Thomas fatica a vedere il canestro contro le front line dell'Ovest: sarà così anche nei playoffs?
Due sconfitte di fila contro Golden State, nella Nba di oggi non sono un gran segnale; l'unica sicurezza, ora come ora, è che nel minutaggio non c'è spazio per Greg Ostertag. Derek Fisher, ora a San Francisco, ricordava una versione diversa dei Kings. "Era una squadra - ha detto - che sapeva come vincere assieme. Quando rinuncia a giocatori come Webber, Divac e Christie devi accettare un periodo di tempo per ricostruire una squadra."
Di certo sappiamo che la dirigenza non ha la stessa opinione. Non sappiamo quanto i contrattempi continui, fra tutti l'infortunio di Miller, abbiano minato le sicurezze dell'organizzazione. Due considerazioni per ribadire, come se ce ne fosse bisogno, quanto i "lavori" sono in alto mare:
Bibby ha giocato almeno 40 minuti negli ultimi sei incontri. Anche Geoff Petrie ha ammesso che l'unico giocatore insostituibile del sistema dei Kings è Mike Bibby. L'ex Arizona è Sacramento in un momento di grande incertezza, fra infortuni, 14 gare da giocare per terminare la stagione regolare e un record di 8-7 dalla "grande trade".
"So bene - ha spiegato Adelman - che sto chiedendo molto a Mike. Credo che cercherò di dargli qualche minuti di riposo a cavallo fra primo e secondo quarto, sfruttando la pausa e un time out."
L'importanza di Bibby va ben oltre i suoi numeri complessivi e la sua leadership nei finali punto a punto. Adelman pensa che il giocatore sia l'unico in grado, al momento attuale, di far fluire un attacco che, con 102 punti a partita è il secondo della lega, ma è sceso a 97 nelle ultime gare.
L'ex Grizzly ha 26 anni, può stare in campo anche 46-48 minuti ma chiedere allo stesso giocatore di organizzare, segnare, difendere un po' e segnare i tiri decisivi può essere pericoloso.
Si tratta di una situazione contingente: se Bibby sta fuori il back court è gestito da Cuttino Mobley e Eddie House, due giocatori offensivi, anche brillanti, ma che sono più portati a creare per loro che per la squadra. Recentemente Bibby ha saltato un allenamento per problemi a un polpaccio. Adelman ne ha approfittato per provare un attacco classico, in cui i post devono essere i registi occulti.
Questa è la grande differenza fra i Kings che abbiamo conosciuto, con Christie, Divac, giocatori in grado di organizzare il gioco e la squadra di oggi. Kenny Thomas non ha ancora dimostrato di poter raccogliere il testimone di questa posizione critica negli schemi dello staff tecnico. Questa è la seconda importate considerazione: l'ex Sixer ha avuto 24 punti e 9 rimbalzi nella vittoria 112-93 contro Porland. Nella seconda sconfitta contro gli Warriors in 34 minuti ha raccolto 18 punti e 11 rimbalzi.
Nonostante questo il titolare, per ora, rimane Darius Songaila, la cui produzione, minuto per minuto è più bassa. "Credo - ha spiegato Adelman - che in questo momento Songaila sia più a suo agio negli schemi perché li conosce meglio. Non è una soluzione definitiva però. Devo verificare ancora qualcosa." Quando Kenny Thomas è stato interrogato sulla sua soddisfazione in questo ruolo la risposta è stata più che chiara: "non sono contento".
La difesa subisce 95 punti a partita, 8 volte sopra i 100 dalla partenza di C-Web, ma non viene mai nominata dall'allenatore. Al massimo si parla di approccio, come dopo la sconfitta casalinga contro Golden State: "Questa squadra - ha spiegato - gioca come un gruppo che non ha più molto da chiedere a questa regular season, come se fossimo sicuri della post season e della nostra posizione."
La qualificazione, almeno quella, non è in dubbio. La posizione è un'enigma: il record di 42-27 è il quinto della Western Conference. Dallas, quarte, è vicina ma non vicinissima. Houston, la sesta, ha lo stesso numero di sconfitte e due vittorie in meno. Memphis non è lontanissima. Il calendario delle ultime partite è duro perché propone una trasferte a Denver, Detroit, Lakers presumibilmente all'ultima fermata della loro corsa playoffs, Cleveland e Phoenix. All'Arco Arena arriveranno Dallas, Seattle, Minnesota, Phoenix e LA Lakers. "Dobbiamo provare a vincerle tutte", dice chiaramente Adelman. Difficile che accada: un record di 8-5 sarebbe una benedizione. Non è detto però che a Sacramento convenga vincere per finire diretta nelle braccia dei Mavericks. Le ultime serie contro Dallas sono state vinte dalla squadra col vantaggio del fattore campo. I texani sembrano più solidi. Seattle è avversario più alla portata.