Reggie Miller non vuole lasciare che la sua carriera finisca troppo in fretta
Dare definizioni è uno sport facile e gratuito, e qualcuno lo trova addirittura gratificante. Trovare quelle giuste è però molto difficile, soprattutto perchè si rischia di ripetere sempre le stesse o di scadere nel banale. Per questi Indiana Pacers se ne sono spese tante, prima negative (nel periodo della rissa di Detroit), poi positivissime, durante la stagione e nel primo turno di questi playoff.
Ne servono, e ne serviranno, altre ancora.
Dopo aver perso nettamente gara 1, essendo stati avanti nel punteggio una sola volta nel primo quarto, i Pacers si ripresentano al Palace, la casa dei campioni del mondo per disputare gara 2. Primo quarto: 33-18 Pistons, con 10 punti di Tayshaun Prince, tirando di squadra con 9/14 dal campo.
Ce n'era abbastanza per lasciare la partita, e forse la serie, per “manifesta inferiorità “.
Ma questa squadra riesce sempre a trovare energie vitali inaspettate e a risalire la china nei momenti più difficili. Il primo tempo si chiude sul 50-40 per Detroit, con Indiana in leggera rimonta.
Ma è nella seconda metà della partita che le cose girano, e girano al meglio, a favore dei Pacers. La difesa tiene gli avversari al 32% dal campo nei secondi 24 minuti, Reggie Miller segna 15 dei suoi 19 nel secondo tempo, compreso il canestro da tre del sorpasso nel terzo quarto, e Jeff Foster colleziona 10 punti e 20 rimbalzi (record di carriera), di cui 10 offensivi.
“Outhustled”, dirà alla fine coach Larry Brown, “Ci hanno battuto in tutte le giocate fisiche, di energia. Hanno giocato una grandissima gara, eccezion fatta per il primo quarto. Hanno difeso benissimo, ci hanno dominato”.
Alcune statistiche confermano le impressioni del coach dei Pistons: 11 palle rubate di Indiana contro le sole 2 della difesa della squadra di Motown, 19-10 per quelli di Indianapolis nei rimbalzi offensivi, e 52-43 in quelli totali.
“Questi ragazzi sono dei duri: sono passati attraverso di tutto, e sono ancora qui. Quando vanno a terra, tendono a rialzarsi” è la dichiarazione di Rick Carlisle, l'head coach evidentemente orgoglioso dei suoi.
Rispetto a gara 1 Detroit riceve poco o niente offensivamente da Ben Wallace (3 punti in 42 minuti di utilizzo, nonostante la consueta vagonata di rimbalzi – 16), e molto meno anche da Rip Hamilton, anche a causa di un infortunio al polpaccio che lo costringerà a giocare fasciato nel secondo tempo. Un grande Tayshaun Prince (24 punti, 9 rimbalzi e 7 assist) non sopperisce la serata troppo tranquilla di Rasheed Wallace (14 e 6), e soprattutto di Chauncey Billups, che mette 13 punti con 11 tiri dal campo e 1/6 nel tiro dalla lunga. La point guard dei Pistons non sembra ancora tornato sui livelli dei playoff dello scorso anno, quando fu più che decisivo nella cavalcata vincente dei suoi.
Da parte dei Pacers, detto di Foster e Miller, c'è da segnalare la buonissima prova di Jermaine O'Neal (22 punti, 10 rimbalzi e 5 stoppate), soprattutto nella prima metà della gara, quando probabilmente la spalla gli dava meno fastidio.
Ora la serie si sposta alla Conseco Fieldhouse per le gare 3 e 4 (in programma venerdì e domenica), dove però i Pacers nella serie contro Boston hanno avuto un record perdente.
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