Derby in parità 

In contumacia Dirk Nowitzki, è Jason Terry il go-to-guy dei Mavericks.

Che non fosse la serie di Dirk Nowitzki lo si era già  intuito dopo le prime tre partire; a dire il vero un padrone questa sfida di primo turno tra Dallas Mavericks e Houston Rockets sembrava averlo trovato dopo i primi due round a casa dei Mavs.

Poi però “The Big Sleep” Tracy McGrady si era spento con il resto della squadra in Gara-3 offrendo nuova linfa alle speranze di Dallas.

In Gara-4, disputata ieri notte in quel di Houston, chi si aspettava il definitivo ingresso nella serie del biondo tedesco è rimasto a bocca asciutta, così come lo sono rimasti i tifosi del numero 1 di Houston che è calato vistosamente nel momento chiave dell'incontro.

Si può riassumere così il quarto episodio del derby texano di playoff, una partita tesissima che poteva rappresentare la decisiva svolta in favore dei Rockets oppure il completamento dell'insperata rimonta de Mavs.

La sfida di ieri notte ha vissuto su un equilibrio quasi irreale sin dalle prime battute, quando ad un primo mini allungo degli ospiti, dovuto in buona parte all'ingresso nell'incontro di TMC con qualche minuto di ritardo, ha risposto il contro-break dei padroni di casa sospinti dal pubblico e dalla fisicità  di un Dikembe Mutombo utile già  nel primo quarto.

Dopo la conclusione del primo periodo il proscenio se lo sono spartiti, non proprio equamente, il risvegliato McGrady e Michael Finley, bacchettato dai media, e non solo, per la sua apatia delle prime partite e soprattutto per le poche responsabilità  prese in attacco.

L'equilibrio, nonostante i tentativi di T-Mac, non si è spezzato e le formazioni sono andate al riposo con i Rockets avanti di soli 3 punti.

La scelta di Jeff Van Gundy di lanciare Scott Padgett in quintetto non ha pagato eccezionali dividendi perciò nella seconda parte di gara molto spazio a quintetti veloci con McGrady da 4 tattico e diversi minuti chiesti a Jon Barry e Mike James.

Per Dallas invece, con Nowitzki sempre più invischiato in un personalissimo scontro con i ferri del Toyota Center (che per il momento stanno vincendo…), è stato Jason Terry a prendere in mano la squadra, impersonando alla perfezione quello che molto probabilmente è il suo vero ruolo, la guardia mascherata da playmaker.

Le triple dell'ex di Atlanta e la precisione, almeno dalla lunetta, di Wunder Dirk hanno permesso agli ospiti di impattare proprio alla fine del terzo periodo e di giocarsi tutto nel decisivo quarto periodo.

Un quarto periodo che ha visto, almeno inizialmente, il raffreddamento improvviso delle mani dei tiratori di Mavs che hanno fallito i primi 12 tiri su 14 tentati.

Questo ha permesso ai padroni di casa di allungare fino al +6 a metà  quarto (88-82), ma il vantaggio degli uomini di Van Gundy è stato un fuoco di paglia.

Perché proprio quando ci si aspettava che la superstar di Dallas intervenisse e portasse fuori dal baratro i suoi, è stato invece l'esordiente Jason Terry a frenare l'emorragia con una tripla e con un assist per Erick Dampier; poi ci ha pensato il redivivo Finley, che ha ritrovato il coraggio di tirare e segnare i due canestri del sorpasso.

Sul punteggio di 91-90 in favore dei Mavericks con un minuto ancora da giocare, è un'azione a decidere l'incontro: Nowitzki trova, anche con un po' di fortuna, Terry libero dall'arco e quest'ultimo non ci pensa due volte a tirare e segnare la sesta tripla della sua partita (la quinta nel secondo tempo) per il +4 Mavs.

Sembra finita, ma i ragazzi di Avery Johnson non possono ancora dirsi corsari per la seconda volta consecutiva perché Mike James ripaga con la stessa moneta gli avversari e riporta le squadre ad un possesso di distanza.

Fallo su Jerry Stackhouse che sbaglia il secondo tiro libero, e T-Mac che, pressato dall'indemoniato Josh Howard, perde inopinatamente il possesso della palla sul rimbalzo regalando di fatto il match ai Mavericks.

Il convulso finale nulla deve togliere però all'impresa di Dallas, capace di vincere due partite in tre giorni sul parquet avversario, ieri con il punteggio finale di 97-93, trovando sempre protagonisti diversi per surrogare il latitante Nowitzki.

Anche in Gara-4 prestazione opaca per lui (4 su 14, 18 punti ma con 9 liberi), e palloni importanti nelle mani del play atipico Jason Terry; “La palla è semplicemente finita nelle mie mani, io quasi senza fermarmi a pensare ho tirato ed è andata bene”, commenta l'eroe di Gara-4 (32 punti di cui 24 nella ripresa), “Ero sicuro che se mi fosse capitato un tiro decisivo l'avrei segnato, è tutta questione di fiducia; poi avere il pallone in mano quando la partia si decide è una sensazione bellissima”.

Sicuramente il coraggio, ed il talento, non mancano al 28enne prodotto di Arizona, come conferma il suo allenatore: “E' un grande tiratore, un ruolo simile a quello che svolgeva per noi Nick Van Exel un paio di anni fa; non l'ho mai considerato una point guard pura, ma stasera ha dimostrato che ruoli a parte è un grande giocatore”.

Nell'ambiente di Houston c'è ovviamente grande amarezza per il risultato ma anche per la grande occasione mancata, quella cioè di chiudere la serie davanti al proprio pubblico.

“Non credo che Terry sia stato determinante solo in questo finale di partita”, ha osservato coach Van Gundy a fine gara, “è dall'inizio della serie che è uno dei giocatori fondamentali per la sua squadra; da parte nostra ho visto poca attenzione in difesa e quasi mai la pressione sulla palla che volevo, e non è solo un problema degli ultimi quarti ma dell'intera partita”.

Ora la serie è in perfetta parità , 2-2, ma l'inerzia è tutta dalla parte dei Mavericks; se poi Dirk Nowitzki dovesse smettere di litigare con il canestro…

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