Quando Duncan sfoggia queste tenute, per gli Spurs si fa duretta…
Venti giorni altalenanti. Venti gironi di infortuni, che hanno limitato molto il rendimento dei San Antonio Spurs e hanno diffuso fra opinionisti e addetti ai lavori qualche dubbio sulla effettiva consistenza di Tim Duncan & co. Sei vittorie e tre sconfitte. Un trend leggermente negativo rispetto alla media nero-argento, che ha frenato la corsa dei campioni del mondo 2003, allontanandoli di una vittoria dal primato in classifica della Nba, ora detenuto dagli invincibili Miami Heat di Shaquille O'Neal e Dwyane Wade.
RISULTATI:
26 febbraio: San Antonio Spurs-Memhpis Grizzlies = 82-84
28 febbraio: Cleveland Cavs- San Antonio Spurs = 92-94
2 marzo: San Antonio Spurs-Toronto Raptors = 92-86
4 marzo: San Antonio Spurs-Chicago Bulls = 102-99
6 marzo: San Antonio Spurs-Utah Jazz = 101-94
8 marzo: San Antonio Spurs-New Jersey = 90-74
9 marzo: Phoenix Suns-San Antonio Spurs = 107-101
12 marzo: San Antonio Spurs-Denver Nuggets = 87-90
14 marzo: San Antonio Spurs-New Orleans Hornets = 112-89
Record in questi ultimi 20 giorni: 6W-3L
Record in stagione: 48W-15L
LE SCONFITTE
Memphis, Denver e Phoenix. Queste le squadre che sono riuscite a piegare la resistenza degli Spurs. Ma se la caduta con Memphis è dipesa soprattutto dalla grande qualità espressa dai Grizzlies il 26 febbraio al FedEx Forum (palla persa decisiva di Manu Ginobili a 3'' dalla sirena), quelle con i Suns e i Nuggets sono arrivate anche e soprattutto per le importanti assenze che San Antonio ha dovuto sopportare.
Tim Duncan e Emanuel Ginobili infatti hanno saltato le sfide del 9 e del 12 marzo a causa di infortuni riportati nelle partite precedenti (distorsione alla caviglia per il caraibico e contrattura del linguine il secondo) e il diverso rendimento nero-argento si è subito notato: 197 punti subiti in due partite, dominati a rimbalzo (99-83), scarsa circolazione di palla, poca pressione sul portatore e intensità limitata al minimo indispensabile.
Ma aldilà di tutto, quello che ha veramente preoccupato Gregg Popovich è stata la scarsa convinzione con la quale hanno giocato i sostituti delle due All-Star in infermeria. Devin Brown, Tony Massenburg, Rasho Nesterovic, Robert Horry e Beno Udrih non hanno inciso minimamente nel match contro i Suns, lasciandosi dominare in ogni zona del campo e con assoluta facilità dagli uomini di Mike D'Antoni.
Peraltro poco hanno combinato anche nella partita successiva contro i Denver Nuggets e lo scarso apporto profuso ha poi inciso pesantemente nell'economia finale della partita, quando un Tony Parker scarico, non è riuscito a chiudere un match già vinto (10-0 di parziale negli ultimi due minuti).
Il massimo sforzo, come dicevamo, è invece stato fornito da Tony Parker, che, nella sfida contro il pari-ruolo Steve Nash, di motivazioni ne aveva parecchie. Il franco-americano ha infatti siglato una delle sue migliori prestazioni stagionali, mettendo a referto la bellezza di 30 punti (14/31 dal campo), 4 rimbalzi, 5 assist e 3 rubate.
Nella sfida successiva contro i Nuggets, invece, Tony Parker ha continuato a imperversare con il suo gioco fatto di penetrazioni fulminee e aggressività fuori dalla media, tentando anche di coinvolgere di più i compagni di squadra, i quali, nella sfida precedente, avevano svolto più il ruolo di spettatori che di giocatori Nba. 25 punti (10/19 dal campo e 5/8 ai liberi), 3 rimbalzi e 4 assist il tabellino del francesino trapiantato nella Nba da ormai tre anni e che, quest'anno, sta disputando la sua migliore stagione in carriera: 16.7 ppg, 6.2 apg e 3.9 rpg.
