Tony Parker guiderà gli Spurs ad un nuovo titolo NBA?
Archiviato l'All-Stars Game e con la deadline per gli scambi a modificare significativamente alcuni roster, è arrivato il momento di fare un primo bilancio di quanto successo da novembre fino ad oggi nella neonata Southwest Division della Western Conference, la divisione più competitiva della Nba.
La ridistribuzione delle divisioni, con l'arrivo di Charlotte, ha portato New Orleans nella Western Conference e mantenuto assieme il triangolo del Texas formato da San Antonio, Houston e Dallas; infine i Memphis Grizzlies completano la composizione di questo nuovo raggruppamento.
1) San Antonio Spurs
Gli Spurs, in parole molto schiette, sono i favoriti per il titolo Nba. Dopo alcuni tentennamenti iniziali, la squadra di Gregg Popovich ha iniziato e concluso con successo la rincorsa ai sorprendenti Suns ed ora hanno il miglior record di tutta la lega con una sconfitta in meno di Phoenix. San Antonio è imbattibile in casa, in virtù di una sola sconfitta al SBC Center e può contare su due superstar quali Tim Duncan e Manu Ginobili.
Il caraibico sta accumulando il solito numero altissimo di doppie doppie stagionali e viene utilizzato per 35 minuti di media da Popovich, parametro che dà l'idea della sua efficacia se confrontato con le altre stelle della Nba. Duncan sta segnando 21.3 punti a partita con il 50% dal campo, abbinati a 11.8 rimbalzi e 2.7 stoppate ed ha perso qualche partita per un'iperestensione del ginocchio, infortunio già archiviato. Su Manu non si può dire abbastanza, quest'anno è arrivata l'esplosione definitiva contornata dalla prima convocazione dell'argentino all'All Stars Game.
Manu è un buonissimo difensore come dimostrano gli 1.76 palloni rubati di media ed è un penetratore eccezionale, quasi non fermabile; ha stracciato il suo career high di punti contro i Suns infilandone 48 dimosrando tra le altre cose di avere una certa tendenza a prendere per mano la squadra nelle partite importanti, qualità che torna molto utile in postseason.
Il gioco in attacco si è fatto più veloce grazie alle doti in campo aperto di Ginobili e di Tony Parker, altro elemento chiave della squadra che sembra essere maturato e pronto per condurre stabilmente una squadra da titolo, mentre la difesa è rimasta quella che era, ovvero la migliore della Nba con 86 punti concessi a partita in una stagione dove le medie realizzative sono tornate a livelli alti.
A questo si aggiunge la presenza di Bruce Bowen, tenace difensore e non più attaccante mono dimensionale da dietro l'arco dei tre punti. Bruce, infatti, osa molte più penetrazioni di quanto non abbia fatto finora e anche se l'aspetto resta migliorabile almeno aggiunge un'arma supplementare al suo classico tiro da 3 dall'angolo. Restando in tema di tiri da 3 punti, il nuovo arrivato Brent Barry ha superato l'ostacolo della confidenza con il canestro che sembrava aver perso ed ora è tornato ai livelli consueti con una percentuale dalla distanza attorno al 50% da gennaio in poi.
L'arrivo dal mercato di Nazr Mohammed aggiunge fisicità nella parte difensiva del canestro ed una buona tecnica difensiva, cosa che Nesterovic non può garantire; per averlo è stato mandato ai Knicks Malik Rose e Popovich sicuramente non rimpiangerà la mossa vista la scarsa simpatia nei confronti di Malik.
Gli Spurs sono la squadra da battere nella Western Conference per solidità , per la difesa e per l'esperienza dei vari elementi nelle partite che contano.
Dallas Mavericks 35-16
I Mavericks vengono da una offseason piena di cambiamenti. Ceduti Jamison e Walker e perso Steve Nash con la free agency, sono arrivati Jason Terry ed il rookie Devin Harris che hanno avuto un impatto positivo inserendosi in un reparto offensivo con mille bocche da fuoco. Da Washington è arrivato Dr. Jerry Stackhouse che si è scoperto sesto uomo importante, che cambia il ritmo a partita in corso essendo giocatore in grado di scaldare il tiro alla svelta, mentre in mezzo all'area è arrivata una piacevole presenza, quella di Erick Dampier, che garantisce presenza a rimbalzo ed un bel corpaccione da mettere contro i colossi che i Mavs potrebbero affrontare nei playoffs.
Il leader è Dirk Nowitzki, la meraviglia tedesca, che ha dimostrato di saper viaggiare alla grande anche senza l'amico Nash. Dirk è stato autore di partite assolutamente incredibili come il shoot-out nel confronto diretto con McGrady, ed è il terzo miglior marcatore della Nba con 26.8 punti ai quali aggiunge 9.8 rimbalzi di media. Fermarlo è complicato, in quanto il raggio di tiro è illimitato ed i movimenti in post, in avvicinamento al canestro sono quanto di più efficace si possa trovare.
