Antoine Walker posizionato stabilmente in post basso: chi l'avrebbe mai detto?
È forte la differenza tra una squadra vincente ed una che vince solo perché è entusiasta della striscia vincente. Tra le altre cose, questo ha detto Rivers in un momento particolarmente severo della sua settimana cestistica. Che lo abbia detto credendoci o solo per spronare l'ambiente non è dato sapere, per noi la risposta verrà già la settimana prossima.
Risultati
Boston Celtics @ Charlotte Hornets 113-100
Boston Celtics @ New York Knicks 82-107
Chicago Bulls @ Boston Celtics 94-86
Commento
Doveva succedere, ed è successo.
La vittoria contro gli Hornets è stata la settima consecutiva, un risultato che non si vedeva dalla lontana stagione 1991-92, ma era anche impensabile ipotizzare che i Celtics potessero continuare a vincere senza problemi; un certo rilassamento era possibile, e difatti le due sconfitte successive sono da imputarsi proprio a questo motivo.
Per coach Doc Rivers il lavoro più importante in questo periodo non è allenare, ma motivare i giocatori, tenerli sempre attenti e concentrati. È un lavoro difficile, che richiede delicatezza e conoscenza dei singoli caratteri: con qualcuno devi essere duro e rimproverarlo, con un altro bisogna andarci delicati. Per nostra fortuna la caratteristica migliore di Rivers è proprio quella di motivare a dovere i giocatori. Vedremo se saprà fare un buon lavoro anche adesso.
E di lavoro ce n'è, visto che la gara contro New York ha tante statistiche negative da rilevare. Iniziamo con i 5 punti di Pierce (precedente 6 punti contro i Blazers), che rappresentano il minimo stagionale "mi prendo la responsabilità per la sconfitta" ha detto. Continuiamo col dire che il divario di 25 punti è il peggiore della stagione (precedente 24 punti contro i Bucks). Concludiamo col dire che gli 82 punti è pure quello un minimo stagionale (in precedenza due volte si sono collezionati 84 punti).
Rivers ha un'idea precisa del motivo di questo rilassamento ed inizia con una dichiarazione-shock "questa non è una squadra vincente", poi prosegue con un discorso molto sensato e che deve far riflettere "questa è una squadra entusiasta della striscia vincente invece d'essere una squadra di basket vincente. Meritiamo d'essere presi a calci nel di dietro". Parole volutamente esagerate per far capire ai giocatori che ci vuole massimo impegno ed una mentalità vincente.
Mancano ancora quattro settimane alla fine della regular season, a Boston mancano solamente 13 partite ed il clima di play-off inizia già a sentirsi, anche nelle scelte sulle rotazioni dei giocatori in campo. Attualmente Rivers ruota 10 giocatori, ma nel passato ha preferito ridurli ed anche quest'anno sembra orientato a comportarsi in questa maniera.
Indiscrezioni dicono che i giocatori che vedremo in campo nei play-off passeranno da 10 a 9, fors'anche 8. Oltre allo starting five Pierce, Walker, Payton, Allen e LaFrentz, naturalmente giocherà molti minuti il probabile sesto uomo dell'anno Davis. Un altro giocatore che probabilmente avrà molti minuti è Blount prima di tutto perché è stato citato dallo stesso Rivers, e poi in queste ultime settimane ha incrementato il suo livello di gioco proponendosi come cambio affidabile. L'ottavo giocatore potrebbe essere West come cambio di Payton od affiancarlo in un quintetto piccolo e molto veloce.
Purtroppo potrebbero trovare solo le briciole giocatori come Banks e Jefferson, ai quali farebbe solo del bene poter giocare attivamente, ma c'è anche da rilevare che nei play-off non si possono fare le prove, quelle vanno fatte (e si stanno facendo) in stagione regolare. I due però devono trovarsi pronti in ogni momento, perché tra falli, infortuni e cali di forma il loro momento potrebbe arrivare anche durante questi play-off.
In ogni caso Rivers non vuole pensarci, nessun allenamento è studiato in modo specifico per la parte più importante della stagione perché l'allenatore ritiene necessario vincere più partite possibili per avere il vantaggio del campo ai play-off, il quale "è la chiave per noi, specialmente perchè siamo così giovani, ma quello che è più importante per noi è giocare bene". È per questo che i minuti per i giocatori che non rientrano nei 7-8 giocatori citati prima si stanno riducendo.
Rivers è sempre stato restio ad utilizzare il tiro da tre come arma tattica. Walker come si sa ama tirare da tre, ma come anche da noi auspicato non ne sta abusando, per il momento. Il suo arrivo ha però visto aumentare il numero di tentativi dalla lunga distanza della squadra ed i risultati di questa settimana sono stati condizionati dal risultato di questi tentativi. Infatti mentre con New Orleans la percentuale da tre del 52% ha coinciso con una vittoria, le due sconfitte hanno visto delle percentuali deludenti: 23% e 15%. È probabile (ed auspicabile) un maggiore controllo dell'utilizzo del tiro dalla lunga distanza.
