I tifosi secondo Kicco

L'importante è crederci…

Buon giorno a tutti!!!!!

A tutti coloro non hanno sentito la mia mancanza durante questi due mesi di inedia, chiedo scusa per il disturbo. Ai quattro gatti che si chiedevano invece dove diavolo fossi finito, rispondo invece che:
a) no, la Kikka che scrive (benissimo) di NCAA da qualche mese in qua non e' il risultato di un mio soggiorno a Casablanca, con conseguente messa in vitro di attrezzatura riproduttiva;
b) no, non mi sono suicidato dopo il ritorno in pompa magna di Tonino il Genio al Fleet Center, dopo un anno e mezzo di diaspora tra Dallas ed Atlanta;
c) no, non ho promesso di non scrivere piu' fino allo scudetto dei miei adorati nerazzurri, perche' altrimenti sarei analfabeta (ma in compenso avrei una mira infallibile con i razzi ed i mortaretti… Dida, ti chiedo scusa a nome di tutti!)
d) no… niente di tutto questo. Ho semplicemente provveduto a farmi gli affaracci miei.

Ma non parliamo di me, parliamo di voi!!!

E di cosa vogliamo parlare. Oh, quante cose sono successe in questi 2 mesi.

Pensate solo al fatto che, al momento, tre giocatorini come Kobe, Garnett ed il piccolo Lebron saranno comodamente seduti davanti alla tele, con la birra gelata in mano, a gustarsi i playoff…

Kobe poi, stara' in bagno con la Settimana Enigmistica per ore, piuttosto di vedere Miami ed il suo detestabile centro, che ad Est hanno serissime probabilita' di presentarsi al gran ballo.

Kevin invece, che solo lo scorso anno battagliava generosamente per l'accesso in finale, oggi maledice quei due geni di Latrell e Cassel, che dopo un anno meraviglioso ci hanno deliziato con la parte piu' oscura del loro temperamento.

E che dire del piccolo Lebron, che ha ammassato delle cifre impossibili per un giocatore della sua eta', ma che e' rimasto vittima delle paturnie di un proprietario che ha licenziato prima il coach, poi ha sfiduciato il GM salvo poi defenestrare anche quest'ultimo, con il risultato che guarderanno il grande ballo dalla finestra, eventualita' impossibile fino a 2 mesi fa.
Bravi, buon riposo e godetevi lo spettacolo!

In Italia il 90% delle chiacchiere da bar viene occupato dallo sport pedatorio. Di queste, il 50% e' inerente quel meraviglioso cosmo, soggetto a leggi completamente diverse rispetto alle altre realta', e che sintetizziamo con 5 lettere: INTER.

Per essere una squadra che non vince dai tempi di Larry Bird giocatore, c'e' una floridissima letteratura che spiega (o almeno ci prova) perche' non vince, quanto spende per non vincere, quanto cambia per non vincere etc.etc. (Ultima ora: faccio i doverosi complimenti ai redattori che, in pochissimi tempi, hanno messo in piedi un'intera costola di Play It in biancoverde e parquet incrociato. Bravi, bravissimi e speriamo che la squadra vi dia materiale vittorioso da raccontare).

Ora, non vi annoiero' con la mia versione dei fatti, ma il pistolotto e' doveroso per introdurre l'Inter baskettara, almeno per i cestofili NBA del nostro paese: i Boston Celtics.

Capisco che il paragone possa far rabbrividire certi sacerdoti del biancoverde (hello, mr. Christian!) che mal sopportano certi blasfemi accostamenti. E' pero' vero che il materiale su questa storica franchigia, che pero' non vince da quando io non sapevo cosa fosse il sesso (almeno quello di coppia, visto che per il 5 vs 1 dovrei scomodare i 76ers) e non fa playoff seri da 3 anni, e' praticamente infinito ed in continuo aggiornamento.

Se frequantate qualche italico forum di NBA, ogni 10 post ne troverete uno in cui si discute l'operato di Danny Ainge, reo di aver ceduto Walker, di aver ripreso Walker, di aver preso Baker, di non aver preso Webber, di aver detto bianco, di aver pensato nero, di aver temuto verde…….

Come in tutte le associazioni di tifosi, abbiamo le svariate tipologie; per identificarle utilizzeremo un frasario molto caro alla Beneamata Banda Moratti, che proprio in questi giorni sportivamente funesti voglio citare. Veniamo all'elenco:

a) “Questo e' l'anno buono”: e' un tifoso che farebbe impallidire Gianni ed il suo ottimismo. Anche le decisioni piu' scellerate (acquistare Darko Pancev, rilevare il contratto di Vin Baker) contengono un fondamento di genialita'. Le scelte di giovani piu' “bucate”, nascondono in realta' un diamante grezzo pronto a sbocciare. Cediamo vecchi brocchi per giovani sulla rampa di lancio, al draft scegliamo giovani con 20 punti e 10 rimbalzi potenziali nelle mani. Il nostro obiettivo e' il titolo, anche se siamo a 20 partite dalla prima in classifica. Il nostro spogliatoio e' unito, il coach un santone con carisma e la dirigenza un gruppo di lungimiranti sempre pronto a fregare gli avversari. Sul perche' non ci abbiano gia' consegnato l'anello nel mese di novembre, non sappiamo dare una spiegazione

