Raptors, bivio sbagliato

Sempre più fallimentare la stagione di Morris Peterson e compagni

Le recenti partite disputate dai Toronto Raptors potevano rappresentare un bivio decisivo per la stagione della squadra canadese, perché arrivavano poco prima della trade deadline ma soprattutto perché avrebbero permesso alla compagine allenata da Sam Mitchell di sfruttare un periodo di relativa tranquillità  offerta dal calendario.

Dopo i frenetici viaggi ad Ovest ed i diversi back-to-back affrontati i Raptors potevano giovarsi di una serie di partite casalinghe che rappresentavano anche delle importantissime sfide dirette con rivali di Conference.

Dopo la sconfitta patita per mano del ciclone Suns e la tiratissima vittoria contro gli Indiana Pacers firmata dal duo Rose-Marshall nel finale, all'Air Canada Centre sono arrivati i caldissimi Washington Wizards, vera e propria sorpresa di questa metà  stagione e freschi di duplice convocazione per l'All Star Game di due delle proprie stelle: Gilbert Arenas ed Antawn Jamison.

Il backcourt dei Wizards però non poteva contare sul terzo giocatore con 20 punti di media in stagione, l'infortunato Larry Hughes, la cui assenza ha sicuramente agevolato il compito della disastrata difesa di Toronto.

L'accoppiamento difensivo Rose-Jamison si è rivelato a dir poco problematico per i Raptors e l'ex Mavs ha utilizzato tutta la propria fisicità  per mettere in difficoltà  il mancino di Toronto, tanto che Mitchell ha provato anche una staffetta con Morris Peterson per marcare l'ex Tar-Heel. Risultato: 9 falli in coppia per Rose e Peterson e doppia doppia (30 con 11 rimbalzi) di impressionante arroganza tecnica di Jamison.

Con Washington in vantaggio di 22 punti nel terzo periodo erano in pochi all'Air Canada Centre a credere nella rimonta, ma l'imprevedibilità  di talenti come Rose e soprattutto Donyell Marshall è sempre garanzia di sorprese.

Con un quintetto leggerissimo con Chris Bosh da centro e Marshall da 4 tattico i Raptors hanno dato vita ad una delle rimonte più entusiasmanti della stagione, numericamente la migliore della storia della franchigia.

I 22 punti di svantaggio sono stati dimezzati ad inizio quarto periodo e definitivamente recuperati a pochi secondi dal termine da due liberi di Rose; poi una tripla di Marshall a 28″ dalla fine ha chiuso definitivamente i giochi.

Dopo l'inaspettata vittoria il morale della squadra era alto e la possibilità  di recuperare il gap con le prime di Division appariva concreta.

A ridimensionare le ambizioni dei tifosi canadesi ci hanno pensato però i Dallas Mavericks, che nel classico matinée domenicale hanno esibito tutta la loro straripante potenza offensiva, e guidati dal candidato MVP Dirk Nowitzki (30 e 11 rimbalzi) hanno passeggiato sull'inerme difesa di Mitchell mandando ben 7 uomini in doppia cifra.

I 122 punti finali (65 nel primo tempo) non impressionano quanto il vantaggio di 25 punti accumulato tra primo e secondo periodo, con Jason Terry (15 ed 11 assist) ad abusare di Rafer Alston e Nowitkzi che non ha avuto nemmeno bisogno di portarsi dietro la linea del tiro da tre (insolito 0 su 2 dall'arco) vista la facilità  con cui veniva battutta la difesa di Toronto.

Se però contro una squadra prettamente offensiva come Dallas una debacle di questa portata poteva essere preventivabile, meno lo sono state le pesanti sconfitte che sono seguite.

Nell'unica trasferta della settimana a Cleveland il copione della battuta d'arresto contro i Mavs si è tristemente ripetuto, con i Cavs, dominatori dell'area Raptors, scappati nel punteggio già  dal primo quarto; sotto i colpi sornioni di Zydrunas Ilgauskas e con gli sprazzi di classe di un rilassato LeBron James, i padroni di casa hanno accumulato fino a 25 punti di margine e stavolta la rimonta di Toronto non è mai arrivata.

