Mark Blount si trova molto bene a partire dalla panchina e sta offrendo buone prestazioni
Neanche il più ottimista dei tifosi bostoniani poteva immaginare come sarebbero cambiati i risultati sul campo dal famoso scambio che ha riportato Antoine Walker a Boston. 11 partite giocate da quel 24 febbraio e solo una sconfitta. Il resto sono solo vittorie. È un ottimo momento che potrebbe durare ben oltre la stagione regolare e regalare ai propri tifosi delle belle soddisfazioni, senza dimenticare che il meglio potrebbe arrivare nei prossimi anni.
Risultati
Washington Wizards @ Boston Celtics 101-105
Boston Celtics @ Charlotte Bobcats 119-110
Toronto Raptors @ Boston Celtics 109-110
Boston Celtics @ Houston Rockets 103-92
Commento
Gli aggettivi per descrivere quest'incredibile momento iniziano a scarseggiare quindi corriamo il rischio di ripeterci, ma è un piacevole rischio e quindi non ce ne preoccupiamo.
È capitato qualche volta quest'anno che ci siano state rivolte dubbi e perplessità riguardo al nostro, per loro, eccessivo ottimismo che traspare nei report settimanali. Abbiamo risposto sia privatamente che in questa rubrica con dovizia di particolari, eppure non per tutti eravamo stati convincenti. Sembrava incredibile che Boston potesse ottenere buoni risultati, visto il deludente recente passato ed i commenti non sempre benevoli sull'operato del general manager Danny Ainge.
La nostra ultima esortazione è stata di attendere con fiducia i risultati di questo lavoro, che sarebbero arrivati quando si sarebbero potuti raccoglierne i frutti. Fino al 24 febbraio pensavamo che questi frutti potessero essere raccolti solo nei prossimi anni, anche se qualcosa si poteva già vedere quest'anno, invece un'accelerazione decisiva è arrivata col famoso scambio che ha portato Antoine Walker a Boston.
Chi non è dentro le vicende biancoverdi è possibile che non si renda conto dell'importanza che ha un giocatore come Walker nell'economia del gioco. I Celtics erano come un giocattolo perfettamente costruito, dove mancava una vite centrale che non gli permetteva di mantenere un andamento lineare. Con l'arrivo della vite-Walker, il giocattolo-Celtics ha iniziato ad avere un'andatura perfetta ed il 10-1 ne è la prova.
L'abitudine alla sconfitta è una brutta bestia, giustifica le sconfitte e le considera normali, quando invece dovrebbero essere rifiutate con tutte le proprie forze. Quest'abitudine rischiava di portare i Celtics in un livello di mediocrità che non gli apparteneva e poteva far abituare anche i suoi tifosi livellandoli agli altri. I tifosi biancoverdi invece non si confondono nella massa, sono differenti ed anche la squadra deve essere espressione di questa diversità . Nel recente passato non lo era più, ora lo è di nuovo.
Una vittoria è una vittoria, nelle classifiche non cambia, la differenza è come viene presa, come viene vissuta, come viene assorbita nell'animo del tifoso Celtic. Nel prossimo futuro spiegheremo bene il concetto e tutti i tifosi biancoverdi potranno scoprire se sono veri tifosi Celtics e come devono fare per diventarlo. Mal che vada ci sono altre 29 squadre ed altri sport a cui rivolgersi.
La scorsa ottava Paul Pierce ha vinto il secondo premio stagionale per il giocatore della settimana. "(Questo premio) significa sempre qualcosa ma tendo a guardarlo come un premio di squadra perchè vinci questo premio solo quando la tua squadra gioca bene" ha commentato. Non è un caso che l'abbia vinto dopo il ritorno di Walker, difatti LaFrentz commenta "con il ritorno di Antoine, Paul è ringiovanito, è completamente differente".
Pierce risulta anche rinfrancato dall'aver saputo da Ainge che le voci che lo davano in partenza da Boston erano infondate. Ainge, da bravo general manager, non chiude la porta a nessuno scambio che sia vantaggioso per la franchigia, ha confermato che ci sono state delle squadre che hanno fatto delle offerte ma lui le ha sdegnosamente rifiutate ritenendo la contropartita molto bassa. Ainge d'altronde non ha mai fatto nessuna offerta, ne ha solo ricevute.
L'intesa tra Pierce e Walker è così forte che si sono trovati subito in sintonia ed i passaggi effettuati in partita tra i due sono stati automatici fin da subito. Fino al 24 febbraio nessuno avrebbe sentito dire da Pierce "(la partita) è una guerra psicologica, ma la gente non capisce la psicologia della gara, sto cercando di convincere i miei compagni di squadra a giocare col fuoco dentro, mettere le nostre emozioni in campo. Stiamo rispondendo". Così parla un vero Celtic. "Stiamo mostrando molto orgoglio" ha detto qualche giorno fa Rivers. Il "pride" sta tornando.
Dopo il terremoto della trading deadline, due sono i giocatori che più di tutti ne hanno sofferto: Al Jefferson e Mark Blount. Mentre il primo è molto giovane e non può che beneficiare dell'arrivo di Walker "sto imparando molto da quando c'è Antoine" anche se inevitabilmente il suo minutaggio è calato, Blount si è visto sopravanzare da LaFrentz, quest'ultimo messo giustamente titolare nello spot di centro. Per lui quindi un declassamento dopo le buone prove della passata stagione e conseguente buon contratto firmato in estate.
