Tim Thomas si è risvegliato… d'altro canto, è primavera…
L'ennesimo viaggio ad ovest si è chiuso con un altro bilancio negativo. Le zero vittorie ottenute a fronte delle quattro sconfitte incassate hanno definitivamente spento quel flebile lumicino di speranza di approdare ai playoffs e la stagione dei Knicks può ritenersi virtualmente chiusa a dodici gare dal termine.
New York, per qualche giorno, aveva illuso i tifosi più ottimisti, visto il modo in cui, prima del "western trip", aveva annientato i Boston Celtics, leader della propria division. 107-82 per gli uomini di coach Herb Williams ed uno spirito guerriero da veri Knickerbockers. A dire il vero, la supponenza che attanaglia un paio di uomini vestiti di biancoverde hanno fatto sì che l'orgoglio newyorkese si accendesse, visto come i signori Davis Ricky e Pierce Paul hanno provocato fin da subito avversari e pubblico.
Proprio Davis ha acceso la miccia, alzandosi dalla panchina durante dei tiri liberi per inveire contro Jamal Crawford con un "Sei solo spazzatura". La risposta di Stephon Marbury non si è fatta attendere: "Posa il tuo *biiip* sulla panchina e taci". Tecnico per entrambi e si ricomincia, ma la bava sta già colando dalla bocca dei padroni di casa, assetati di vendetta.
E' quindi la volta di Pierce che, vistosi fischiato un fallo sul Tim Thomas e frustrato dalla difesa dello stesso su di lui (alla fine solo 5 punti a segno, minimo stagionale), inizia a protestare andando a muso duro sulla faccia dell'avversario. Thomas replica, al che il celtico alza le mani spintonando il contendente, prima che Gary Payton lo porti via (no, dico, The Glove che ferma una baruffa?!? Ndr). Alla fine della gara si conteranno sei tecnici in una partita che ha visto i Knicks praticamente in totale controllo fin dall'inizio e con un parziale di 19-1 nel secondo quarto che ha in pratica deciso il resto della contesa.
Crawford, nonostante gli "apprezzamenti" di Davis, ha sfornato un'altra remix in faccia alla difesa schierata degli ospiti per poi chiudere con 7/12 dal campo. "Ci avevano battuto tre volte quest'anno ma questo non li autorizza a venire a casa nostra ad insultarci". Anche Tim Thomas alla fine dice la sua: "Questa non è MTV: è basket. Se non sei Gary Payton, non puoi fare il Gary Payton (riferendosi a Pierce ndr)".
A parte Crawford, tutti fanno il loro dovere soprattutto in difesa e dalla panchina spiccano Trevor Ariza (14 punti più 6 rimbalzi) e Maurice Taylor (13 più 10). Nel tanto garbage time di fine gara (questa, sì caro Ricky, davvero spazzatura), Jackie Butler sfrutta ancora a dovere i pochi minuti a sua disposizione mettendo 6 punti.
Purtroppo, però, si parte per l'ovest ed arriva la prima scoppola a Seattle, dove i Sonics si impongono 109-101 dopo un supplementare. E' Tim Thomas a pareggiare a 9 secondi allo scadere dei regolamentari con una bomba spezzando un raddoppio, poi l'omonimo Kurt stoppa l'ultimo tentativo di Rashard Lewis. Partita equilibrata fin lì, però nell'overtime i tiri dei padroni di casa entrano, quelli di New York, no: è questa l'unica differenza, dato che, in pratica, sul piano tecnico/tattico, le cose vanno come nei 48 minuti precedenti.
Ottimo Marbury a quota 31, bene pure Michael Sweetney con una doppia-doppia in punti e rimbalzi (12 e 10).
Si ci presenta dunque a Portland, la sera dopo, con le più classiche delle pive nel sacco. Il 96-103 che ne consegue è figlio anche della stanchezza, ma è tutto l'impianto difensivo a scricchiolare se è vero che Travis Outlaw mette 17 punti in 25 minuti di impiego. Capro espiatorio, Crawford, teoricamente il suo custode e tornato ai "fasti" della sparacchiatura con 3/12 dal campo, di cui 2/9 da tre.
Tim Thomas è l'unico che cerca di tenere a galla i suoi ed infatti finirà con 30 punti a referto, ma coach Williams commette quello che è parso a tutti un errore, ossia panchinarlo dopo aver commesso il quarto fallo, nel momento in cui stava letteralmente dominando. Il colpo di grazia alle speranze bluarancio arriva, infatti, in quegli 11 minuti di panca, vanificando così la doppia-doppia di Marbury (21 punti e 10 assists).
Tocca quindi ai rinati Warriors passeggiare sui demoralizzati Knicks. 108-100 per Baron Davis e compagni, nonostante altri 31 punti di Marbury ed un Kurt Thomas da 12 punti più 14 rimbalzi. New York parte bene e va pure a +11, ma un parziale di 13-2 riporta in partita i locali. Crawford, visto in confusione dal suo coach, è fatto accomodare in panchina per molti minuti nel secondo tempo e con Jermaine Jackson al suo posto New York profonda da -3 a -11, senza riuscire più a riprendersi.
