Zach Randolph ha recentemente abbandonato la compagnia per infortunio.
La città di Portland, cestisticamente parlando, sta attraversando un periodo di caos completo, una confusione partita dalla ricostruzione parziale degli amati Trail Blazers ed ancora non terminata grazie alle decisioni discutibili prese dal management, un assemblamento di giocatori con scarsa chimica di squadra ed un libro paga tra i più alti della Lega, insomma una specie di NY Knicks della costa Ovest.
Negli ultimi anni, ad eccezione di quello passato, Portland è stata costantemente una pretendente al titolo grazie ad un ventennio di stagioni concluse con la partecipazione ai playoffs e due finali perse consecutivamente contro Pistons e Bulls, e difficilmente si spegnerà nel cuore dei tifosi il ricordo di quella maledetta gara 7 della Finale di Conference del 2000, quando i loro beniamini dominarono i Lakers per poi farsi sfuggire la partita di mano nel quarto periodo e subire una delle rimonte più leggendarie dello sport professionistico americano.
Di quella squadra è rimasto ben poco, in quanto la squadra e la città si sono allontanate parecchio negli ultimi 2-3 anni, a causa di episodi che hanno visto coinvolti a turno quasi tutti i componenti del roster e che hanno creato un'immagine negativa alla franchigia, ribattezzata come Portland JailBlazers.
Rasheed Wallace, ex-colonna portante della squadra, è stato campione di falli tecnici presi per anni e anni, ha tenuto comportamenti indisciplinati, discutibili, controversi ed infantili ed è stato mandato via lo scorso anno a Detroit facendo di fatto decidere e sorti del titolo Nba in un'operazione che intendeva togliere di mezzo tutti i personaggi considerati negativi per l'immagine della franchigia, visto che Portland vive quasi esclusivamente di basket professionistico e dunque i Blazers sono la squadra che più ha il contatto con la città stessa, davvero fedelissima alla squadra.
L'arrivo di Abdur-Rahim ha portato in città un gentleman, una giocatore di basket dotato ed educato, ma ancora privo di esperienza di postseason dopo 8 anni passati tra Vancouver ed Atlanta.
Bonzi Wells, altro elemento indisciplinato, ha avuto la stessa sorte di 'Sheed ed è stato mandato a rompere le scatole a Memphis, sacrificando ancora una volta un giocatore di talento ma incapace di tenersi lontano dai guai come testimoniano certi suoi atteggiamenti tenuti in campo e fuori.
Damon Stoudamire, beccato tempo fa per possesso di marijuana, ha passato la presente stagione a colloquio con presidente e general manager per capire quali intenzioni avesse nei confronti della sua auto-disciplina in relazione con la direzione presa dalla squadra, il suo contratto è in scadenza e non si sa se faccia parte dei programmi futuri.
Quyntell Woods è stato tagliato recentemente dopo lo scandalo di scommesse a cui era legato, coinvolto in un vergognoso giro di combattimenti illegali tra cani; Ruben Patterson, condannato per violenza carnale ai danni della baby sitter dei suoi figli, e Nick Van Exel, che ha dichiarato che si ritirerà piuttosto di vestire ancora la maglia dei Blazers, sono altrettanto predisposti nel praticare lo sport preferito dagli elementi di questa squadra, cacciarsi nei guai.
Le aspettative di questa stagione, in virtù dell'opera di repulisti (non ancora completa) attuata dalla direzione della squadra, non potevano certo essere altissime ed infatti Portland non farà i playoffs per il secondo anno consecutivo avendo abbandonato già da tempo ogni speranza senza nemmeno provare a combattere, ed avendo già accumulato 40 sconfitte.
Il recente licenziamento di Maurice Cheeks è stato per alcuni un necessario svoltare pagina, ma le colpe degli insuccessi dei Blazers possono essergli imputate solamente in parte. Non è infatti colpa sua se gli hanno dato in mano un roster di giocatori che la disciplina non riescono a trovarla nemmeno nel vocabolario e tantomento se molti di questi assumono atteggiamenti alla Darius Miles, sicuramente un buon elemento ma non certo il giocatore-franchigia, che non può aggredire verbalmente il suo allenatore se viene panchinato all'ennesima prova sotto il par, considerato che nei prossimi 6 anni prenderà 48 milioni di dollari e che finora ha dimostrato solo di essere l'ennesimo bambino viziato, arrivato professionista troppo in anticipo.
E quale figura può fare il presidente Steve Patterson, che non ha smentito la voce secondo la quale lo stesso Miles è stato risarcito dello stipendio perduto a causa della sospensione comminatagli da Cheeks in cambio della rinuncia da parte del giocatore di far arrivare una protesta ufficiale alla squadra tramite l'Associazione Giocatori?
