“He did it again!”:jordaniano modo per vincere una gara di playoff scelta da Tracy McGrady.
Dopo la secca batosta subita nella gara d'apertura, i Dallas Mavericks di Avery Johnson erano chiamati ad una reazione di orgoglio in Gara-2, ancora davanti al proprio pubblico, per riequilibrare la serie che vede gli Houston Rockets avanti 1-0.
Dopo aver meditato sugli errori commessi due giorni prima, tutti si attendevano una grande prestazione dal leader della formazione di casa, Dirk Nowitzki, spiazzato dalla difesa di Ryan Bowen e confuso dagli aiuti non sistematici escogitati da Jeff Van Gundy.
Ma evidentemente questa non sembra essere la serie del tedesco, almeno per il momento, perché nonostante il tabellino di questa partita reciterà poi 26 punti finali, il contributo dell'ala alla causa dei Mavs non è stato quello che i tifosi si aspettavano.
Già in partenza si capisce che la mano dei giocatori dei Rockets non si è raffreddata rispetto a Gara-1, anzi se possibile la mira e l'atteggiamento di alcuni giocatori sono decisamente migliorati.
Strepitosa la prestazione, soprattutto nel primo periodo, di Yao Ming, che scrollatosi di dosso le tensioni dell'esordio stagionale in post-season si è preso le proprie responsabilità ed ha trovato un feeling con il canestro mai visto prima nei playoff: 17 punti realizzati, con un'irreale percentuale del 100% da campo, che hanno fatto capire ai Mavericks che Houston non era solo T-Mac.
“Non pensavo di tirare così bene stasera”, ha commentato Yao, “ma tutti i canestri che ho realizzato sono arrivati da tiri che mi sono costruito bene”.
In effetti il pugnaceo Erick Dampier ieri sera non ha potuto molto, assolutamente disorientato dall'incredibile varietà di movimenti del cinese ed oggettivamente impossibilitato a contrastare tiri partiti da un'altezza siderale per chiunque.
A differenza però dell'incontro precedente l'attacco di Dallas è sembrato più fluido, ma soprattutto le percentuali dal campo dei tiratori di Johnson sono salite notevolmente.
Questo ha consentito ai padroni di casa, nonostante la superstar della squadra litigasse ancora con il canestro chiudendo la serata con un 8 su 21, di rimanere a contatto durante tutto l'incontro, che ha vissuto di un quasi perfetto equilibro fino all'ultimo periodo.
Le buone prove di Jason Terry e Josh Howard, molto precisi soprattutto dall'arco, hanno addirittura permesso alla formazione di proprietà del focoso Mark Cuban di entrare nell'ultimo quarto con un piccolo ma psicologicamente importante vantaggio di 4 punti.
Vantaggio che poi si sarebbe dilatato fino ad un +8 per la squadra di casa, grazie a due piazzati del redivivo Nowitzki e ad un canestro da sotto del mai domo Dampier.
A quel punto però il grande difetto storico dei Mavericks, la difesa nei momenti topici, è riaffiorato impietosamente davanti agli oltre 20000 spettatori presenti all'American Airlines Center.
Rotazioni quantomeno bizzarre hanno lasciato un cecchino come Jon Barry libero di colpire dai 7 metri, e quando la difesa ha intuito la pericolosità del figlio del grande Rick ci ha pensato Bob Sura, ottima gara per lui con 14 importantissimi punti, a segnare il canestro del sorpasso con 2 minuti da giocare.
Questo il commento di Sura ad una delle azioni decisive della partita: “Jon aveva segnato già un paio di canestri dall'angolo, sapevo che si sarebbero aspettati un altro suo tiro, perciò appena ho avuto lo spazio ho tirato; nei playoff bisogna sfruttare ogni minimo spazio, anche se non si è sicuri del risultato”.
Grande coraggio per i Rockets ma anche grande ingenuità per Dallas, come obbiettivamente ammette il numero 41: “Stasera in attacco abbiamo trovato i nostri ritmi e dei buoni tiri, purtroppo non siamo riusciti assolutamente a mettere in pratica il nostro game-plan difensivo”.
Ed in effetti oltre a subire i 33 punti di Yao con un solo errore dal campo, Dallas ha dovuto fare i conti ancora una volta con uno straordinario Tracy McGrady.
Il numero 1 di Van Gundy, anche se più silente e sornione rispetto alla partita precedente, ha sapientemente colpito la difesa dei Mavs nei momenti più importanti, lottando in difesa quando ce n'era più bisogno, battendosi a rimbalzo (8) e mettendo in partita i compagni soprattutto nei primi due periodi (10 assist in totale ma anche una squassante schiacciata nel primo quarto sulla testa di Shawn Bradley).
Quando però, con il risultato in equilibrio nell'ultimo minuto di gara, c'è stato bisogno della sua classe per portare a casa l'incontro, “The Big Sleep” ha preso in mano la squadra ed ha disposto degli avversari come solo un grande campione sa fare.
Prima un'incontenibile penetrazione con assist per il facile canestro del 111-109 di Yao, poi, dopo un jumper di Nowitzki che ha riportato il punteggio in parità a 10 secondi dalla fine, il canestro vincente a 2 secondi dalla sirena.
L'azione decisiva è nata ovviamente da un gioco a due tra T-Mac ed il centro cinese, che è uscito a portare un blocco fuori dall'arco per il suo numero 1; con Josh Howard battuto le uniche speranze dei Mavs di contrastare il tiro di TMC risiedevano in Keith Van Horn, che però inspiegabilmente non ha cambiato su McGrady esitando ed arretrando quel tanto che bastava per lasciare all'ex Magic lo spazio per il jumper.
Il risultato lo potete immaginare: canestro del +2 Rockets con poco più di 2 secondi sul tabellone, che non sono serviti a Michael Finley (altra serata nel complesso deludente per lui) per trovare il canestro del pareggio e partita chiusa sul 113-111 in favore degli ospiti.
Sul buzzer-beater mancato dal veterano con il numero 4 si sono spente le speranze di impattare la serie sull'1-1 per Dallas, che adesso dovrà trasferirsi a Houston con l'obbligo di tentare l'improba impresa della rimonta.
Solo due volte infatti una squadra NBA (Lakers nel 1969 e proprio Rockets nell'anno di grazia 1994) è riuscita a rimontare dallo 0-2 subito in casa per poi passare il turno, ma se consideriamo che il vero Dirk Nowitzki, se non a tratti, non si è ancora visto nella serie le possibilità per i Mavericks sono ancora concrete.
Ma la “combo” Yao-TMC, un'arma da 61 punti ieri notte, sarà d'accordo ?