Chi vincerà questa sfida?
Quando si parla di sport, che sia l'italico pallone o, nel nostro caso, l'americana NBA, è bello passare il tempo con le chiacchere da bar, e uno dei temi preferiti tra gli sportivi, o meglio tra i tifosi, è il confronto tra i giocatori: qual è il più forte?
Pensando a questo tipo di chiacchiera, e per tale deve essere preso questo articolo, mi è venuto in mente un confronto tra le tre guardie più dominanti del campionato NBA e mi sono chiesto chi è il più forte tra LeBron, Kobe e TMC.
Anzitutto debbo fare una premessa: il solo fatto che possiamo mettere a confronto un pischello di vent'anni come Lebron con due star affermate, con quasi dieci anni di professionismo, depone assolutamente in favore della guardia di Cleveland e subito siamo portati a pensare: se questo migliora…non ce n'è per nessuno!
Il dato eclatante è proprio che questo migliora veramente: è un ragazzo intelligente, e si vede, fisicamente esplosivo e sviluppato nella muscolatura come nessuno degli altri due era alla sua età . Non solo: ancora qualche sua scelta dimostra la titubanza su ciò che è giusto fare in ogni momento del gioco, ma il fatto che non si incaponisca mai a fare sempre le stesse cose e che, soprattutto, non pensi solo a se stesso, ma alla squadra, è il sintomo che ci troviamo di fronte ad un vero e proprio genio…
Attualmente, il suo più grande difetto è la difesa, ma non perchè gli manchi la reattività , tanto è vero che è uno dei primi dei suoi Cavs nelle palle rubate, quanto nella difesa di posizione… quel lavoro sporco alla Bowen degli Spurs, per intenderci, o che un MJ venne ad insegnare all'NBA già dal suo primo anno da professionista.
Già … Jordan… è possibile un paragone con lui? Credo di no, se non superficialmente; questo giocatore può essere considerato una via di mezzo tra un MJ ed un Magic, senza potersi dire simile a nessuno dei due.
Facciamo qualche esempio: Magic segnava ogni anno una media tra i 15 e i 17 punti a partita, ma si aveva l'impressione che cercasse il canestro come seconda opzione rispetto all'assist, era un uomo che amava orchestrare il proprio attacco come un DJ fa con la propria platea in discoteca (la definizione non è mia ma di Kareem Abdul Jabbar).
Al contrario, Michael Jordan cercava il canestro come prima opzione, ma era pronto a leggere i raddoppi su di lui ed a scaricare assist ai compagni, ed era di una intensità difensiva assoluta, ma soprattutto i tiri che voleva assolutamente (e che realizzava quasi sempre!) erano quelli importanti.
Bene: Lebron al momento oscilla tra il gioco individuale e quello altruistico con una meravigliosa imprevedibilità . Il pubblico lo carica, è ovvio, e lo vorrebbe sempre vedere schiacciare, ma in lui vi è un'anima da playmaker che riemerge continuamente, e sta imparando a farla uscire fuori quando la difesa è troppo concentrata su di lui: se solo avesse un simil-Pippen accanto…!
Deve anche migliorare il suo tiro da fuori, che è ancora un po' legato alla giornata (o serata), specialmente dalle grandi distanze; naturalmente da un giocatore del genere non si pretende che diventi uno specialista da 3 punti, come pure certe sere si è visto comportarsi, ma una buona costanza dai 5 – 6 metri.
In conclusione, la sua dedizione alla squadra, con la quale mantiene un buon legame su un piano di parità (nonostante l'immensa pressione psicologica su di lui…) e la sua abnegazione meritano tutto il rispetto di una vera star, e così pure la concentrazione nei momenti chiave: meriterebbe solo un po' di scuola difensiva in più, magari da un allenatore come Brown o Popovich…
Andiamo a Kobe e TMC.
A favore del primo, inutile negarlo, stanno i tre titoli vinti: quando un giocatore di livello riesce a superare i test delle finali come ha fatto Kobe Bryant è difficile anche solo paragonarsi a lui.
Al contrario, la discontinuità di TMC di quest'anno lascia sempre il dubbio che costui o è troppo forte per trovare interesse in ciò che fa se non c'è qualcosa di veramente importante che lo stimoli, oppure non è poi così forte.
In effetti, ciò che più stride nel raffronto tra questi due assi è proprio la mentalità : cattiva, concentrata ed ambiziosa sino al velenoso quella di Kobe; sorniona, a sprazzi, svogliata e più bonacciona quella di TMC.
