Pierce reagisce al fallaccio di Tinsley e viene espulso
Chi ha bisogno di morire per andare in paradiso? Ci sono i playoff NBA!
I Celtics sbancano la Conseco Fieldhouse all'overtime in gara 6, e forzano questa incredibile serie di primo turno alla settima e decisiva partita sul suolo amico, al Fleet Center. Ancora una volta la squadra che sembrava morta, con le spalle al muro, e con l'inerzia tutta dalla parte di quelli che “negli altri 49 stati è solo basket” e invece…
Invece Boston vince con le unghie e con i denti, nonostante l'espulsione di Paul Pierce verso la fine del quarto quarto. Il numero 34 dei Celtics ha subito un fallo duro (durissimo) da Jamaal Tinsley, con i Pacers che sul -1 cercavano di fermare il cronometro e mandare in lunetta gli avversari.
Pierce ha reagito con una gomitata, sanzionata da Steve Javie (dopo un breve conclave con gli altri cardinali del fischietto) con un fallo tecnico: il secondo della partita per lui, quindi espulsione automatica.
Libero del tecnico affidato a Reggie Miller, che ovviamente pareggia. A quel punto Indiana aveva la facoltà di scegliere un giocatore della panchina di Boston per tirare i liberi del fallo sull'espulso Pierce (ma sono geniali o no questi americani?!): Rick Carlisle e il suo staff, anche loro in seduta plenaria, indicano con fumata bianca Kendrick Perkins, che mette 64 liberi su 100 di media, e per giunta nessuno di questi era mai stato nemmeno lontanamente tanto importante.
Clang-clang, ed è overtime.
Entra in scena Antoine Walker, che si carica la squadra sulle spalle nel momento di difficoltà (13 dei 24 punti tra quarto quarto e supplementare) e regala ai tifosi del New England e ai suoi compagni una nuova chance, nonostante l'evidente sproporzione tra i 26 tiri presi (4 da tre) e il nessun libero tentato. Boston vince anche grazie all'apporto di un sempre più ascendente Al Jefferson, che gioca 29 minuti e tira giù 14 carambole, e di un positivissimo (finalmente) Ricky Davis dalla panchina.
E' stata una delle partite più incredibili che abbia mai visto: sotto di 10, torniamo in partita, poi sopra, veniamo rimontati, poi pareggio, poi l'espulsione, poi il supplementare. Ai ragazzi ho solo detto: “Questa non possiamo proprio perderla!”
dichiara un coach Rivers visibilmente soddisfatto.
I Pacers invece volevano chiudere in casa, e per nessun motivo avrebbero desiderato dover tornare a Boston per la bella. “Queste partite vanno vinte, sopratutto con l'avversario in difficoltà e una stella fuori nel supplementare. Ora dobbiamo avere una memoria molto corta e scordarci tutto quanto” sentenzia Jermaine O'Neal, autore di una prova da 26 punti (19 tiri dal campo e 18 liberi tentati: confrontare con le statistica dell'altra power forward per capire chi è stato più aggressivo, nonostante le ancora precarie condizioni fisiche), 10 rimbalzi e 5 stoppate.
“Cattiva difesa e pessime esecuzioni in attacco. Ora siamo ben oltre il momento dei siscorsi motivazionali: sappiamo benissimo a che punto siamo, e quanto conta la gara di sabato notte” commenta il coach dei Pacers, Rick Carlisle. Già , sabato notte: solo un giorno per preparare gara 7 al Fleet Center, dove comunque nella serie i Pacers sono avanti 2-1 (4 delle 6 gare sinora disputate sono state vinte dalla squadra in trasferta).
Siccome questa è la serie dell'imprevedibilità e delle logiche sovvertite, a questo punto il paradosso da enunciare sarebbe quello per cui, con Boston in rimonta e gara decisiva in casa, la favorita è Indiana. Anche per un altro piccolo fattore, se permettete: Reggie Miller se n'è stato molto quieto nelle ultime due serate. Troppo quieto.
“Questa potrebbe essere stata l'ultima partita di Reggie davanti al suo pubblico”.
L'autore dell'incauta frase? Antoine Walker.
Decisamente troppo quieto.