Lo spogliatoio era diventato ingestibile ed il povero head coach, al quale era stato anche negato il rinnovo contrattuale, ha pagato come di consueto per tutti ed ora è stato sostituito ad interim da Kevin Pritchard, visto giocare nel college a Kansas a fine anni '80 ed ex giocatore Nba a Golden State e Boston, che ha già dichiarato che l'esperienza sarà solo provvisoria.
Pritchard ha dato il via all'operazione largo ai giovani che ha visto la cabina di regia andare ad un 19enne forse sopravvalutato come Sebastian Telfair, più famoso quale cugino di Stephon Marbury che non per le evoluzioni sul rettangolo di gioco, in attesa dei progressi tecnici che il ragazzino dovrà avere pena dimostrarsi una grossa delusione. La critica sostiene che Telfair stia finalmente giocando solo perché i Blazers devono giustificare la sua scelta nel passato draft e l'obbiettivo resta quello di far maturare la point guard mettendogli bene i testa che le giocate spettacolari vanno bene ma che nel suo ruolo c'è bisogno di grande personalità e di leadership, qualità ancora lontane anni luce dal profilo cestistico di "Bassy".
Un altro prospetto interessante potrebbe essere Travis Outlaw, che recentemente ha ben figurato sul parquet contro i Rockets nonostante la pesante sconfitta ottenuta dai Blazers.
Outlaw ha schiacciato in testa a Yao Ming, stoppato un tentativo di slam dunk di Mutombo ed ha scippato il pallone dalle mani di McGrady mentre questi lo fronteggiava uno contro uno. Conosciuto maggiormente come power dunker, Outlaw ha mostrato interessanti qualità in difesa in marcatura ed ha dimostrato di saper stoppare spesso e volentieri, oltre al fatto di aver cominciato a segnare punti in maniera costante.
Nelle scorse partite Outlaw ha segnato 17 punti (massimo in carriera) contro i Bulls, 12 contro i Grizzlies e 12 anche contro i Rockets ed ha cominciato a prendere fiducia in se stesso, sentendosi ora maggiormente coinvolto nel destino della squadra e pronto per affrontare le responsabilità che gli verranno date in maniera sempre più consistente, a patto che il suo finale di stagione resti alto a livello di produzione e di comprensione del gioco a livello difensivo.
Il resto del quintetto vede la presenza di Shareef Abdur Rahim, numericamente impeccabile ma non il trascinatore che ti porta la squadra dritta al titolo, da Joel Pryzbilla, dotato di grande fisico ma migliorabile in continuità di produzione e di ingenuità dei falli commessi, e presto da Derek Anderson, il quale rientrerà a breve dall'ennesimo infortunio dopo aver saltato 49 partite negli ultimi tre anni.
Il futuro non promette un granchè, vista la situazione salariale a dir poco penosa in cui si trova in questo momento la franchigia. Stoudamire, Van Exel e Shareef Abdur Rahim assorbono 38 milioni di dollari complessivi del monte salari di quest'anno ed i loro contratti sono in scadenza a fine stagione.
La dirigenza ha appena investito su Zach Randolph per 6 anni e 84 milioni di dollari complessivi solo per vederlo in stampelle a breve visto l'operazione chirurgica che dovrà affrontare per un guaio al ginocchio; dei 48 milioni di dollari di Miles abbiamo parlato in precedenza, e la situazione complessiva ha costretto la dirigenza a fare delle scelte drastiche.
Paul Allen, il proprietario plurimiliardario, si è visto costretto a cedere la proprietà del Rose Garden liberando la franchigia dai debiti ma anche privandola delle possibilità di guadagno derivanti da essa; la situazione oscura di molti dei giocatori ha danneggiato così tanto l'immagine del team che il front office non ha più tutto questo potere nel rinnovare i contratti con gli enti televisivi, arrivando a concludere accordi economicamente meno vantaggiosi per Portland ed infine le vendite dei biglietti e del merchandising sono venute meno, perché nessuno si vuole identificare con nessuno degli elementi presenti in squadra in questo momento, sia per i brutti precedenti di alcuni giocatori e sia per il basso profilo cestistico rappresentato dagli altri.
La speranza del presidente Patterson è che le mosse previste in questo e nei prossimi anni riportino al team la tranquillità perduta, l'immagine di una squadra vincente che ha voglia di interagire con la sua città ed una serie di nuovi giocatori con i quali i fans si possano identificare, portando via tutte le turbolenze che hanno minato gli equilibri di questa franchigia.
Ed una volta terminata la lunga ricostruzione, si augura un altro ventennio di partecipazioni ai playoffs, magari arrivando a quel titolo che manca dal 1977.