Fisicamente, i due si somigliano molto, anche se Kobe è sicuramente più forte dal punto di vista muscolare (quando è allenato) nella parte superiore del corpo, mentre Tracy è il Karl Lewis del basket, un giocatore che fa dell'elasticità muscolare la sua arma assolutamente predominante.
Non è un caso che il tiro di TMC sia decisamente più scomposto di quello del rivale di L.A., ma il suo controllo del corpo e la capacità di compensare in salto la mancanza di equilibrio è straordinaria, così come lo è la capacità fisica di Kobe Bryant di forzare se stesso e gli avversari in contatto fisico con lui, anche aereo, in modo da riuscire a tirare.
Quanto ad ego ipertofico, i due si equivalgono, ma Kobe è un soggetto timido ed aggressivo oltre ogni misura, che deve sempre primeggiare e provare a tutti che lui è il migliore, che fa il canestro decisivo, che può ribaltare le partite che sembravano perse, mentre Tracy è uno che fondamentalmente ritiene di non avere nulla da dimostrare a nessuno se non a se stesso, quando uno scontro o un obiettivo difficili gli stimolano l'aggressività .
La cosa che colpisce è che sicuramente Tracy McGrady è in grado di difendere come e meglio di Kobe, addirittura asfissiando l'avversario, ma lo fa solo di rado, quando, ad esempio, dall'altra parte c'è proprio “l'altro”. Lo stesso dicasi per l'attacco.
Kobe vuole umiliare gli avversari, mentre TMC ritiene di dover dare il meglio di sè solo in grandi rimonte come quella contro i San Antonio Spurs di quest'anno, dove in 3 minuti ha segnato 15 punti con 4 triple da 8 metri e marcato da almeno due avversari alla volta. Anche questo giocatore avrebbe bisogno di un allenatore dalla personalità forte, ma non eccessivamente punitivo, al quale risulti desideroso di dimostrare quanto è bravo.
Non così Kobe Bryant: le rivelazioni e le opinioni del suo ex coach Jackson ci hanno confermato quanto già tutti noi vedevamo, e cioè quanto sia individualista ed egoista il soggetto, decisamente più del suo ex compagno Shaq, il quale, al di là di ciò che dice e che fa parte del suo personaggio, è uno che il gioco di squadra lo ama molto più di lui e che soprattutto si rende conto che dà più lustro anche agli assi.
Sul tiro da 3, poi, i due sono molto simili: non eccelsi in assoluto nelle percentuali, anche perchè usano quest'arma a volte anche quando sono marcati o contro ogni previsione, ma entrambi sono in grado di mettere la tripla decisiva anche se marcati e nei momenti chiave della partita. Non dimentichiamoci, poi, che Kobe detiene il record di triple in una gara, con 12, e ciò ci dà il segno di come questo giocatore attraversi dei momenti di assoluta tranche agonistica in cui risulta davvero immarcabile.
Un altro elemento di confronto è il rendimento in rapporto al cast di supporto. Tracy risente della mancanza di un play di ruolo e personalità , come anche Kobe, mentre molto spesso Lebron assume tale ruolo pur non essendo il portatore di palla.
Il loro rapporto con i centri è davvero diverso, perchè, mentre Bryant nella stagione dell'ultimo titolo seppe dimostrare di saper servire il suo meraviglioso coprotagonista davvero al meglio, attualmente preferisce il “one – man show”, a discapito di un giocatore come Odom, che pure molti vorrebbero come compagno di squadra.
In conclusione, dal punto di vista della mentalità di squadra e dell'intelligenza cestistica, come la chiama Flavio Tranquillo, Lebron James è potenzialmente il primo dei tre (quanto meno in prospettiva) e l'exploit dei Cleveland Cavs lo dimostra in pieno, così come Kobe Bryant è in assoluto quello più concentrato e pericoloso nei momenti caldi delle partite.
Quanto a “the big sleep”, non ha avuto la fortuna di giocare con Shaq (vero Wade?), e Yao Ming non è ancora e forse non sarà mai il nuovo centro dominante, ma se pensiamo alle sue prestazioni l'unica volta in cui partecipò ai playoff con i “suoi” Orlando Magic, malgrado gli acciacchi fisici, sarei poco tranquillo a metterlo al terzo posto…
In attesa di vederli allora uno contro l'altro all'All Star Game, godiamoci questi campioni che ci fanno amare questo gioco straordinario!