Dallas – Houston: preview

Sfida ad alta quota tra Dirk Nowitzki e Yao Ming.

Secondo le indicazioni della regular season l'incontro di primo turno di playoff tra la quarta e la quinta classificata di Conference dovrebbe essere in teoria il più equilibrato, quello in cui azzardare un pronostico sembrerebbe più arduo.

Quest'anno la Western Conference NBA ci regalerà  alla prima serie di post-season una sfida che non solo si presenta come una delle più incerte del lotto, ma soprattutto offre ai molti appassionati di basket diversi duelli di notevole spessore tecnico.

Il passaggio del turno ed il conseguente onore di sfidare poi nelle semifinali di Conference la miglior squadra della lega, i Phoenix Suns di Mike D'Antoni attesi dalla non semplice sfida con i Memphis Grizzlies, se lo giocheranno i Dallas Mavericks e gli Houston Rockets.

Ovviamente il tema principale della sfida è il duello, non necessariamente diretto, tra le due grandi superstar dei team in questione, il tedesco Dirk Nowitzki (in versione capello rasato per l'occasione) ed il più sornione tra i grandi protagonisti dell'NBA del 2000, Tracy McGrady.

Il lungo proveniente da Wurzburg ha disputato l'ennesima stagione ad altissimi livelli, collezionando partite da incorniciare e migliorando, se possibile, il suo repertorio di movimenti offensivi lasciando ovviamente intatta la sua strepitosa capacità  di costruirsi un tiro da ogni posizione.

Anche l'applicazione difensiva è cresciuta, quantomeno sotto il profilo dell'impegno, perché la tecnica di uno contro uno ed i tempi degli aiuti sono ancora ben lontani da quelli di Tim Duncan.

In alcune strutturazioni del quintetto Mavs il biondo teutonico è stato anche provato come centro atipico, creando non pochi problemi ai diretti avversari nella metà  campo offensiva e tenendo in difesa, principalmente grazie alla stazza ed ai tanti centimetri (213), con discreti risultati.

Le statistiche dicono poi che anche a rimbalzo il giovanotto pupillo del proprietario Mark Cuban, che si batte da un paio di anni per la sua proclamazione ad MVP della lega, è cresciuto sia come tecnica di taglia fuori che soprattutto come attenzione, chiudendo la stagione regolare con quasi 10 “rodman” di media a partita.

La superstar dei Rockets, inutile dirlo, è invece Tracy McGrady, approdato nel Texas dopo la separazione non certo facile né pacifica dagli Orlando Magic, il quale dopo un inizio di 2005 molto deludente ha cominciato a mostrare al pubblico del Toyota Center, e non solo, il motivo per cui il suo arrivo era visto come quello del messia dei canestri.

Sono diminuite sensibilmente le partite con 10/15 tentativi dall'arco e sono aumentate esponenzialmente quele in cui T-Mac ha penetrato l'area creando spazi e subendo falli nei momenti delicati, ma soprattutto si è perfezionata l'intesa sul campo con il compagno Yao Ming, anch'egli al di sotto delle attese nella prima parte della stagione.

Il giocatore deputato alla marcatura di TMC potrebbe essere, almeno in partenza, Josh Howard, che sulla carta possiede i centimetri (201) e la velocità  per tentare di arginare l'esplosività  del numero 1 di Houston, ma le possibilità  di una staffetta con Michael Finley o Marquis Daniels non sono così remote.

I raddoppi potrebbero essere utilizzati considerando che l'altra punta dell'attacco dei Rockets, il lungo cinese, dovrebbe confrontarsi con la marcatura a uomo uno contro uno di Eric Dampier, che pur concedendo alcuni centimetri a Yao conosce molto bene l'arte della difesa.

Il centro provenente da Golden State era in realtà  stato ingaggiato, nonostante le sue non eccelse doti di tiratore né di contropiedista, nell'ipotesi di dover affrontare prima o poi nei playoff un certo Shaquille O'Neal, decisamente a suo agio quando sulle sue piste si avventuravano Shawn Bradley o Danny Fortson.

