Dallas, rimonta e sorpasso

Josh Howard, uno dei 6 giocatori dei Mavericks in doppia cifra in Gara-5.

In una serie in cui, su quattro gare fin qui disputate, la formazione di casa non aveva ancora portato a casa nemmeno una vittoria, era lecito aspettarsi che anche la sfida giocata ieri notte tra Dallas Mavericks e Houston Rockets non sarebbe stata affatto una passeggiata per il team con i favori del pubblico.

Ed infatti anche Gara-5 ha rispettatto il trend di questo equilibratissimo primo turno di playoff offrendo ad i 20894 spettatori dell'American Airlines Center (record di franchigia per Dallas) uno spettacolo eccezionale.

Nulla di nuovo nei quintetti, con Van Gundy che puntava ancora su Scott Padgett dal primo minuto e Johnson che non poteva contare sull'apporto di Keith Van Horn fermato da un infortunio alla caviglia sinistra.

Come spesso è accaduto in questa serie i primi due periodi sono stati decisamente equilibrati, e nessuna delle due formazioni è stata in grado di prendere il largo, complice anche un ritmo inizialmente non sostenutissimo a dimostrazione che le tirate sfide precedenti si cominciano a sentire nelle gambe dei protagonisti.

Già  nel finale del primo tempo però la maggore varietà  di opzioni offensive dei Mavericks ha permesso ai padroni di casa di staccarsi, andando al riposo sul +8, 52-44.

Ad un attacco che anche in questa occasione si basava quasi esclusivamente sull'accoppiata Tracy McGrady-Yao Ming, Avery Johnson ha contrapposto una squadra molto ben equilibrata nella metà  campo offensiva, in cui la palla veniva ribaltata con ottimi tempi ed ogni membro del quintetto poteva risultare pericoloso con o senza palla.

I 6 giocatori che a fine partita andranno in doppia cifra per Dallas sono un dato importante tanto quanto quello sulla distribuzione dei tiri.

Nonostante la serata di grazia di Yao, 30 punti finali con 10 su 13 ed i primi 8 liberi segnati, il vantaggio dei Mavs è salito fino al +11 a metà  del quarto periodo, grazie anche alla verve del sesto uomo di lusso Jerry Stackhouse (17 punti in 27 minuti).

Come dimostra di sapere molto bene Dirk Nowitzki, che a fine gara dichiarerà  “Siamo riusciti a raggiungere un buon vantaggio nel quarto periodo, ma sapevamo che loro sono una gande squadra ed hanno due superstar che possono piazzare il break in qualsiasi momento”, i Rockets non sono formazione che si arrende, ed infatti i ragazzi allenati da Jeff Van Gundy non hanno accettato tanto facilmente la prospettiva della terza sconfitta consecutiva, e grazie anche all'utilizzo massiccio di Mike James, a lungo in campo al posto del titubante Bob Sura, hanno ricucito parzialmente il gap.

Se infatti il lungo cinese ha ampiamente dominato in questa Gara-5, chi è sceso leggermente come livello di rendimento è stato T-Mac, che si è battuto con la determinazione delle precedenti sfide (9 rimbalzi e 14 liberi tentati) ma non ha trovato un grande feeling con il canestro, chiudendo la partita con 25 punti ma con un inusuale, per questa serie, 7 su 22 dal campo.

C'è voluto allora il piccolo grande James, 6 su 9 ed anche 5 assist, per riportare gli ospiti sul -4 con 2 minuti ancora da giocare.

Il finale di partita è stato, come già  successo tra queste due formazioni, palpitante: dopo il canestro di Nowitzki del 97-91 ed i successivi due liberi di TMC, è cominciata l'agonia lenta, ed inaspettata viste le percentuali fin lì tenute, di Yao Ming dalla lunetta.

Il centro di Houston ha infatti sbagliato 5 tiri liberi consecutivi, non riuscendo a concretizzare la rimonta in un momento in cui l'attacco di Dallas si era fermato.

Il vantaggio dei padroni di casa è rimasto così inalterato (3 punti) e con poco più di un minuto sul cronometro Jon Barry ha avuto in mano anche la palla del possibile pareggio, anzi avrebbe avuto; sì perché in un derby che si rispetti non può mancare la polemica finale.

Su un tiro da tre sbagliato da Jason Terry infatti il figlio del grande Rick si è visto depredare palla e possesso susseguenti al rimbalzo dal furbissimo Michael Finley, che però secondo McGrady, e non solo, si trovava con i piedi al di fuori dal campo: “Quella è stata un'azione cruciale, Jon (Barry) aveva catturato il rimbalzo ma la palla gli è stata toccata da un giocatore che era fuori dal campo; l'arbitro era lì, non capisco perché non abbia visto”, ha commentato amareggiato il numero 1 dei Rockets.

Le polemiche sono poi proseguite, perché dopo un canestro di Wunder Dirk (23 punti e 13 rimbalzi ma stavolta grande presenza nei momenti chiave) ed una schiacciata di Yao la difesa di Van Gundy ha preparato una trap per Finley, che si è visto fischiare un fallo a favore ampiamente discutibile.

Da quel momento in poi è cominciata la girandola dei tiri liberi, con Stackhouse, Terry e lo stesso McGrady a sbagliare almeno uno dei due tentativi.

Le emozioni non sono finite fino a quando T-Mac non ha avuto, sul +3 Dallas, il pallone del pareggio conquistato sbagliando intenzionalmente un libero e catturando di pura rabbia il rimbalzo.

Il tiro non è andato a bersaglio, e comunque non avrebbe portato la gara ai supplementari perché il piede del giocatore era sulla linea ed il canestro sarebbe stato da due punti.

Gli oltre 20000 dell'American Airlines Center hanno potuto quindi gioire e festeggiare il 103-100 finale che dà  alla squadra di Mark Cuban il 3-2 nella serie.

Soddisfatto il giocatore simbolo della franchigia, quel Dirk Nowitzki non ancora devastante ma sulla buona strada per tornare ad esserlo già  da Gara-6: “Dopo due sconfitte interne avevamo bisogno di una grande prestazione davanti ai nostri tifosi, non volevamo tornare a Houston con la pressione di dover vincere per non abbondonare i playoff; quello che ci serviva stasera era una grande prova da parte del collettivo, e con 6 uomini in doppia cifra credo che questa prova ci sia stata”.

In effetti i Mavs hanno dimostrato di poter essere più squadra e di poter contare soprattutto su un maggior numero di soluzioni rispetto all'efficacissima ma a volte prevedibile giocata a due tra TMC e Yao.

Ora la serie torna al Toyota Center, dove McGrady dovrà  confrontarsi con il fantasma dell'ennesima eliminazone personale al primo turno di post-season: “Si tratta di vincere o di uscire; mi è già  capitato altre volte e so benissimo cosa ci aspetta, il nostro unico obiettivo ora è quello di tornare qui a Dallas”.

Ci riuscirà ?

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