LE VITTORIE
C'è poco da fare. Quando giocano quei due, al secolo Manu Ginobili e Tim Duncan, per gli altri c'è poco da fare. Solo un miracolo allo scadere o una disattenzione in extremis, possono condurre gli Spurs ad una sconfitta (per informazioni chiedere a Tracy McGrady).
Entusiasmante quella con i Cleveland Cavaliers di Lebron James, con un Tim Duncan caldissimo, che ancora una volta si conferma go-to-guy per eccellenza. A 5 secondi dalla fine, con gli Spurs sotto di un punto, piazza il jump della vittoria sulla sirena, annichilendo gli oltre 20mila spettatori accorsi in massa alla Gund Arena per sostenere il loro "Chosen One" preferito.
In scioltezza quella contro Toronto, che invano ha resistito nel primo tempo e che nella ripresa si è arresa allo strapotere qualitativo degli speroni. Imperiale la prestazione di squadra. Una lezione di basket a tutti i presenti, con il solo neo delle palle perse (15) a rendere umana una prestazione che con la Terra ha veramente poco a che vedere: cinque uomini in doppia cifra, almeno un canestro segnato per tutti i membri del roster, dominio totale a rimbalzo e in area pitturata, circolazione della palla ubriacante, percentuale dal campo insolita ormai per un parquet Nba (51.4% con 37/72) e difesa spaziale che ha concesso solo 26 canestri su 71 tentavi ai disgraziati Raptors. Applausi.
Dominanti quelle contro Chicago Bulls e Utah Jazz. Non nel punteggio, ma per le grandissime prestazioni fornite dai “soliti” Duncan e Ginobili. L'ex nuotatore il 4 marzo assomigliava ad un marziano al quale nessuno ha saputo replicare: 30 punti (12/20 dal campo e, udite udite 7/7 ai liberi), 13 rimbalzi, 2 assist, una stoppata e una rubata.
L'argentino che, da parte sua, ha risposto a quanti gli chiedevano perché in Italia lo chiamavano Mr. Kobe: 31 punti (7/11 dal campo, ¾ dall'arco e 14/15 dalla lunetta), 8 rimbalzi e 7 assist. Da spellarsi le mani"
Da sbadigli invece quelle con New Jersey e New Orleans(a un quarto dalla fine addirittura +40 sui disastrati Hornets). Non certo per colpa degli speroni, che di fronte a così inconsistenti avversari, dimostra quanto elevato sia il suo spessore e quanto sia dannoso l'allargamento a 30 franchigie. In partite come queste il garbage time diventa un obbligo e, a volte, un terribile supplizio.
IL FUTURO
Nei prossimi 15 giorni i San Antonio Spurs disputeranno 8 partite: 5 in casa e 3 fuori dalle mura amiche texane. Interessante, soprattutto in chiave “anello”, la sfida con i Detroit Pistons campioni del mondo che potranno contare anche su Larry Brown perfettamente ristabilitosi dopo il recente secondo intervento all'anca subito nei giorni scorsi.
Importante e spettacolare sarà poi il match contro gli Houston Rockets di Yao Ming e Tracy McGrady. I recenti trascorsi ne sono un evidente testimonianza.
Alla fine di questo ciclo comunque, ne sapremo sicuramente di più su chi, tra Phoenix, San Antonio e Miami possa essere definita la migliore squadra della lega per la stagione 2004/2005…almeno in stagione regolare…
Ecco le partite nel dettaglio:
16 marzo: San Antonio Spurs - Minnesota Timberwolves
18 marzo: San Antonio Spurs - Charlotte Bobcats
20 marzo: Detroit Pistons - San Antonio Spurs
21 marzo: New York Knicks - San Antonio Spurs
23 marzo: Indiana Pacers - San Antonio Spurs
25 marzo: San Antonio Spurs - Atlanta Hawks
27 marzo: San Antonio Spurs - Houston Rockets
30 marzo: San Antonio Spurs - Seattle Sonics