La sorpresa è Josh Howard che è chiaramente il miglior difensore dei Mavs ed eccellente attaccante in penetrazione, dove mette tutta l'aggressività che serve e completa talvolta anche giochi da tre punti. Come dimenticarsi di Michael Finley? Qualche addetto ai lavori lo dà in calo, ma le sue ultime prestazioni dicono il contrario; ogni tanto incappa in brutte percentuali al tiro ma quando è in serata è sempre decisivo, e comunque vederlo giocare e tirare resta una delle cose più belle mai viste nella Nba.
Un'addizione importante, ma passata quasi inosservata, è stata quella di Alan Henderson. Il veterano ex Hawks ha portato inaspettatamente una buona difesa e rimbalzi importanti quando tutti pensavano che i Mavs l'avessero incluso nello scambio Walker-Terry solo per disfarsene subito, visti i problemi di infortunio negli anni recenti. Dato che a Cuban piace parecchio cambiare, Henderson è stato ceduto a Milwaukee qualche giorno fa, nel quadro dell'affare Van Horn, ma com'è di moda ultimamente i Bucks l'hanno subito tagliato e Alan è tornato alla base: mah…
Squadra dunque grandiosa in attacco i Mavericks, ma il problema è sempre quello: o si segna più dell'avversario visto che la difesa è migliorata ma non così tanto, oppure ci si ferma sempre lì, ad un paio di vittorie dalla finale.
Houston Rockets
Dopo aver fatto piazza pulita della vecchia gestione mandando Francis, Mobley e Cato ad Orlando per avere T-Mac, sono partiti male a causa di una chimica di squadra di basso livello, a causa dell'assenza di un vero play e di una guardia tiratrice. Sono andati sul mercato prima di tutti ed hanno sistemato i reparti bisognosi prendendo David Wesley dagli Hornets in cambio di Jim Jackson e scambiando l'inadatto Tyrone Lue con un ottimo elemento quale Jon Barry.
Da quel momento i Rockets hanno cominciato la rincorsa, e da un record in negativo sono arrivati 9 partite sopra il 50% con striscie intriganti di vittorie ed un record divisionale interessante di 7-3.
McGrady sta giocando una stagione stellare con valanghe di punti, 26 a partita, e parecchie castagne tolte dal fuoco, come la strepitosa rimonta e vittoria in meno di un minuto contro San Antonio. T-Mac vuole dimostrare di non essere più il giocatore egoista di Orlando (ha 5.8 assist di media al momento) aspetto essenziale per arrivare all'anello, ed ultimamente la sua intesa in pick'n'roll con Yao Ming sta diventando pericolosa.
Il cinesone ha giocato la prima parte di stagione un po' al di sotto delle attese con 19 punti e soli 8.6 rimbalzi a partita, davvero pochini per un 2.20. L'avvicinarsi della primavera, come ogni anno, sta piano piano migliorando le prestazioni di Yao, che resta uno dei giocatori più immarcabili della lega vista l'altezza da cui tira e l'efficacia dei suoi tiri piazzati; inoltre ha un'ottima percentuale ai liberi ed in un possesso decisivo per la vittoria questo può fare la differenza.
Il reparto guardie ha visto la sparizione totale di Charlie Ward ed il progressivo miglioramento di Bob Sura, veramente importante in molti frangenti in questa stagione. L'arrivo di David Wesley ha portato tiro da tre ed una buonissima applicazione nel versante difensivo ed ha coperto degnamente la posizione più debole che i Rockets avevano ad inizio di campionato.
Houston è reduce da una striscia pre-All Star di 8 vittorie consecutive ma deve guardarsi le spalle dalla rimonta di Memphis, staccata di pochissimo; i Rockets sono attualmente in sesta posizione e potrebbero arrivare quinti (non sono distanti da Sacramento) come anche settimi.
L'ultima mossa è stata la spedizione a New York di Maurice Taylor in cambio di Vin Baker e di Moochie Norris, cavallo di ritorno. La mossa è stata operata esclusivamente effettuata per scaricare il pesante contratto di Taylor ed oltre a questa i Rockets ne hanno messa a segno una di maggiore importanza prendendo Mike James da Milwaukee per aggiungere profondità al ruolo di guardia.
La squadra è migliorata tantissimo, ma l'impressione è che sarà competitiva per il titolo tra un paio d'anni.
Memphis Grizzlies
Una delle migliori storie della stagione. Sono entrati in questo campionato con l'obbiettivo di ripetere la performance dell'anno scorso, quando si qualificarono per i playoffs per la prima volta nella storia della franchigia ed ottennero un numero di vittorie record con 50.