Oltre alla sconfitta ed alla ennesima dimostrazione delle carenze difensive della formazione di Mitchell (un playmaker come Jeff McInnis non sempre realizza 17 punti con 8 su 12 dal campo), per i Raptors sono emersi anche altri problemi durante la trasferta nell'Ohio.

Il primo è stato lo scontro durante l'intervallo tra Rafer Alston e coach Sam Mitchell, che ha portato al mancato utilizzo di “Skip” nel secondo tempo della gara e addirittura all'abbandono del palazzo da parte del playmaker newyorchese prima della fine della partita.

Intervistato sulla vicenda l'allenatore dei Dynos ha glissato sull'accaduto limitandosi a dichiarazioni di circostanza nelle quali ha definito le incomprensioni con il giocatore “delle questioni cestistiche sulle quali entrambi dobbiamo lavorare”.

L'atmosfera non idilliaca dello spogliatoio è stata inoltre appesentita dall'umore non altissimo di Chris Bosh, alle prese con un piccolo fastidio al ginocchio che ne ha limitato il rendimento nella trasferta di Cleveland.

Quale partita migliore potevano sognare dirigenza e giocatori di Toronto per uscire dalla mini-crisi se non una gara interna contro i Milwaukee Bucks?

La franchigia che fu di Kareem Abdul-Jabbar infatti non sta vivendo un momento felice ma l'NBA è una lega in cui non ci sono partite scontate a priori e la prova l'hanno avuta i Raptors sulla loro pelle.

Con Alston regolarmente in quintetto e Bosh acciaccato ma disponibile, Toronto è rimasta in partita per tre quarti grazie soprattutto all'efficacia di un ritrovato Rose ed all'apporto della sua panchina (Matt Bonner su tutti con 15 punti in 25 minuti).

Nonostante i 6 uomini in doppia cifra ed il vantaggio di 7 punti ad inizio quarto periodo Toronto si è però sciolta nel finale, complici gli strascichi dell'infortunio a Bosh che lo hanno tolto dalla gara e la strepitosa prestazione di Michael Redd, 29 punti con alcune giocate decisive negli ultimi due minuti.

Se però in questa inopinata sconfitta i Dynos sono crollati solo nel finale, contro i Philadelphia 76ers di Allen Iverson Toronto non è mai entrata in partita, subendo in ogni zona del campo la maggiore reattività  degli avversari.

I 30 punti di Iverson non fanno male quanto i 23 con 10 su 13 di Kenny Thomas ed i 16 con 8 rimbalzi di Andre Iguodala, colpevolmente ignorato da Babcock nel draft dell'anno scorso.

Oltre alla sconfitta contro una diretta rivale per la corsa ai playoff e l'ennesima partita con più di 100 punti subiti (110 di media nell'ultima settimana), un dato è apparso il più inquietante: 0 punti in contropiede.

Per una squadra che dovrebbe basarsi, nei piani del suo allenatore, su un gioco rapido di corri e tira, vista anche la totale mancanza di gioco in post, la statistica è davvero preoccupante.

I commenti di Mitchell sono poi sempre piu enigmatici: “In pochi anni voglio che Toronto diventi molto simile agli attuali San Antonio Spurs; certo non abbiamo per il momento un giocatore del calibro di Tim Duncan, ma dobbiamo raggiungere la loro compattezza e la loro consistenza. Negli ultimi 5 anni non avranno sempre vinto il titolo ma hanno sempre dato l'impressione di poterlo fare”.

Non sono però queste le dichiarazioni più curiose del coach di Toronto: “So che ci sono alcuni tra voi giornalisti (che assediavano lo spogliatoio dopo la vicenda Alston) che si battevano alla grande per la posizione l'altra sera, vuol dire che ci sono tanti possibili buoni rimbalzisti da reclutare: indossate una tuta e venite ad un allenamento così vi offriremo la possibilità  di un tryout per entrare nel roster”.

Questo si chiama sondare il mercato! Tanti auguri Raptors…

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