b) “Non vincete mai”: i perfetti complementi della prima categoria. Dei veri corvi vestiti a lutto. Da secoli, praticamente da quando Auerbach non timona piu' la societa', non azzecchiamo una mossa sul mercato che sia una. Vin Baker e' l'epitome dell'inettitudine dei nostri dirigenti. Sciagure ad ogni trade. Walker e' un cancro quando gioca per noi, diventa fortissimo quando lo cediamo, giusto il tempo per sputare sui giocatori che otteniamo in cambio; il suo ritorno e' una vera sciagura, perche' ora e' scarso come prima, ma piu' vecchio. Assurdo prendere Payton, assurdo lasciare Payton, suicida riprendere Payton. Anche Pierce sarebbe da cedere, perche' non e' un leader…. se pero' lo cedi, deve arrivare Lebron o Duncan, altrimenti e' una scelta suicida, visto che Pierce e' uno dei Top 10 Player!!

c) “Absolute trader”: i maniaci degli scambi. Sono quelli che non guardano neanche le classifiche, ma sanno a memoria tutti i salari di tutti i giocatori, le scadenze, le clausole, i diritti, le opzioni. Ogni tanto ne esce uno allo scoperto e butta li' un “e se cedessimo Blount e LaFraenz per Duncan?” mentre tu accenni un “ma che sei matto?” loro rispondono subito “guarda che come salari siamo li', inoltre c'e' un opzione sul contratto di Blount che ci consente di avere un diritto di prelazione sull'aumento del 30% della luxury tax, che rapportato al PIL del paese dei Caraibi dove e' nato Duncan, ci dovrebbe garantire di non sforare il tetto salariale per la stagione 2010-11″…….. L'ipotesi che RC Buford non sia proprio entusiasta di scambiare il suo purosangue per due semi-ronzini non li sfiora neppure: tutti i tool presenti su internet sentenziano che lo scambio, dal punto di vista salariale, fila che e' un piacere e quindi e' lecito aspettarselo. Ma perche' Ainge non prova questo scambio??? Perche' la circonvenzione d'incapace e' reato, cari miei

d) “Ai miei tempi”: i nostalgici. Categoria insidiosissima. Ai tempi di Larry queste cose non succedevano. Larry non avrebbe permesso ai compagni di sbracare. Larry di qua, McHale di la', il Chief di su, Dennis Johnson di giu…… Chiarisco la questione: Larry Bird e' il primo, l'ultimo, l'unico motivo che mi lega a questa franchigia. Io sono cresciuto nel mito di questo meraviglioso anatroccolo biondo, alto e sgraziato, dotato dalla mamma di una capacita di giocare una partita come se l'avesse vista in TV il giorno prima. Pero'…..Larry si e' ritirato, fa il GM da un'altra parte, e' pure bravino, ma, di fatto, non gioca piu' con noi. Oggi il gioco e' un altro, godiamoci questo e lasciamo Larry alle videocassette, da guardare quando siamo giu di morale. (Aggiornamento: da domenica scorsa i Celtics sono Campioni della Atlantic Conference, che e' un po' come vincere il titolo di Miss Muretto. Indovinate dai tempi di chi non si vinceva un titolo???)

La verita' e' una: per vincere un titolo il fattore C (C come…… fortuna sfacciata) e' fondamentale. Il posto dove cambiano i tuoi destini e' una boccia piena di palline: se escono le tue e l'anno e' di quelli buoni, i tuoi problemi sono finiti (vero Cleveland?).

Le palline di Boston erano al posto loro nel 97, ma non ando' bene. Nel 1981 non c'erano palline ma ando' bene comunque, e ci ritrovammo (complice una magatona del Red sigaro) con McHale e Parish da affiancare a Lorenzo il Magnifico. Boston non ha spiagge e locali notturni per invogliare i pesci grossi del mercato free agent, ne un proprietario che usa la luxury tax come io uso il frigorifero. Il resto, salvo qualche eccezione, e' materiale di tappezzeria.

Con questo chiudo la mia chiacchierata, facendo gli auguri a qualche persona, conosciuta o meno:
– al Signore grigio di capelli e con l'accento da tedesco che ha appena traslocato a San Pietro sulla sedia del capo. Auguri, ne hai bisogno, vista la statura del tuo predecessore.
– ai premi nobel che stavano in curva Nord a San Siro. Difficile trovare un insulto adeguato. Citando il grande Alex Drastico “ce l'avete piccolo”
– a Sean May, un giocatore degli anni 70 nato con trent'anni di ritardo. Grazie di avermi mostrato nuovamente il gioco in post. Spero che anche in NBA riescano a notare cio' che sai fare, a discapito dei centimetri che non hai e dei Kg che invece hai. Al limite puoi sempre venire a vedere dove giocava tuo papa'
– e per finire, se me lo concedete, alla signora che in questo momento dorme due stanze piu' in la'. Delle altre sei donne che mi spettavano di contratto, sinceramente oggi mi frega poco.

Saluti, vostro Kicco.

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