Duncan in gara 4 è stato fermato solo dal sesto fallo, ma i suoi compagni hanno finito il lavoro…
Avete presente il Duncan abulico, falloso e inconcludente di gara3? Ecco, scordatevelo. Questa sera abbiamo osservato un altro giocatore, il vero Duncan, quello che domina e imperversa in tutte le aree Nba, l'MVP d'annata che ha fatto della "front line" Nuggets un sol boccone.
Nonostante questo però gara4 è stata la più incerta, la più combattuta, ma anche la più bella. Alla fine infatti l'hanno avuta vinta i ragazzi di Gregg Popovich, grazie allo straordinario rush finale di Tony Parker che nell'overtime ha piazzato il parziale vincente (11 punti per il francesino), sostituendo così alla grande l'assenza prematura di Duncan, uscito dalla contesa per il sesto fallo commesso.
Tim Duncan: "Siamo stati grandi. La prestazione di questa sera conferma in pieno quanto valiamo". Conciso ed efficace, come d'altronde i numeri della notte confermano da soli: 39 punti, con 13/23 dal campo e 13/14 ai liberi, conditi con 14 rimbalzi. Dominante, soprattutto quando dalla linea dei liberi il caraibico sfiora la perfezione.
Il match è stato combattuto: nonostante una leggera prevalenza degli Spurs, Denver è sempre riuscita a rimanere a contatto, compiendo nell'ultimo periodo lo sforzo vincente per riagguantare gli avversari. Emanuel Ginobili, partito per la terza volta consecutiva dalla panchina, a pochi secondi dalla fine dei tempi regolamentari, ha poi avuto in mano l'occasione per chiudere prima il match, ma l'ottima difesa biancoceleste non ha permesso canestri facili.
Così la gara è finita al supplementare dove, l'immenso Parker "version offense" e uno straordinario Bruce Bowen "best defender of the year" hanno contribuito a mettere le olive nel martini. Game, set and match.
Tony Parker: "Stanotte abbiamo avuto un ritmo incredibile, siamo stati aggressivi, non abbiamo pensato a nulla se non a vincere. Stanotte ho poi visto il vero Tim Duncan, il fenomeno, quello che io conosco".
Probabilmente la serie si chiude qui. Difficile pensare che gli uomini di George Karl possano vincere tre partite consecutive.
Difficile soprattutto che gli Spurs ne perdano tre di seguito (se consideriamo la prima della serie) fra le mura amiche dell'SBC Center (evento avvenuto solo 3 volte quest'anno). Su questo però ha pochi dubbi Ginobili (24 punti, 4 rimbalzi e 6 assist), ancora una volta protagonista assoluto del pino nero-argento: "Se non chiudiamo la serie in gara5 dovremo tornare qui a Denver. Noi questo non lo vogliamo, non vogliamo soprattutto concedere un'opportunità ad una squadra che ha dimostrato di valere questi playoffs".
Di tutt'altro avviso è Karl, che in qualche modo ha cercato di ricaricare la squadra in vista della prossima e decisiva sfida con gli Spurs: "È come se fossimo nel torneo NCCA. Non ci sono più seconde occasioni. Da oggi in poi affronteremo solo 'elimination game': O vinciamo, o ce ne andiamo a casa. Di certo venderemo carissima la nostra pelle".
Per Denver è la fine del sogno iniziato all'avvio di questi playoffs. Vincere la gara d'apertura contro i maggior indiziati per l'anello, era un bel segnale per chiarire a tutti il ruolo che avrebbero avuto i Nuggets in questa post-season. Bloccato il trio Duncan-Ginobili-Parker gli Spurs avrebbero avuto poche speranze. Eppure i nero-argento sono stati in grado di reagire. Il Pop ha squassato i sogni di gloria e le elucubrazioni tattiche di Karl, stravolgendo il quintetto base e inserendo Brant Barry al posto di Ginobili.
Risultato: serie rivoltata come un calzino e Spurs vincenti anche con un Duncan a corrente alternata.
Nella notte della disfatta non ci sono però da segnalare solo aspetti negativi. Grande prestazione ha infatti offerto Earl Boykins, che entrato a partita in corso, ha garantito un supporto incredibile: 32 punti, con 12/20 dal campo e 8/9 ai liberi, 5 assist, 2 rubate e, udite udite, anche una stoppata.
Sulla stessa linea anche Carmelo Anthony, autore nei secondi finali dei regolamentari, dei due liberi che hanno permesso ai Nuggets di agguantare l'overtime: 28 punti, con 8/14 dal campo e 12/14 ai liberi, 7 rimbalzi e 5 assist il box-score della terza scelta assoluta del 2003. Ingrato è chi critica il ragazzo. I numeri sono solo apparenza a volte. Per due anni di fila infatti ha portato i Nuggets ai playoffs, cosa questa che al "Prescelto" (in arte Lebron James) più famoso d'America non è mai riuscita.
Negli spogliatoi Anthony ha espresso tutto il suo rammarico: "San Antonio ha vinto in transizione. Difendeva alla grande e poi ripartiva a tutto gas, prendendoci il più delle volte in contropiede. Alla lunga loro hanno avuto la meglio. Ora non abbiamo seconde occasioni. Bisogna vincere". Prossima partita il 5 maggio a San Antonio. Dopo Napoleone toccherà a Denver cadere? Tutto su gara5 alla prossima puntata.
Vorrei concludere questo articolo su gara4 facendo riferimento alla “piccola” polemica innescata dall'allenatore dei Nuggets, George Karl.
Dopo che gara3 era stata messa in archivio con la vittoria Spurs, Karl ha voluto commentare in questo modo l'atteggiamento assunto da Emanuel Ginobili nel corso della serie, facendo riferimento in modo particolare al fallaccio che è costato l'espulsione, sul finire della stessa partita, a Carmelo Anthony: “Metterò il tutto su un video e lo darò a mio figlio dicendogli che così si gioca a basket. Semplicemente abbassare la testa e correre contro gli altri giocatori. Penso che questo sia il nuovo modo di intendere la pallacanestro”.
Dichiarazioni a dir poco vergognose. Se si osservano i replay infatti, si potrà notare come Ginobili è stato fermato da tre pugili che vogliono atterrare uno spettatore di passaggio. Violenza allo stato puro. Martin, Bukner e Anthony i tre responsabili. Forse perché irritati dall'argentino più focoso d'America, o perché indispettiti dai 32 punti che hanno riequilibrato la serie (si era andati sul 2-1). Fatto sta che l'episodio rimane vergonoso. La dirigenza Spurs ha preferito glissare. Così il direttore delle relazioni con la stampa Danny Ferry: “I commenti di Karl non meritino risposta; sta forse cercando di dire che Manu è incapace di giocare a basket? Pazzesco”.
Ginobili da gran signore ha preferito evitare polemiche: “È stato solo un fallo duro, sono cose che succedono sul campo”.
In gara4 il pubblico di Denver non ha dimenticato. Ginobili è stato bersagliato tutta la partita da boo assordanti: “Non avevo mai sentito tanti boo contro di me in una sola partita. Devo dire che sono rimasto un po' spiazzato, ma quando è iniziato l'overtime ho ripreso la concetrazione e sono tornato sui miei livelli”. Una risposta da fenomeno.