'Grant Hill 4 MVP'… provocazione o concreta possibilità ?
La giuria è al completo ed io, al grande tavolo in noce, siedo a fianco di un paio di canuti ometti giacca-cravattati. Mi viene spiegato che si tratta solo di mettere giù due nomi. Niente di più facile, specialmente dopo una così intensa stagione regolare alle spalle. Carta intestata dell'NBA e in cima al foglio il titolo "Mvp 2005". Una serie di nomi con la casellina da crociare. Che emozione, che sogno!
In alto c'è Garnett, la conferma. Poi Duncan, la completezza vincente; James, il futuro già fortemente presente; Kobe, Shaq, Nash, T-Mac, Allen Iverson e Jesus Shuttlesworth seguono in rigoroso ordine sparso. E" E lui dov'è?
Per quanto mi riguarda - e quindi, lo so, conta poco e al tavolo sono in tanti, ben più titolati - il mio candidato non è presente nell'elenco. "Scusate" - chiedo con l'aria innocente del principiante poco avvezzo all'ambiente nel quale si trova - "Scusate, ma Grant Hill è su un altro foglio?"
Sorrisi sommessi, facce perplesse e un silenzio imbarazzante invadono come un gas la sala che, mi accorgo solo ora, dà sulla quinta. Che vista.
Ho detto la cazzata del secolo? Non ci posso credere, nessuno mi dà retta, non ci posso credere: lo so che è eticamente scorretto e che "tecnicamente" c'è di meglio, però" Però" Forse no.
Senza sapere chi si nasconda dietro quegli abiti firmati inizio un'arringa che manco Denzel in Philadelphia. Lo sto facendo e ora lo porto fino in fondo: l'emozione è stata superata dalla foga di rivalsa!
Tanto per cominciare parliamo di numeri, perché so che gli piace ed è giusto che abbiano il loro spazio sulla bilancia. Stiamo parlando di un ala da 19 punti, 5 rimbalzi e 4 assist, che schifo non fa. Andiamo oltre. Solo James e Nash hanno dato un contributo tale da incrementare le vittorie in modo significativo tra la scorsa regular e questa e se la speciale categoria valesse come 'conditio sine qua non', allora non potremmo cominciare a scartare subito KG e Kb8.
Concentrandosi sull'odiata matematica e ponendo il fatto che Francis valga quanto T-Mac, la differenza tra la stagione scorsa e questa, in casa Magic la fa indubbiamente solo e unicamente Grant. Ma noi non vogliamo concentrarci sui numeri, vero? Ah, meno male"
Detto ciò, di certo non mi sembra affatto un azzardo pensare a lui come MVP. Alzi la mano chi ha il coraggio per dirmi che qualcuno lo merita di più e me lo motivi, ve ne prego. E' un miracolo sportivo bello e buono, è un dono per tutti, una storia da insegnare, un esempio da seguire, un gioiello sportivo e umano dal quale imparare. Lo guardi e ti insegna ogni aspetto del gioco: come ci si muove senza palla, come si difende, come si passa, segna, tira e come si va a rimbalzo; come si corre occupando il giusto lato del campo, come si parla con compagni, staff, arbitri, pubblico, media.
Che gli hanno "cementato" una caviglia, disarticolandola dal resto dell'arto, ve l'ho già detto? No, forse, no: parliamo anche di quello, perché non è scarto di prodotto, ma rende più completo il quadro del personaggio Hill.
L'odissea di Grant, termina esattamente 2 anni fa, quando il chirurgo James Nunley frattura chirurgicamente la caviglia per permettere di riallinearla correttamente. Prima le convulsioni, la perdita di controllo di braccia e gambe, poi un'infezione potenzialmente mortale disegnano a matita un sottile filo tra che divide l'impresa medica, dal fallimento più totale.
Grant è ancora sotto i ferri, per l'ennesima volta in 4 anni, subito dopo l'operazione più delicata della sua vita: sette ore di intervento, un pezzo di epidermide asportato per chiudere la ferita apertasi improvvisamente sulla caviglia, antibiotico endovena tre volte al giorno per otto settimane. Hill non è più lui.
Non riesce a fare le scale, correre è un obiettivo secondo solo al camminare correttamente. Ma ce la fa. L'estate scorsa è decisiva: Shaq permette al numero 33 di Orlando di usare il suo playground privato nella casa di Orlando. Si viaggia dai 500 ai 600 tiri in sospensione al giorno.
Un milione quattrocentonovantasettemila quattrocentottantanove fedeli del gioco scrivono "Hill, Grant" in F per l'All Star Game di Denver. Dietro di lui Jermaine O'Neal, Wade, Francis, Kidd e Marbury. I 93 milioni di dollari di contratto, tanto tirati in ballo e mai messi in discussione da Weisbrod valgono ogni singolo centesimo.
Se questa storia per voi non ha valore e se qualcun altro merita di più vi prego di motivarlo, di farmi sbattere la testa contro un muro che io non vedo, che per me è invalicabile. Kobe merita di più? Garnett merita di più? Nash? LeBron? Io credo di no.
See ya' bye In The Zone
Andrea De Beni