Niente di nuovo in Canada

Uno degli idoli dei tifosi dei Raptors, Pape Sow, fa conoscenza con i rintocchi del Big Ben.

Non hanno più molto da chiedere a questo finale di stagione i Toronto Raptors, che a 7 partite di distanza dall'ottavo posto utile per l'ingresso nei playoff nella Eastern Conference si stanno trascinando verso il 20 aprile, data di chiusura dellla regular season.

Nelle ultime due settimane il calendario dei Dynos ha servito alla formazione canadese l'ultima trasferta lunga dell'anno, un tour di 5 gare consecutive lontano dall'Ontario che non ha mostrato nulla di nuovo rispetto al trend di questo periodo: una formazione con non molta voglia di lottare, soprattutto in difesa, che vince le partite che non può oggettivamente perdere (Atlanta, Charlotte) e stecca inesorabilmente contro qualsiasi avversario con un briciolo di motivazione o con un accenno di organizzazione di gioco.

La nota positiva, come al solito, è arrivata da Chris Bosh, che in 4 delle 5 partite in questione è andato in doppia cifra per rimbalzi, ed in quella in cui non è riuscito nell'impresa per un solo pallone ha comunque realizzato 27 punti dimostrando di essere diventato un giocatore completo e soprattutto maturo.

Certo i ritmi alti e di conseguenza i molti tiri tentati da entrambe le squadre negli ultimi incontri dei Raptors hanno facilitato le statistiche del secondo anno da Georgia Tech, ma la crescita dell'ala di Sam Mitchell è sotto gli occhi di tutti e le parole del suo attuale coach che lo vede all'All Star Game dei “big” nella prossima stagione non sembrano più un'eresia.

Certo tutti i problemi sotto canestro di Toronto non sono risolti, ma il leader destinato a far dimenticare Vince Carter ai tifosi canadesi nei prossimi anni è già  stato ampiamente individuato.

Il centro che dovrebbe affiancare Bosh nella possibile front-line della stagione 2005/2006 non sembra però essere nel roster attuale dei Dynos, perché i tanti esperimenti, nelle ultime gare addirittura frenetici, tentati da Mitchell nel ruolo di pivot non hanno dato risultati soddisfacenti.

Accantonato parzialmente il brasiliano di Brigham Young Rafael Araujo, rookie a dir poco al di sotto delle attese, il coach anch'egli al primo anno da capo allenatore in NBA ha letteralmente scongelato Aaron Williams, arrivato in Canada nell'affare Carter e sostanzialmente mai utilizzato seriamente fino ad ora.

Le tre partite disputate da titolare dal rosso lungo ex Nets, tra cui quella non certo facile per un centro contro i Miami Heat di quest'anno, non sono state sfolgoranti, ma d'altra parte è difficile pensare di ottenere il massimo da un giocatore fuori forma e soprattutto demotivato dopo lunghi periodi di panchina già  dalle prime uscite.

La pazienza però non ha accompagnato Mitchell in questa sua esperienza a Toronto e già  a metà  della trasferta il posto in quintetto è tornato nelle mani del giovane Araujo.

La sorpresa era però dietro l'angolo, perché probabilmente per fare un regalo a tutti i cultori del sommerso NBA Mitchell ha lanciato nella gara contro gli Hawks il mitico Pape Sow, che in quindici storici minuti di utlizzo ha largamente evitato il tanto temuto “trilione” realizzando 2 punti (dalla lunetta) e catturando 2 rimbalzi.

Certo in una partita finita all'overtime nella quale la rotazione dei Raptors è stata limitata a soli sette elementi il prodotto di Cal State-Fullerton poteva sperare in qualche chances in più, visto che i suoi career-high erano arrivati nella partita precedente contro i Grizzlies ma in pieno garbage time.

E proprio contro i Grizzlies Mitchell aveva tentato anche la carta dei quattro esterni con il solo Bosh in mezzo all'area, gettando nella mischia sin dal primo minuto l'arma tattica Donyell Marshall, che però non è riuscito ad incidere, come spesso capita ai sesti uomini di grande efficacia, nella maniera a cui solitamente ci ha abituato uscendo dalla panchina.

Il bilancio dunque di questa serie di test non è stato certo molto positivo, sia perché i tempi per poter valutare le prestazioni dei “candidati” sono stati molto ridotti, sia perché alcune strutturazioni (quella con Sow su tutte) sono sembrate del tutto velleitarie e poco futuribili.

Per la cronaca il tour si è concluso con due vittorie, contro Hawks e Bobcats, e tre sconfitte, a casa di Sixers, Heat e Magic; l'unico successo ottenuto nelle restanti gare disputate di ritorno in Canada è arrivato ancora contro Atlanta, in overtime, a fronte di due pesanti battute d'arresto contro Pistons e Grizzlies.

In conclusione si può dire che il finale di stagione e gli ultimi 6 incontri che separano i Dynos dalle vacanze seriviranno solo a rivedere Vince Carter (letteralmente incontenibile da quando si è trasferito nel New Jersey, 27 di media ed impatto da MVP) in quell'Air Canada Centre che fu suo, e per tentare di giocare un altro brutto scherzo a LeBron James ed ai suoi Cavs nell'ultima giornata di regular season.

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