metà dei tiri tentati), ha avuto problemi di falli restando in campo per soli 31 minuti, ma nei commenti post gara pensa al futuro: “Questa sarà una grande prova per noi, per la nostra determinazione. Ora come ora non riusciamo a fare canestro, ma dove dobbiamo cambiare registro è in difesa. Lì tutti dobbiamo stringere qualche vite, e andare meglio a rimbalzo, compresi i piccoli”.
Sulla sponda-Michigan c'è grande soddisfazione per una gara giocata ad altissimi livelli. Larry Brown: “Quando giochiamo così è difficile batterci. Li abbiamo fatti sudare per ogni canestro, per ogni tiro, addirittura, riuscendo poi anche a spingere un po' il contropiede. Più tiri facili prendiamo contro di loro meglio è per noi”. Tayshaun Prince, 16 punti e 12 rimbalzi in serata, dichiara: “In gara 4 siamo arrivati con la sensazione di dover vincere ad ogni costo. Stasera abbiamo semplicemente fatto la stessa cosa: eravamo su tutte le loro linee di passaggio, abbiamo eseguito bene i giochi in attacco, e le cose sono andate bene”.
Gara 6 è in programma giovedì alla Conseco Fieldhouse. I Pacers hanno dimostrato più e più volte quest'anno di saper risorgere nelle situazioni più improbabili, per cui non è da escludere un eventuale approdo a gara 7, da rigiocarsi al Palace. Andare più in là nella stagione pare francamente difficile, pur per una squadra che si è sempre disinteressata dei pronostici a lei sfavorevoli.
Ah, se così fosse, gara 6 sarebbe l'ultima partita davanti al suo pubblico per Reggie Miller. Solo che, dopo quello che è successo con Antoine Walker, nessuno dei Pistons si azzarda a ricordarglielo.