Le cose non sono iniziate benissimo a causa di problemi interni alla squadra, con Hubie Brown in conflitto con Jerry West per via di disaccordi sul coaching staff e su alcuni scambi che la squadra avrebbe voluto impostare, così è arrivata qualche sconfitta di troppo a guastare un pochino l'ambiente.
Il ritorno di Mike Fratello su una panchina dopo un'assenza di 6 anni ha rappresentato la svolta della stagione ma la squadra ha semplicemente continuato a giocare come sapeva, ovvero con tanta difesa, contropiede quando si può e 12 uomini su 12 con minutaggi distribuiti in maniera giusta e che vengono utilizzati costantemente nella rotazione.
Il leader è Pau Gasol, che sta segnando circa 19 punti a partita ed è l'uomo a cui toccano i palloni decisivi negli ultimi possessi. Il catalano ha perso qualche partita per infortunio, ma è pronto a dare nuovamente il suo contributo dopo l'assenza ed è supportato da un cast che potrebbe fare invidia a chiunque. Accanto a lui c'è Jason Williams che a Memphis si trova bene ed è maturato soprattutto nella disciplina tecnica e nonostante questo ha delle licenze per continuare a produrre i suoi funambolici numeri su passaggi ed alley-oops e colleziona 6.2 assists a partita.
Il quintetto è completato da Shane Battier, buonissima ala perimetrale e solido contributore con punti ,rimbalzi e tiri da tre; da Mike Miller, che se sta bene fisicamente può dare fastidio dalla distanza ed è anche un buon atleta, e da Lorenzen Wright, che si smazza in mezzo in un ruolo non suo sia per doti fisiche che tecniche.
Bonzi Wells è stato spostato nel ruolo di sesto uomo, dove produce di più che non in quintetto, e si è ripreso da un brutto inizio di campionato dove le percentuali al tiro sono state pessime. Bonzi resta uno dei migliori talenti in circolazione, restano dubbi sempre sulle sue qualità caratteriali. Dalla panchina emergono spesso le prove di Brian Cardinal, ala presa come free agent da Golden State che ha messo a disposizione della squadra il suo tiro da tre punti, tanta energia e difesa ed il rookie Antonio Burks che seppur non giochi molto ha mostrato nelle ultime partite interessanti segnali di crescita. Grazie a gente come loro e come Stromile Swift, James Posey ed Earl Watson, la panchina di Memphis segna 35 punti di media a partita, 10 in più degli avversari affrontati.
La cura Fratello ha prodotto una partenza, da quando il coach ha preso la guida, fatta di 19 vittorie e 9 sconfitte, con 11 di queste vittorie arrivate in casa a fronte di sole 3 sconfitte.
Le ultime 15 prestazioni parlano di 12 successi e 3 sconfitte, per cui una striscia impressionante visto come si erano messe le cose, ed ora il team è in zona playoffs con la settima posizione della Western Conference. L'obbiettivo è quello di superare lo scoglio del primo turno e comunque di vincere più partite possibili vista la magra figura fatta l'anno scorso contro San Antonio.
Se la squadra arrivasse ad aprile così in forma e così unita ci potrebbero essere delle sorprese, in quanto Minnesota e Denver stanno disperatamente cercando un posto al sole, ma se questa division resta così compatta le difficoltà per riuscirvi non saranno poche.
New Orleans Hornets
La pecora nera della division, anche se parzialmente giustificata dalle assenze illustri di Baron Davis, Jamal Mashburn e McGloire.
Il trasferimento ad Ovest ha putroppo sortito gli effetti temuti e gli Hornets non sono competitivi visto il basso livello della Eastern degli ultimi anni. Il trasferimento a New Orleans non ha prodotto l'entusiasmo previsto in città e sembra che sia stato fatto un buco nell'acqua.
La squadra è in ricostruzione, come testimonia lo smantellamento quasi completo di un team che ad est aveva detto la sua negli anni recenti.
Il Barone è stato spedito a Golden State, Mashburn è stato scaricato a Philadelphia in cambio del nullo Glenn Robinson e precedentemente era arrivata la cessione di David Wesley per Jim Jackson, che tra l'altro non aveva mai vestito la maglia degli Hornets ed era stato subito girato a Phoenix.
Gli scambi, assieme alla cessione di Darrell Armstrong, hanno portato una ventata di gioventù promettente e su tutti si distingue Dan Dickau che sta giocando della pallacanestro inimmaginabile anche solo all'inizio della stagione, quando assaggiava pillole di minutaggio in quel di Dallas.
Assieme a lui il futuro è chiaramente JR Smith, che ha avuto maggior spazio nel ruolo di guardia grazie alle cessioni dei titolari precedenti ed è stato nominato rookie del mese in gennaio. Interessanti anche le addizioni di Casey Jacobsen e di Nachbar, ma l'obbiettivo per quest'anno è la prima scelta assoluta del 2005, con la quale si potrebbe dare il via al nuovo corso; con 11 vittorie all'attivo non si può certo ambire ad altro.