Con la partenza di Shaq verso altri lidi, ed altre Conference, il lungo ex Warriors torna utile, per così dire, per affrontare un'altra “combo” non meno pericolosa dell'originale Kobe & Shaq.

La marcatura di Nowitzki invece susciterà  qualche grattacapo in più per coach Jeff Van Gundy, perché la presenza di ali forti in roster non è certo cospicua, a maggior ragione dopo l'infortunio di Juwan Howard.

L'esperto Clarence Weatherspoon potrà  metterci mestiere e falli da spendere, ma non certo centimetri; centimetri che invece avrebbe Yao ma, ovviamente, un eventuale accoppiamento di questo tipo porterebbe Dirk ad allontanarsi sempre di più dal canestro portando il cinese in territori da lui difensivamente mai esplorati.

Stesso problema si presenterebbe per Dikembe Mutombo, mentre l'idea di immolare Ryan Bowen al fallo sistematico non sembra molto brillante vista l'ottima percentuale ai liberi di “wunder Dirk”; ed allora l'ipotesi tecnicamente più plausibile è proprio quella di uno scontro diretto tra Nowitzki e McGrady.

Quest'ultimo, quando è concentrato e motivato, non ha certo nulla da invidiare ai migliori specialisti difensivi della lega, ma una sua marcatura a uomo sulla superstar avversaria per 48 minuti è da escludere, per non compromettere eccessivamente il suo rendimento offensivo fondamentale, per usare un eufemismo, per i suoi Rockets.

Rockets che avranno bisogno di segnare e soprattutto di tirare con buone percentuali per non lanciare il contropiede dei Mavs, che soprattutto in casa cercheranno di alzare i ritmi per aumentare il numero di possessi e sfiancare il non certo centometrista Yao Ming.

Altro elemento molto interessante sarà  il confronto tra i piccoli delle due formazioni, anche se il reparto dietro di Dallas non si può certo definire tale.

Con giocatori del peso e dell'altezza di Jason Terry, Michael Finley e Marquis Daniels i piccoli di Van Gundy potrebbero andare sotto in post-basso ed anche a rimbalzo, concedendo preziosi extra-possessi alla formazione allenata da Avery Johnson.

David Wesley è sicuramente una della guadie sotto i 2 metri che, insieme a Jason Kidd, difende meglio contro i pari ruolo più alti, ma alla lunga la maggiore componente fisica degli avversari potrebbe rivelarsi decisiva.

Decisivo potrebbe essere anche l'apporto che le panchine forniranno ai due coach, con il candidato a sesto uomo dell'anno Jerry Stackhouse ed il ritrovato Keith Van Horn da una parte ed i chirurgici Jon Barry e Scott Padgett dall'altra.

E' molto probabile poi che in determinati momenti delle partite vedremo delle difese a zona, soprattutto da parte di Dallas, mentre difficilmente Van Gundy potrà  permettersi, contro una squadra molto veloce ed atletica, la strutturazione con i due centri Yao-Mutombo provata a volte in regular season.

Il clima che ci attende poi sarà  sicuramente dei più caldi, perché non dimentichiamoci che pur non essendo Dallas-San Antonio, che comportava ai tempi di Nash e Robinson anche coinvolgimenti politico-ideologici, siamo comunque di fronte ad un derby texano.

Il focoso patron Cuban potrebbe regalarci ancora una volta i campanacci come nella famosa serie contro i Sacramento Kings, e la presenza sulla panchina di un personaggio come Avery Johnson, che di derby texani se ne intende, non farà  che aggiungere interesse alla vicenda.

Favorita, ma di pochissimo, sembra essere Dallas, non solo per il vantaggio del campo ma anche per la possibilità  di sfruttare un roster molto più completo.

Non dimentichiamoci però che in stagione i confronti diretti tra le due squadre sono in parità , 2-2, e la voglia di un certo Tracy McGrady di vincere la prima serie di playoff in carriera potrebbe giocare un brutto scherzo ai tifosi dei Mavericks…

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