"Ad essere onesti, sono confuso e quando sono in campo da playmaker, spesso finisco per pensare troppo, rallentando di conseguenza la fluidità dei nostri giochi". Dirà alla fine JC, ma Starbury corre in suo aiuto: "Il mio consiglio? Nel dubbio, tira!". Non ne avevamo dubbi, Steph!
Si apre dunque una nuova diatriba a proposito dell'utilizzo di Crawford, dato che se prima si voleva dare più spazio a Marbury in fase realizzativa più che di impostazione di gioco, ora il problema pare inverso perché si finisce per limitare il talento e l'iniziativa dell'ex-Bull. Spesso, infatti, lo si vede aspettare la spicchia al di là dell'arco dei tre punti, mentre Marbury evoluisce dentro l'area.
Crawford, però, non è un tiratore piedi a terra, ma un all-around shooter capace di crearsi un tiro dal nulla. Williams comunque punta di più il dito sulla difesa che non sull'attacco quando si parla di JC: "Chi non gioca in difesa, verrà sostituito e lo farà qualcun altro al suo posto".
Carichi di dubbi assortiti si arriva all'ultima tappa del viaggio, Los Angeles, sponda Lakers: 107-117 nonostante 45 punti di Marbury, a cui ha aggiunto 10 assists, 6 rimbalzi e" 6 palle perse. Addirittura ne mette 34 nel secondo tempo, ma non basta, così come è inutile un Kurt Thomas che timbra il suo ennesimo bel cartellino con 18 punti e 15 rimbalzi.
Decisivo un parziale dei lacustri di 16-4 nel secondo periodo. New York, da lì, rientra solo fino a -5, senza terminare la rimonta. Male Sweetney con solo 2 punti in 19 minuti e pure Tim Thomas con 5 in 23'.
I numeri di questa gita ad ovest sono desolanti. Prima di imbarcarsi per il viaggio, infatti, i Knicks avevano tenuto gli avversari sotto quota 100 punti per otto partite consecutive, ed il bilancio delle ultime 16 diceva 10 vinte e 6 perse. Nelle ultime quattro si è concesso invece una media di 109 punti con una percentuale al tiro del 48%. E' dunque emerso il vecchio problema, ossia la difesa.
Malik Rose è ovviamente consapevole della situazione: "Sappiamo qual è stato nostro problema: non abbiamo difeso come nelle ultime gare. Se vogliamo essere positivi, però, è incoraggiante sapere che è una questione che noi possiamo controllare, ossia che dobbiamo difendere meglio".
Alla fine della fiera si può notare che contro le squadre delle Western Conference, a casa loro, il bilancio è 3-12, dopo il 2-12 dell'anno passato. Quest'anno le tre vittorie sono arrivate contro i derelitti Hornets (passati dall'altra parte, per quello vi è una partita in più nel computo globale rispetto alla stagione passata), i Jazz ed i Rockets con il famoso canestro di tabella di Crawford sulla sirena. Si può dunque dire che non ci sono stati miglioramenti rispetto al passato se si parla di confronti con l'ovest.
Teoricamente, New York, con un bilancio di 29-41, potrebbe ancora portarlo al 50% vincendo tutte le rimanenti 12 gare, sei delle quali in trasferta ed altre sei contro squadre dal bilancio vincente. Marbury non può far altro che dire di crederci ancora: "Penso che l'approccio giusto sia quello di continuare a giocare duro ed al massimo. E' dura farlo quando vedi che le cose ti stanno scappando di mano, ma allo stesso tempo, l'unica cosa è appunto continuare a giocare e provare ad invertire la tendenza negativa". Frasi di circostanza a parte, è davvero l'ora di pensare alla lotteria, visto pure che si potrebbero recuperare qualche posizione "verso il basso" così da avere qualche pallina in più in lotteria.
Non casualmente, infatti, i giornali della grande mela si sono messi a fare scouting report, non lesinando inchiostro. Escludendo l'unico centro degno di questo nome che andrà via presumibilmente con la numero uno, Andrew Bogut, ci si è concentrati sugli swingmen Marvin Williams, definito il nuovo Tracy McGrady (?!?), e Rudy Gay, una sorta di Vince Carter(?!?-bis).
Poi ancora Chris Paul e Deron Williams, ma francamente di playmaker, a meno che non parta Crawford magari per Ron Artest, se ne parlerà con il secondo pick a disposizione. Sono girati pure i nomi degli spagnoli Fran Basquez e Rudy Fernandez, oltre al nostro Bulleri. Come al solito, quando c'è da "inventare" per riempire le pagine, sotto la Statua della Libertà non si è secondi a nessuno.
Passando al futuro allenatore, Jeanie Buss, figlia di Jerry owner dei Lakers e fidanzata di Phil Jackson, si è detta "assolutamente convinta" che il suo amato sarà il prossimo coach dei Knicks.