Anche se per molti non sembra, Antoine Walker ha ancora bisogno d'essere integrato all'interno della squadra. Per lui ci sono meccanismi che devono essere appresi per far funzionare tutto bene, come i giochi offensivi, per i quali serve tempo per conoscerli e svolgerli bene in campo. "Sta facendo un buon lavoro" dice di lui Rivers "ma siamo costretti a chiamare pochi schemi e nei finali di gara mi preoccupo perché non abbiamo nei nostri schemi la seconda o terza opzione (che potrebbero coinvolgerlo)".
Walker intanto è sempre più felice di stare a Boston e ha visto molte cose cambiate "ci sono molte piccole cose di cui non mi devo preoccupare" riferisce 'Toine "come portare la palla, oppure stare seduto per sei o sette minuti in un quarto, non l'ho mai fatto finora, questo è un lusso, è grandioso". Si riferisce al fatto che in passato doveva fare di tutto, mentre ora si può permettere di preoccuparsi solo a giocare bene in post basso. Merito della profondità del roster creata dal general manager Danny Ainge e dal fatto che Rivers non ama particolarmente il tiro da tre come arma tattica principale.
Ainge dal canto suo ormai lo ha ammesso: ha sottostimato Walker. Non ha pienamente apprezzato o capito l'importanza di quanto importante fosse Walker nella vitale categoria dell'abilità di prendere per mano la squadra e portarla alla vittoria. Se la più grande difficoltà dell'era-Ainge a Boston era proprio quella di fronteggiare le avversità , parte di quelle difficoltà erano rappresentate dai giovani in roster e l'arrivo di Walker è proprio quello di fare da guida e da catalizzatore delle pressioni e delle critiche. Walker d'altronde è a suo agio nell'affrontare le avversità , così che i compagni di squadra, Pierce in particolare, si possono concentrare solo sul loro gioco. Confessa Pierce che "voi (i media, tv e giornalisti) mi davate troppa pressione addosso, ora invece mi sento meglio, con una pressione molto ridotta". Questo è uno dei segreti del buon momento dei Celtics. Forse il più importante.
Infortuni
Purtroppo riprendiamo a riempire questa sezione del report rilevando l'infortunio di Gary Payton. Guardando i tabellini si nota che il giocatore non ha saltato una partita, ma un'analisi più attenta fa notare che contro i Kincks ha giocato male, tra l'altro era in forse anche la sua partecipazione alla gara. Il suo problema è un dolore alla schiena, grave perché è di difficile soluzione se non si risolve da solo.
Gary ha stretto i denti e non è voluto mancare, ma nonostante nel passato abbia dato prova di poter fare stagioni intere senza assenze (4 partite saltate in 15 anni di carriera), ora l'età richiede un'attenzione più particolare agli infortuni. Per la prossima partita non è ancora certa la sua partecipazione e verrà presa una decisione all'ultimo momento.
"Non possiamo perderlo adesso" riferisce un preoccupato Rivers "ma è meglio adesso che dopo, ci ucciderebbe". Il dopo è inteso come play-off ed è chiaro che a Doc interessa particolarmente l'esperienza che Payton può dare quando le partite contano. In sua assenza avrebbero più spazio di giovani West e Banks e qualcuno è preoccupato nel notare come i due abbiano collezionato, per esempio, solo un assist in 14 minuti di gioco nell'ultima partita contro i Bulls, ma noi non siamo particolarmente preoccupati perché è difficile giocare bene quando entri in campo 2 minuti per quarto. Lo stesso discorso va fatto anche per Al Jefferson.
Curiosità
Il ritorno di Walker si fa sentire anche nelle casse della società . Dal suo ritorno gli spettatori sono aumentati in media di ben 2400 unità . Nell'ultima partita giocata in casa contro Chicago i 18624 spettatori hanno collezionato il settimo tutto-esaurito stagionale e ben il terzo dal ritorno di Walker. Nella precedente partita in casa contro Chicago gli spettatori erano 13109.
Appuntamenti e classifiche
Ancora tre incontri per la settimana prossima:
sabato a Detroit
mercoledì in casa contro Dallas
venerdì ad Atlanta
Settimana difficile con due squadre toste, che possono mettere in difficoltà i Celtics che hanno bisogno di riprendersi con partite facili. Ma forse serve proprio una strigliata per far capire che l'impegno dev'essere sempre massimo. Probabilmente la partita del riscatto sarà quella contro Atlanta, mentre già vincerne una delle due precedenti sarebbe un successo.
La classifica non è variata di molto rispetto alla settimana scorsa, con Boston sempre prima dell'Atlantic Division con un record sempre superiore al 55%. Dietro Philadelphia tocca il 50% di vittorie e vedremo se al termine della settimana prossima riuscirà a rimanerci sopra. La differenza tra le due squadre rimane elevata ed è pari a 3,5 lunghezze, una distanza ancora confortante, ma che non permette rilassamenti.
È interessante far notare come il record di Boston è il terzo di tutta la Eastern Conference a pari merito con Washington. Alla luce di questo fatto risultano esagerate le voci che vorrebbero sostanzialmente rubato il terzo posto dei play-off ad est da parte della vincitrice dell'Atlantic. E poi le regole sono fatte per essere rispettate, magari questi fatui discorsi verranno fatti per la Pacific Division fra qualche anno.
A risentirci.