Hawks, la farsa delle trades

Billy Knight rischia di dover presenziare spesso al sorteggio per le lottery pick…

Nella Nba si verificano, di tanto in tanto, delle situazioni bizzarre, a volte controverse, che fanno meditare gli appassionati al gioco e dovrebbero far maggiormente meditare gli addetti ai lavori; queste situazioni potrebbero essere infatti oggetto di cambiamento in un futuro abbastanza prossimo ed una di queste riguarda senz'altro alcune trade insensate di cui alcune squadre, in particolare gli Altanta Hawks, si sono rese protagoniste e che hanno di fatto alterato gli equilibri a campionato in corso.

Gli Hawks hanno messo in atto nelle ultime stagioni delle trade assurde a posteriori, che hanno decretato di fatto l'esito del campionato scorso e che determineranno un allineamento altrimenti diverso della griglia playoffs della Eastern Conference del campionato in corso, al solo fine di scaricare talento e contratti e di arrivare alla prima scelta assoluta del prossimo giugno dopo il tentativo andato a vuoto di prendere il talento di casa Josh Howard lo scorso anno.

Nel febbraio del 2004, i Detroit Pistons venivano da una fastidiosa serie di sconfitte pur essendo posizionati molto bene all'interno della Conference, pronti per combattere nei playoffs ed ignari del regalo che stava per arrivare.
I famigerati Hawks architettarono un ingegnoso scambio (per gli altri) che spedì a Portland il contratto oneroso di Shareef Abdur Rahim, Theo Ratlff e Dan Dickau al fine di ottenere in cambio Rasheed Wallace, di cui i Blazers si liberarono più che volentieri, e Wesley Person. Sembrava il classico scambio punitivo, tipo quello che i Timberwolves avevano pianificato anni fa per Stephon Marbury mandando il playmaker a marcire nel New Jersey, ma così non fu: Wallace indossò la maglia degli Hawks per una sera soltanto e la foto di quella partita fece il giro del mondo perché il fatto divenne una rarità  in quanto 'Sheed venne nuovamente scambiato e mandato, il 19 febbraio 2004, ai Detroit Pistons per ottenere Bob Sura, Zeljko Rebraca ed una prima scelta appartenente ai Pistons via Milwaukee.

Lo scambio consegnò a Detroit un campione turbolento ma gestibile da un allenatore come Larry Brown e da un GM come Joe Dumars; Rasheed si inserì alla perfezione nel nuovo team ed andò a formare la premiata coppia Wallace & Wallace assieme a Big Ben dando alla squadra un giocatore completo in grado di tirare e segnare da tutte le posizioni del campo nonostante la statura ed una minaccia costante in post basso, movimento concluso spesso e volentieri con il letale giro e tiro di cui Rasheed è capace, scrivendo di fatto la parola fine ala dinastia dei Lakers di Shaq & Kobe.

Dunque a conti fatti Atlanta, con l'operato del GM Billy Knight, ha di fatto dato ai Pistons il pezzo mancante per arrivare al titolo, per disfarsi di Abdur Rahim, talento locale sul quale intendevano costruire il futuro, Wesley Person, non futuribile, Theo Ratliff, sempre infortunato, e di Dan Dickau esploso quest'anno a New Orleans, solamente per avere in cambio Sura, che oggi gioca a Houston, e Rebraca, non certo il giocatore che ti può cambiare il destino della franchigia. Gli Hawks hanno quindi scelto Josh Childress e Josh Smith al primo giro e Dwight Howard, il vero obbiettivo su cui avevano sperato e per il quale avevano accumulato sconfitte in quantità  industriale, non è stato raggiungibile per via del sorteggio che ha dato la prima scelta ai Magic e quindi le manovre sopra descritte non sono servite praticamente a nulla se non a liberare dello spazio salariale per attirare qualche free agent, fatto salvo il fatto che nessun big vuole comprensibilmente venire a giocare ad Atlanta di questi tempi.

In estate, dopo la "delusione" del draft, gli Hawks hanno sacrificato anche Jason Terry, mandandolo a Dallas assieme ad Alan Henderson per avere in cambio Antoine Walker, che nel Texas non si era affatto trovato bene, e Tony Delk, diventato oggi play titolare. Terry era stato il miglior giocatore degli Hawks degli ultimi anni, ma non era stato ritenuto parte integrante del futuro della squadra e scambiandolo Atlanta si era assicurata un grande talento come Walker che avrebbe potuto dare molto in una squadra completamente nuova e che aveva un grande pregio: un contratto in scadenza alla fine dell'anno.

Nel febbraio dell'anno in svolgimento, gli Hawks e Billy Knight ne hanno pensata un'altra, anche stavolta geniale. Si sono infatti sbarazzati proprio di Antoine Walker, miglior marcatore e rimbalzista della squadra, per avere in cambio i servigi di Gary Payton, Michael Stewart, Tom Gugliotta, ed una prima scelta futura salvo tagliare Payton dopo che questi aveva dichiarato che mai (e c'è da capirlo) avrebbe vestito la maglia di Atlanta.