Il declassamento di Blount è stato inevitabile dopo che il ragazzo non è riuscito a giocare come un anno fa. Ora però che entra come riserva ha aumentato il suo livello di gioco e si sta proponendo come ottimo cambio di LaFrentz. In alcune partite sembra che sia quasi tornato quello dell'anno scorso, come contro Houston, quando è stato il miglior realizzatore della partita con 22 punti ed un fantastico 11 su 16 dal campo conditi con 6 rimbalzi.
La partenza dalla panchina sembra averlo tranquillizzato, infatti sembra che non riesca a sostenere il peso che comporta una partenza da titolare. Walker ha già capito tutto su di lui "Mark è uno di quei giocatori che si tengono dentro le emozioni. Se gli diamo ottimi palloni, avremo una specie di mostro a tre teste come centro".
Dopo Davis, quindi, anche Blount fa in modo che la panchina dei Celtics sia considerata una delle migliori dell'intera NBA. "Questi ragazzi sono sorprendenti, sbalorditivi" ha detto Pierce dopo un'ottima prova della panchina contro i Wizards, con 50 punti contro i soli 16 della panchina di Washington.
Lo stesso Ricky Davis sente che la vittoria per il sesto uomo dell'anno è molto vicina. Dalla stagione 1982-83 viene consegnato questo riconoscimento e da allora solo tre volte un Celtic è riuscito a farselo assegnare: due volte Kevin McHale nel 1983-84 e nel 1984-85 (attuale GM di Minnesota) ed una volta Bill Walton nel 1985-86 (padre di Luke Walton che gioca nei Lakers).
Il suo contributo è evidente sia in attacco che in difesa. "Tutto quello che voglio è una possibilità di giocare e di vincere. Quando sono venuto ai Celtics ero consapevole della tradizione e sono proprio felice di andare in un posto a cui importa prima di tutto vincere". Un giocatore con un passato non brillante che si adatta, si tranquillizza e si trova bene nella nostra amata squadra.
Con la trasferta ad Houston, Kendrick Perkins torna nei luoghi dove ha giocato durante gli anni scolastici. Purtroppo per lui questo non gli ha garantito dei minuti per giocare ed i 20 amici e parenti presenti all'arena di Houston sono rimasti delusi. Il giocatore assicura impegno e concentrazione, ma il ritorno di Walker e la ripresa di Blount gli hanno chiuso le porte. Ci sarà spazio per lui, purtroppo non quest'anno.
Tra l'altro nella gara contro Houston la squadra texana era in striscia positiva di 6 partite, mentre Boston era a quota 5. Bravissimi i ragazzi di Rivers ad interrompere la loro striscia vincente. Attualmente dall'arrivo di Walker, Boston ha aumentato le segnature da 100,5 a 107,8 punti ed i rimbalzi ora sono a quota 43,5 contro 40,5 prima del 24 febbraio.
Infortuni
Nessun infortunio rilevato, neanche leggero in allenamento. Quest'anno i Celtics sono relativamente fortunati poiché il solo Delonte West è stato martoriato da due infortuni uno di seguito all'altro. Ora che anche lui sta bene è per fortuna difficile trovare qualcosa da dire in questa rubrica. Speriamo che sia così fino a fine stagione.
Curiosità
La vittoria contro Charlotte di questa settimana è la quarta in questa stagione. Ora non sono in programma altre partite con quella squadra, quindi Boston le ha vinte tutte. In questa situazione sono anche Cleveland (4-0) ed Indiana (3-0), ma sono ben altre sei le squadre che possono raggiungere le tre citate in questa particolare statistica.
Appuntamenti e classifiche
Il ritmo rallenta la settimana prossima visto che ad attendere i Celtics sono solo tre incontri:
sabato a New Orleans
mercoledì a New York
venerdì in casa contro Chicago
Obiettivamente non vediamo come i Celtics attuali possano perdere le prime due gare. L'unico problema potrebbe essere un rilassamento dopo gli splendidi risultati ottenuti fino ad oggi. Qualche attenzione in più potrebbe riservare la gara casalinga contro Chicago, ma i Celtics hanno troppa esperienza in più per poter essere impensieriti. Vero è che se al record attuale di 10-1 i Celtics arrivassero ad un 13-1, la cosa inizia a prendere una piega molto spaventosa " per gli altri.
La classifica rispecchia pienamente l'ottimo momento dei Celtics. Ormai Philadelphia, l'unica che poteva impensierire Boston, è a 4,5 lunghezze (quindi 9 risultati utili) e sinceramente non sappiamo come possano impensierire i Celtics. Loro sono ancora alle prese con il 50% di vittorie, che non riescono ancora a superare, Boston invece ha superato il 55% e sta viaggiando spedita verso il 60%, nostro obiettivo stagionale stabilito dopo la trading deadline. Piuttosto Philadelphia dovrebbe stare attenta a New Jersey dell'Atlantic e Orlando della Southeast.
L'unica speranza per Phila è aggrapparsi ai due scontri diretti in programma con Boston, di cui il primo è il prossimo 3 aprile in diretta nazionale. Vincere lì non sarebbe sufficiente, Boston dovrebbe avere un improvviso crollo, ipotesi al momento molto lontana dalla realtà .
Manca un mese esatto alla fine della stagione regolare, quindi dalla prossima settimana inizieremo con le ipotesi sulle probabili avversarie dei Celtics nei play-off, i quali ormai sono praticamente sicuri, infatti anche la competente ed esigente stampa bostoniana ritiene ormai chiusa la corsa per la vittoria dell'Atlantic Division.
A risentirci.