Il terzo periodo è sempre più il regno di Dwyane Wade.
Agli oltre ventimila tifosi presenti all'MCI Center di Washington sarà sembrato un clamoroso deja-vù il terzo quarto di Gara-4 giocata ieri notte nella capitale.
Perché solo due giorni prima i sostenitori di Arenas e soci avevano dovuto ammirare Dwyane Wade mettere letteralmente a ferro e fuoco l'area degli Wizards nel terzo periodo, e la storia nella quarta sfida si è pedissequamente ripetuta.
Con gli Heat costretti ancora a fare a meno di Shaquille O'Neal, lasciato precauzionalmente a riposo per il dolore alla coscia, Stan Van Gundy non poteva che affidarsi per sostituirlo ad Alonzo Mourning, grande protagonista di Gara-3 e dominatore delle zone pitturate in contumacia Shaq.
Se però nella bellissima terza partita della serie “Zo” era stato decisivo sin dai primi minuti dell'incontro, nel match di ieri notte il suo contributo è stato inferiore (0 punti in appena 18 minuti), ma quando c'è stato bisogno della zampata del vecchio campione non si è tirato indietro.
I padroni di casa, decisi ad uscire con onore dalla serie per ringraziare con una vittoria lo splendido pubblico, hanno provato sin dalla palla a due ad alzare i ritmi.
Le percentuali però, come del resto era successo nelle precedenti sfide, non hanno assistito i pur encomiabili tentativi di Gilbert Arenas e Larry Hughes, che si sono buttati dentro per 48 minuti senza risparmiarsi neppure i contatti più duri (27 liberi tentati in coppia).
Questa sterilità dei tiratori degli Wizards, soprattutto dalla lunga distanza, ha portato le formazioni al riposo “solamente” sul +4 Washington.
Per confermare la suddetta tesi del deja-vù “Flash” Wade è stato, sino all'intervallo, la brutta copia di se stesso, rinunciando spesso a buoni tiri ed apparendo anche distratto sulle palle vaganti.
Poi però, come per magia, al rientro sul parquet il suo rendimento è tornato quello del giocatore incantevole dei suoi primi due anni da professionista, ribaltando punteggio ed inerzia della partita.
22 dei suoi 42 punti finali (altro record di franchigia nei playoff stabilito) sono arrivati nell'incredibile terzo periodo, in cui non il solo “Flash” ha trovato confidenza con il canestro: 12 su 17 dal campo per la formazione allenata da Van Gundy e parziale in proprio favore che ha affossato i padroni di casa fino al -11 (76-87) di inizio quarto periodo.
“E' stato un incredibile terzo quarto disputato da un incredibile giocatore”, ha commentato il coach di Miami, “All'inizio dell'ultimo periodo ho dovuto farlo riposare anche per tenerlo lontano da falli inutili, ma quando è rientrato penso che abbia giocato altrettanto bene”.
Quando invece è stato Gilbert Arenas ad uscire dal campo per un sesto fallo piuttosto ingenuo, è calato il gelo tra i tifosi di casa, perché sul -11 e senza il proprio uomo di punta la rimonta sembrava impossibile.
La riscossa, complice anche l'assenza dal parquet di “Flash”, è invece arrivata ed è stata ispirata da uomini che solitamente non sono protagonisti in finali di questa intensità : Steve Blake e Juan Dixon hanno trovato canestri insperati concretizzando un incredible parziale di 12-0 in favore di Washington, che ha lanciato gli Wizards addirittura sul +1.
Il delirio dell'MCI Center è stato però spento dal rientro di Dwyane Wade ma soprattutto da una drammatica tripla di Eddie Jones che ha riportato gli Heat avanti nel punteggio (95-94).
E' stato in quel momento che la grande esperienza di Alonzo Mourning ha deciso l'incontro, permettendo al centro riserva di lusso di O'Neal di piazzare una stupenda stoppata con recupero ai danni di Larry Hughes.
La partita, e dunque la serie, sono finite con quell'azione, ed i tiri liberi realizzati dall'MVP della serata Dwyane Wade hanno rappresentato i metaforici chiodi nella bara.
Con il risultato di 99-95 si è conclusa Gara-4 ancora una volta in favore dei Miami Heat, che si producono nel secondo sweep consecutivo in questa post-season 2005 qualificandosi per la finale di Eastern Conference con piendo merito e largo anticipo.
Anticipo importante per far rifiatare alcuni uomini un po' appannati ma soprattutto per concedere all'acciaccato Shaquille O'Neal alcuni giorni supplementari di riabilitazione.
L'Mvp della serie non può che essere Dwyane Wade, che soprattutto nelle due partite esterne disputate senza il totem Shaq ha dimostrato di essere una vera superstar, pronta per diventare il leader di una squadra vincente: 73 punti in totale nei due incontri in cui gli Heat si sono trovati orfani di O'Neal ed una personalità nei momenti chiave degna solo dei grandi.
Washington esce comunque con onore dai playoff, ai quali era giunta quasi a sorpresa e che hanno riportato la gioia di un passaggio del turno nella capitale dopo lunghi anni di insuccessi.