Resosi nuovamente disponibile sul mercato e dopo avere trattato (si dice) con Phoenix e Minnesota, Payton è stato ripreso dai Boston Celtics ad una settimana dal rilascio ed il fatto ha portato ad una logica conclusione: gli Hawks hanno smerciato Walker, per il quale avevano sacrificato Terry, solo per avere in cambio il bollito Tom Gugliotta.

Dopo che Walker ha nuovamente indossato la maglia dei Celtics, la squadra vinto 7 partite consecutive ed in seguito ha allungato la striscia positiva vincendone 11 su 12 con buonissime prove di 'Toine sia per punti segnati che per rimbalzi presi (rispettivamente 18 e 8 di media) e scavando di fatto un canyon tra sè ed i Sixers, secondi nella Atlantic Division.

Dunque un anno dopo avere praticamente deciso il titolo dando ai Pistons la soluzione ai duelli con i Lakers, gli Hawks hanno messo lo zampino anche in questo campionato con una trade che ha ridato linfa vitale ad una squadra come Boston che era buona anche prima, ma figuriamoci adesso, con l'aggiunta di un giocatore che conosce già  l'ambiente ed il sistema e con l'aggiunta di un altro che ha riportato nel New England i suoi 12 punti e 6 assists ad uscita.
Boston vincerà  a mani basse la propria division e potrà  usufruire di un accoppiamento al primo turno dei playoffs più vantaggioso di quello che sarebbe altrimenti arrivato, visto che nelle condizioni di classifica precedenti i Sixers avrebbero potuto benissimo insidiarne il primato ed anzi erano stati in testa loro per qualche partita.

Qualcuno, nel marasma sopra descritto, avrà  notato la presenza di una prima scelta nello scambio Walker-Payton, la quale andrebbe in favore di Atlanta se non fosse che i Lakers stanno andando alla deriva. Lo scambio, nella mente di Knight, aveva infatti come obbiettivo anche quella scelta, che gli Hawks avrebbero potuto utilizzare assieme a quella che spetterà  loro dal sorteggio, ma la situazione creatasi in regular season, con i Lakers probabilmente assenti dai playoffs, permette alla squadra di Los Angeles di proteggere il pick che era stato destinato a Boston proprio nell'affare Payton, per cui i Celtics hanno girato agli Hawks una scelta che molto probabilmente non sarà  utilizzabile.

Dunque gli Hawks ne combinano una dietro l'altra e si meriterebbero quasi un a bella multa per avere provato così insistentemente a giocare al solo fine di aumentare il numero delle palline disponibili al sorteggio per la prossima prima scelta assoluta. Certo, Cleveland ha dimostrato che questa strategia è vincente come dimostra il caso LeBron James, ma prima di tutto ci vuole comunque la fortuna di essere sorteggiati per primi a scegliere ed in secondo luogo serve anche la disponibilità  di un giocatore che possa prendere in mano la franchigia da subito per i prossimi 10 anni, il tutto considerando che un fenomeno come LeBron James capita una volta ogni 20-25 anni se non di più.

La speranza è che la Nba, prossimamente impegnata a ridiscutere i termini del contratto collettivo con l'associazione dei giocatori, tenga conto di questi scenari e ponga fine alle trade-barzelletta che vengono inscenate solo per liberare dello spazio salariale che non serve ad attrarre nessuno, se non giocatori che non si possono definire delle superstars.
E' necessaria infatti la creazione di una regola che non permetta più ad una squadra di riprendere un giocatore ceduto ad un'altra e poi tagliato da quest'ultima, perché è una farsa che deve finire al più presto. I Bucks hanno fatto la stessa cosa con Alan Henderson, ricevuto dai Mavericks, poi tagliato da Milwaukee e prontamente rincasato a Dallas. E' chiaro che i Bucks hanno fatto il movimento esclusivamente per liberarsi del contratto di Van Horn, ma praticamente senza averne nulla in cambio, se non la possibilità  non tanto elegante di mettere via i soldi per rifirmare Michael Redd quest'estate, senza correre il rischio di perderlo via free agency.

La considerazione finale che ne nasce è che la Nba è una lega stupenda e divertente, dove presenziano i migliori giocatori del pianeta tutti in un solo palcoscenico: giocare per perdere o privarsi delle proprie stars per far quadrare i conti sarà  anche necessario, ma non indispensabile. Vedere tutti quei soldi andare nelle tasche di giocatori che non si impegnano solo perché la franchigia ha deciso di arrivare ultima non è una bella cosa, non fa bene a questa lega ed i tifosi cominciano a capire il trucchetto.

Sarebbe bello vedere ciascuna squadra combattere, se non per un posto ai playoffs, almeno per l'onore, dando lo stesso fondo a tutte le proprie energie e dimostrando di essere una squadra degna di tale nome anche se in possesso di un record perdente.

I tifosi che la Nba ha in tutto il mondo lo meritano e sono stanchi di franchigie che giocano peggio di una squadra Nbdl.

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