I lunghi di Dallas sono riusciti con una grande prova a rendere inutili gli sforzi del canadese
Più si avanza nello svolgimento della serie di semifinale di Western Conference fra Phoenix Suns e Dallas Mavericks e più ci si rende conto e si ha la conferma che si tratta davvero di una serie dai grandi numeri.
Una serie che, per usare una frase fatta, riconcilia (ove ce ne fosse bisogno) con il basket NBA d'annata.
Anche la gara della notte scorsa, per la seconda partita consecutiva disputata sulle assi dell'American Airlines Center di Dallas, non ha certo fornito uno spettacolo noioso.
Si è trattato probabilmente della partita meno lottata della serie, se si eccettua la prima roboante vittoria dei Suns, ma di motivi per guardarla e gustarsela fino in fondo, ve ne sono stati parecchi.
Innanzitutto la situazione tattica: dopo la bella prova di gara 2 e la inopinata sconfitta di gara 3, Dallas si è trovata da subito a giocare una partita dal sapore di spareggio: per bocca del proprio senso uomo Stackhouse infatti, la squadra del Texas ha dichiarato a chiare lettere che tornare in Arizona sotto di 1 a 3 nella serie avrebbe equivalso ad una mezza resa.
Poi le rivalità in campo. Entrambi i coach infatti hanno ormai optato per una rotazione corta, ma gli otto atleti per parte che sono scesi in campo hanno avuto tutti qualche cosa da dimostrare, primo fra tutti il grande ex Steve Nash.
Sotto gli auspici di questi non pochi temi tattici, la gara ha visto da subito la netta supremazia in campo della squadra di casa.
I Mavericks hanno cercato da subito di colpire gli ospiti con la propria front line, sfruttandone peso e potenza superiori.
Un gioco più classico insomma, basato su scarichi in area e giochi a due fra i lunghi e su di una pressione a rimbalzo difensivo che ha portato alla fine della sfida ad un totale di 102 punti segnati dalle squadre in area pitturata e un bilancio a rimbalzo favorevole a Dallas per 43 a 37.
Il primo tempo è così scivolato via con un vantaggio in doppia cifra per i padroni di casa (66 a 50). Amare Stoudemire autore fino alla notte scorsa di una serie dai numeri "alla Shaq", è stato limitato benissimo da un Erick Dampier sempre più consapevole nella propria difesa individuale e di squadra e l'unico Suns capace di resistere alla forza d'urto degli avversari è risultato proprio Capitan Nash.
In 48 minuti, l'MVP della lega ha ulteriormente migliorato le magnifiche cifre mostrate in gara 3: prendendosi qualsiasi responsabilità possibile (cosa testimoniata anche dalle 9 palle perse accusate) il numero 13 ha incamerato 48 punti, con 5 rimbalzi e altrettanti rimbalzi.
Purtroppo per i suoi, la generosissima prestazione offerta dal canadese non è servita per portare la serie sul 3 a 1.
I Mavs infatti, lungi dal farsi impressionare dalle gesta del proprio ex play-maker, hanno sollevato un po' il piede dall'acceleratore nella seconda metà della gara, subendo due parziali da 29 a 27 e 30 a 26, ma senza mai dare l'impressione di correre pericoli per il risultato complessivo.
Alla fine la vittoria per 119 a 109 ha premiato la grande sera dei lunghi texani, primo fra tutti il giovane Josh Howard. Il rookie da Wake Forest ha dato una decisa scossa al proprio già ottimo rendimento e ha firmato una serata da 29 punti e 10 rimbalzi.
Accanto al numero 5, già citata la bella prova difensiva di Dampier (autore comunque di 13 punti con 11 rimbalzi), sono da segnalare gli apporti di Dirk Novitzki, che ha messo a referto 25 punti con 8 rimbalzi e di Jerry Stackhouse, che entrando dalla panchina ha segnato 22 punti e raccolto 7 rimbalzi con una sola palla persa in 34 minuti.
Dal canto loro i Suns hanno giocato per buona parte della gara la propria pallacanestro. Le sorti della squadra sono state affidate ai membri del quintetto base, peccato per coach D'Antoni che alla fine Stoudemire abbia perso il confronto con Dampier segnando solo 15 punti con 5 rimbalzi, 5 falli e 4 palle perse e che dalla panchina sia arrivato un apporto complessivo di 3 punti firmati Leandro Barbosa.
Oltre a ciò, da segnalare la modesta prova di un erratico Jim Jackson, mentre dal canto suo Shawn Marion ha ripreso la strada della doppia doppia con 19 punti e 12 rimbalzi.
Per entrambi gli allenatori, lo spettacolo offerto è comunque una nota lieta di questa serie: Quella di stasera è una vittoria di squadra. Ha dichiarato coach Johnson - Ovviamente abbiamo ancora tante cose da migliorare, ma si tratta senza dubbio di una grande semifinale di conference e noi ci siamo per vincerla.
Risponde coach Mike D'Antoni: Stasera non avevamo la stessa disperazione con la quale loro hanno affrontato la gara e lo abbiamo pagato. Non possiamo concederci pausa, stasera abbiamo tirato il 50% dal campo e segnato 109 punti: normalmente è abbastanza per vincere, oggi no. Abbiamo concesso troppo nel primo tempo e abbiamo pagato, miglioreremo la prossima volta.
La prossima volta arriverà mercoledì notte, quando a Phoenix si giocherà gara 5.
Vantaggio pari.
Alla prossima"