Skinner è l'unico in grado di dare una certa presenza difensiva nell'area dei Kings
I Sacramento Kings alla fine hanno raggiunto i playoffs nella loro particolare versione del giorno della marmotta. Non che ci fossero troppi dubbi al riguardo. Ma, con la settima apparizione consecutiva alla post season, solo San Antonio e Indiana, peraltro non ancora sicura, hanno all'attivo una striscia più lunga. Un bel segno di una continuità per una franchigia che negli anni '90 non era esattamente abituata all'eccellenza.
Il risultato assume maggior significato alla luce della "grande rivoluzione" operata quest'anno: il ritorno di Vlade Divac in città , per quella che è facile considerare la sua ultima apparizione in calzoncini all'Arco Arena, ci ha ricordato quanto in Kings fossero diversi solo 11 mesi fa. "Per anni - ha commentato il centro serbo - abbiamo avuto una squadra fantastica, in grado di correre e difendere (più la prima che la seconda ndr). A poco a poco siamo invecchiati. E Geoff Petrie, che capisce le cose, ha fatto quel che si doveva fare."
Non c'è rancore nella parole di Vlade, di sicuro un minimo di pubbliche relazioni in vista di un suo possibile ingresso nel coachin' staff di Adelman: "Alla fine - ha continuato il giocatore - ho capito le ragioni che hanno portato Rick a togliermi minuti negli ultimi playoffs. E' la vita ed il suo un lavoro davvero difficile."
Lo sarà stato in maniera in particolare quest'anno in cui il coach ex Portland ha dovuto utilizzare 20 quintetti di partenza diversi. Negli ultimi due anni ne aveva usato solamente 18. "Abbiamo ancora qualche giorno - ha commentato il coach dopo la vittoria su Portland per vedere alcune cose in vista dei playoffs. Proverò giocatori in situazioni diverse dalle usuali. Ma questo non vuol dire che dobbiamo accettare di perdere le partite da qui alla fine."
Gli obiettivi "occulti" stabiliti dal coachin staff sono chiudere con almeno 50 vittorie e, possibilmente il 50% lontano da Sacramento. Nel nostro piccolo pensiamo sia più importante far riposare Bibby e definire bene i ruoli di Evans e Williamson. Difficile capire cosa si aspetti la franchigia in termini di risultati. Ma è sicuro che la dirigenza si aspetti risposte da alcuni giocatori: primo fra tutti Predrag Stojakovic.
Il tiratore serbo con 35 è stato il protagonista della vittoria al Rose Garden, la partita che ha dato alla squadra la certezza della post season. La gara per altro è stata una sorta di remake della trasferta di Cleveland: primo tempo bruttino, parziale di 15-4 a favore dei Kings con l'ingresso di House, Evans, Williamson e Songaila,. Il tutto per chiudere comunque il primo tempo sotto 63-54.
"In spogliatoio - ha spiegato Rick Adelman - abbiamo parlato della necessità d'essere concentrati e di lottare per ottenere quel che si vuole."
Nel terzo quarto Stojakovich ha segnato 17 punti. Bibby ha chiuso con 19 e 12 assist. Mobley ha deciso la gara con 4 liberi negli ultimi 22". Rimane difficile non notare come la squadra sia ben lontana dall'avere un minimo di consistenza difensiva. "Nei playoffs - spiega il coach - si lavora con una logica diversa rispetto alla stagione regolare: si tratta di lavorare in allenamento sulla base di uno specifico avversario. Questo ci potrà aiutare a essere più efficaci su due lati del campo."
A parte che la storia, di quest'allenatore, prima ancora che dei Kings, dice esattamente il contrario, rimane comunque difficile immaginare una realtà di questo tipo. Il problema è capire, al di là degli ultimi esperimenti, quali saranno le scelte definitive. Il reparto degli esterni è definito con Bibby a muovere i file e Mobley che proverà a ridurre al minimo le situazioni di isolamento, odiate da Carril, in cui è sempre stato abituato a giocare.
Stojakovich è l'ala piccola, ci mancherebbe, con Williamson come cambio. Kenny Thomas è l'ala grande titolare con Songaila dalla panchina. Il ruolo di centro è un enigma: Brad Miller ha mostrato alcuni confortanti miglioramenti. Prima del via libera definitivo s'è limitato ad alcune sedute di tiro prima delle partite. La sua presenza cambierebbe la squadra in attacco e concederebbe maggior spazio a Bibby. Il tutto a scapito di quel poco di intimidazione che Skinner è riuscito a dare da quando è arrivato.
Di certo Miller è giocatore duro e di mentalità . Ma il suo rientro dovrà comunque essere valutato ad un'intensità di gioco che non è quella della regular season. Al momento del grande scambio, Petrie si sarebbe aspettato qualche certezza in più. Anche se, questi playoffs, rimangono un punto di partenza.