Look da rockettaro per Mourning che freme per rientrare con i suoi Heat
Tre minuti alla fine di Heat - Spurs: Wade lancia "sul filo del fuorigioco" O'Neal, il pivot riceve in volo e gira sul lato debole per Damon Jones che, dall'arco, sigla l'88-84. Il pubblico ruggisce il suo entusiasmo. Sull'azione successiva il solito Wade scippa la palla dalle mani di Duncan, si lancia al recupero e si schianta sotto il tavolo a bordo campo. Un silenzio irreale e fremente cala sull'American Airlines Center: Eddie Jones chiama il massaggiatore. Le stagioni possono cambiare in un attimo: dopo un minuto, lungo come un'ora, Wade si rialza, Shaq è il primo a chiedergli se sta bene.
Wade recupera e segna il 95-92, decisivo per la domenicale vittoria contro gli Spurs. La sesta vittoria consecutiva, la nona nelle ultime dieci. All'orizzonte l'arrivo di Alonzo Mouning, presente al palazzo in occasione della partita con San Antonio e già visitato dai medici; il presente parla di una squadra che, dopo 3 vittorie non esaltati con Golden State, New York e Charlotte, ha calato il jolly contro Duncan e compagni.
Intensità e dedizione difensiva come predicato da Stan Van Gundy. Capacità di salire di livello nelle occasioni fondamentali come dice Shaq: "Io continuo a non vedere - ha detto l'ex Lakers - una squadra che possa batterci in una serie di sette partite. Se giochiamo con grinta e facciamo cose intelligenti siamo in pole position. Anche la finale non sarebbe un risultato soddisfacente."
Eppure la dirigenza, come dicevamo, ha ritenuto opportuno richiamare a casa Mourning. "Bisogna stare attenti a questo tipo di operazioni - ha spiegato Jack Ramsey - perché quando una squadra ha trovato una chimica, rischi di alterare determinati equilibri." Sull'argomento si è espresso anche l'ex compagno Tim Hardaway: "Zo dovrà capire - ha detto l'ex play degli Heat - che non siamo nel 1996. Arriva in una squadra in cui trova Shaq e Wade, in cui ci sono giocatori di front line che hanno dimostrato di poter contribuire."
L'ex play di Golden State è l'esempio di come Riley non ha mai rinunciato a una mossa invernale per preservare la chimica raggiunta: anche Jamal Mashburn e Brent Barry arrivarono a febbraio. "Ci piace molto - ha detto il presidente degli Heat - la squadra che abbiamo ma si può sempre migliorare. Questa non è una decisione legata ai sentimenti: si tratta di affare e pallacanestro. Noi vogliamo vincere" Non è un mistero che la posizione di ala grande, fin dall'inizio della stagione, suscita discussioni fra dirigenti e staff tecnico: Haslem ha dato contributo a sere alterne ma è cresciuto rispetto all'anno scorso. Rimane però un giocatore piccolo. Non è un segreto che gli Heat abbiano cercato diversi giocatori nel suo ruolo: Karl Malone e Donnyel Marshall più di altri.
Contro San Antonio, la più probabile avversaria nell'eventuale finale, Van Gundy ha scelto di marcare Duncan con Haslem davanti e Shaq in aiuto. La cosa ha funzionato per tre quarti. Nell'ultima frazione il lungo di San Antonio, in condizioni precarie, ha forzato dimostrando che nel momento in riceve nella sua posizione taglia fuori Haslem solo in virtù della sua statura: il giocatore degli Heat può stare "largo" con le gambe per rendere difficile la partenza in palleggio. Facendo così però concede il tiro senza possibilità di replica. Nelle ultime fasi di gara Shaq ha dovuto difendere su Duncan.
La situazione è complicata perché iniziare una partita, programmando un sistema difensivo che parte dal presupposto che un tuo giocatore non può giocarsela alla pari è un problema. Un conto è programmare dei raddoppi, anche dall'inizio. Altra cosa è condannarsi a ruotare, specie se il primo deve per forza di cosa essere Shaq. Il discorso vale ancora di più in una serie in cui si gioca ogni due giorni e c'è la possibilità , fra una partita e l'altra, di lavorare sulle tendenze difensive avversarie.
Mourning può essere una risposta a questo problema. Così come può essere una polizza contro eventuali problemi di falli di Shaq; tra l'anno scorso nei playoffs l'ex LSU alternò partite di grande livello ad altre a scartamento ridotto. Il discorso fatto per gli Spurs può valere anche con Detroit e la necessità di marcare Rasheed Wallace. Interessante sarà verificare in che modo Stan Van Gundy riaggiusterà la rotazione e quale spazio ci sarà per Michael Doleac e Christian Laetner, giocatori che in diversi momenti hanno dimostrato di poter contribuire.
Altro argomento caldo: la continua apprensione collegata alle condizioni dell'ex Georgetown. "Ho dimostrato - taglia corto Zo - di poter giocare ad alto livello." In passato Byron Scott confidò le sue incertezze di uomo sull'opportunità di gestire Mourning come un giocatore normale. Non è un mistero che la sua famiglia spesso abbia cercato di convincere Mourning a smettere.
Il giocatore non scende in campo da tre mesi: si prese una pausa con i Nets perché "il mio corpo -spiegò - sta letteralmente andando in pezzi."
Shaq ha datto il suo benestare: "Sarà bello – ha dichiarato – avere Mourning in squadra." Le storie dei due giocatori si sono spesso incrociate: scelti entrambi nello 92, le loro prestazioni spesso sono state messe sulla bilancia. "Un movimento - lo punzecchiò una volta O'Neal - non dico tanto. Un gancio." "E' molto grosso - rispose Mourning - altrimenti non sarebbe così grosso."
Parole a parte, è probabile che i due giocatori si siano rispettati in diversi periodi delle rispettive carriere."Volevo tornare vicino a dove sta alla mia famiglia - ha spiegato Mourning - alla mia fondazione e ai miei interessi." Mourning comincerà a allenarsi coi suoi nuovi compagni dopo la pausa per l'All Star Game. Non c'è fretta: Miami giocherà stasera (16 febbraio) con i Clippers e tornerà in campo il 22 contro Chicago. Al ritorno da Denver Van Gundy è atteso da un altro delicato lavoro di assemblaggio tecnico.