Sixers: finale col brivido

Iverson spaventato dalle gare che lo aspettano?

Ormai mancano una decina di gare alla fine della stagione regolare, e i Sixers non sembrano dare segni di vero risveglio, o perlomeno sembrano continuare (e ormai terminare) la propria stagione proprio come l' avevano cominciata e proseguita, ovvero all' insegna del torpore e della discontinuità .

La attuale situazione dice che Philadelphia si qualificherebbe ai playoff della Eastern Conference all' ottavo e ultimo posto disponibile, andando ad affrontare i Miami Heat, numeri uno della Eastern, in un più che probabile massacro.

Non c' è da contarci molto, c' è poco da stare tranquilli, perchè dopo le ultime tre sconfitte consecutive subìte dai Sixers, da dietro gli Orlando Magic e i New Jersey Nets si sono riportati a una partita e mezza di distanza, quindi si affaccia all' orizzonte anche una ulteriore battaglia per guadagnarsi l' ottavo posto.

I Sixers nei giorni scorsi erano stati (parlo al passato….) in corsa anche per il settimo o per il sesto posto, complice una chiara flessione dei Chicago Bulls e l' infortunio di Jermaine O' Neal per i Pacers, ma ora le contendenti in questione sembrano essersi di nuovo allontanate.

Tre sconfitte consecutive dicevamo, contro tre pretendenti al titolo e solide realtà  della Western Conference, come Sacramento, Phoenix e Dallas. La gara di Sacramento si sarebbe anche potuta vincere, nel quarto quarto Philadelphia era a stretto contatto, poi Mike Bibby ha deciso di cambiare marcia, risolvendo la (sua fino a quel momento scialba) partita, siglando così il 118 a 109 dei Kings, che hanno terminato con cinque giocatori in doppia cifra (un grande Mobley da 30 punti, Stojakovic con 26, Bibby con 18, e i -chiaramente- super incisivi Kenny Thomas da 20 punti e 15 rimbalzi, e Brian Skinner da 13 punti e 19 rimbalzi, cifre che con la maglia dei Sixers i due non avevano mai lontanamente raggiunto).

Per Philly buona solita prova di Allen Iverson, con 34 punti e 8 assists, normale prova di Chris Webber, doppia doppia da 20 e 10, ma con il 30 per cento al tiro, e altra doppia doppia da 16 e 16 per Samuel Dalembert, che sta venendo fuori in questo scorcio di stagione.

Sconfitta nettissima due giorni dopo in Arizona da parte dei Suns, un 87 a 116 chiaro ed eloquente, con uno Steve Nash incontenibile, a dimostrare ancora una volta che i Sixers sono ben lontani dagli alti livelli di playoff. Si è poi ritornati al Wachovia Center, giusto in tempo per venire sconfitti in casa dai Mavericks, 83 a 100, con i Sixers sotto per tutta la gara, anche di 25 punti, con 22 punti di Iverson, 22 di Marc Jackson, e il nulla offensivo dietro di loro (da segnalare i 33 minuti del ripescato dalle acque torbide della panchina di O' Brien Josh Davis, per nulla timido, con 3 su 13 al tiro).

La mini-trasferta ad ovest ha anche riportato in Pennsylvania Chris Webber infortunato, spalla sinistra in fiamme, si spera un veloce recupero.

Alcune cose mi lasciano veramente perplesso, per non dire allibito. Willie Green, uno dei giovani più promettenti dei Sixers, e mattatore delle partite senza Allen Iverson (28 punti contro i Nets il 7 febbraio e 32 punti contro i Wizards il 26 gennaio, due sconfitte), da circa un mese e mezzo non tocca il campo, recluso nel braccio di isolamento DNPCD della panchina di coach O' Brien. Lo stesso Marc Jackson, uno dei migliori realizzatori e rimbalzisti dei Sixers, sempre nello stesso lasso di tempo, non gioca più di 15 minuti a partita.

La domanda è semplice: Perchè?

I Sixers hanno una rotazione già  limitata, con pochi giocatori in grado di venire dalla panchina e di fare la differenza, perchè non dare più fiducia a questi personaggi? O' Brien appare un mortificatore (le prove di Thomas e soprattutto di Skinner a Sacramento ne sono una eloquente prova), per tutta la stagione ha lesinato minuti e fiducia a Samuel Dalembert, fino alla dead line degli scambi, con la speranza di una trade che lo riguardasse (migliaia di voci di mercato per tutta la stagione avevano coinvolto Dalembert). Avendolo O' Brien suo malgrado a propria disposizione, non essendo Dalembert stato scambiato sul mercato, come per incanto l' haitiano ha guadagnato minuti, punti e fiducia.

E' chiaro che io sto esponendo queste teorie al grido di “siamo tutti CT”, ma la cosa sembra francamente strana, per tutta la stagione O' Brien ha avuto atteggiamenti del genere, innamoramenti, sposalizi e divorzi da Las Vegas, con la deleteria conseguenza che la chimica della squadra, adesso, a dieci partite dal termine della stagione, è inesistente.

Coach O' Brien sembra essere un allenatore da “star”, uno che si fa ben volere dai giocatori di punta, Iverson lo ammira e lo rispetta, anche Webber ha una grande considerazione di lui, gli altri invece…. non si pronunciano più di tanto. E' comunque una buona prerogativa quella di saper gestire le stelle, perchè se non hai le stelle da gestire difficilmente arrivi all' Anello, ma probabilmente non ci sarebbe bisogno di essere così integralisti nel gestire un intero gruppo di giocatori.

Mancano dieci partite alla fine della regular season, e per i Sixers ci sono alcune partite tutt' altro che facili. Quattro trasferte difficili a Boston, Washington, Indiana e New Jersey, e sei partite in casa con Charlotte, Miami, Cleveland, Boston, Milwaukee e Atlanta.

Il settimo posto è ancora raggiungibile, e in teoria anche il terzo (i Celtics sono a quattro partite di distanza, bisognerebbe vincere entrambe le gare con i biancoverdi, cosa molto difficile), ma ora più che mai vale il concetto espresso in questa sede per tutta la stagione, ovvero bisogna svegliarsi. Sono estremamente persuaso che ciò non accadrà , penso che i Sixers arriveranno si ai playoff, all' ottavo posto e massacrati al primo turno da Miami, ma spero di essere smentito, ovviamente in meglio.

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