Non solo un grande T-Mac, ma anche un prezioso Mike James per la vittoria di Houston.
E' cominciata ieri notte all'American Airlines Center di Dallas la serie di playoff tra Dallas Mavericks e Houston Rockets, derby texano molto sentito dalle due città .
La sfida principale era tra i due top scorer Dirk Nowitzki e Tracy McGrady, ma nonostante il vantaggio del campo e la previsione di marcature meno efficaci, il lungo tedesco si è dovuto inchinare alla classe di T-Mac.
Già dal primo quarto infatto la squadra di Jeff Van Gundy è riuscita a prendere in mano la partita, controllando il ritmo senza spingere mai sull'acceleratore per non dare spazio ai quintetti rapidi dei Mavs.
La difesa dei Rockets ha tenuto alla grande, ed il piano escogitato per marcare Nowitzki ha funzionato alla perfezione.
Van Gundy, con Juwan Howard indisponibile ed in borghese, ha optato per la soluzione Ryan Bowen, che con i suoi centimetri e la sua applicazione si è battuto con grande agonismo.
Ovviamente molto spesso ha dovuto ricorrere alle maniere forti (11 su 13 ai liberi per wunder Dirk) ma nel complesso, grazie anche all'aiuto nei momenti più imporanti di TMC, ha limitato la principale bocca da fuoco di Dallas (5 su 19 e 21 punti).
“Loro sono scesi in campo con un quintetto più piccolo di quanto ci aspettassimo, ed io mi sono trovato a giocare contro un giocatore da portare in post; forse non ero così preparato ed ho forzato troppe situazioni”, ha candidamente ammesso Nowitzki dopo la gara, riconoscendo che la strategia di Van Gundy ha effettivamente spiazzato l'attacco dei Mavericks.
Il resto della squadra poi non ha suppportato il numero 41 nei momenti di maggiore difficoltà , con Michael Finley in una classica serata no (2 su 8 dal campo e 5 punti) ed Erick Dampier poco incisivo sotto i tabelloni.
Uno dei grandi vantaggi per Dallas doveva infatti essere la maggiore presenza in area, ma i 28 punti a 20 in favore di Houston dimostrano come l'approccio alla partita di giocatori come David Wesley ma soprattutto Mike James (16 punti in 26 minuti uscendo dalla panchina), che hanno tirato ma anche attaccato l'area senza paura, sia stato decisamente più incisivo rispetto a quello dei pari ruolo avversari.
L'apporto dei cambi ha sorriso dunque ai Rockets, con il già citato James ma anche con gli 8 punti a testa di Jon Barry e del chirurgico, ai liberi, Dikembe Mutombo.
“La panchina è un'arma importante per noi, perché tutti si concentrano su Tracy e Yao ma molto spesso la differenza tra una vittoria o una sconfitta di misura la fa chi entra nel corso dell'incontro”, ha dichiarato James nel dopo-gara.
Nei momenti decisivi però, soprattutto nella seconda parte di partita, le responsabilità se le è prese mister McGrady, con Yao Ming che ha giocato a nascondersi (3 su 8 dal campo) ma è stato spesso coinvolto nei giochi a due.
“Abbiamo cercato di variare molto la nostra difesa sui pick-and-roll stasera”, ha commentato Dampier, “provando prima a passare sopra i blocchi poi cercando di cambiare, che è quello che abbiamo fatto per tutta la stagione; lui è un giocatore di grande talento e stasera ha segnato anche i tiri più difficili”.
In effetti la serata di T-Mac è stata di quelle da vero numero 1, 34 punti e 6 assist, come sembra ammettere anche Jason Terry: “E'stato molto aggressivo; se si guarda alla storia di McGrady si vede che ha una media di 30 punti nelle gare di apertura di una serie di playoff, ce lo aspettavamo”.
Evidentemente era prevedibile un McGrady show, ma evidentemente le contromisure di Avery Johnson non hanno funzionato: Josh Howard si è battuto ma è dovuto uscire per falli proprio quando sembrva essere l'unico, sul meno 4 a 9 minuti dalla fine, a poter condurre Dallas alla completa rimonta.
I due uomini più importanti della panchina infatti, Jerry Stackhouse e Keith Van Horn, non hanno inciso come i tifosi di casa si aspettavano, forzando molto (6 su 20 in coppia) senza riuscire a cambiare il volto della partita.
Il 35% dal campo, per una formazione che in casa può addirittura disputare partite da 60%, non si spiega solo con l'ottima difesa dei Rockets, ma probabilmente anche con il consueto blocco psicologico di una franchigia che negli ultimi anni ha spesso chiuso delle ottime regular season per poi sciogliersi nei playoff.
Forse la pressione di avere, anche se di poco, i favori del pronostico può aver raffreddato le mani di Finley e compagni, lasciando via libera ai corsari Rockets: 98-86 il finale.
Gara-2 è in programma lunedì, e Ryan Bowen sembra già sapere cosa attendersi: “Sicuramente Nowitzki tornerà in campo con la voglia di dare un incredibile apporto alla squadra; noi dovremo giocare al meglio sui due lati del campo e provare a migliorarci”.
Appuntamento quindi a lunedì notte per una Gara-2 che, per Dallas, assomiglia già ad una finale.