Lebron James irrompe sul palcoscenico dell'All Star Game da veterano consumato
Il gran ballo può cominciare: 24 giocatori, in rappresentanza di 16 squadre, 5 giocatori di area FIBA, non considerando il caraibico Tim Duncan, oltretutto di formazione cestistica americana.
Una serie di nomi che, difficilmente, avremmo pronosticato all'opening night di questa stagione, e qualche escluso eccellente. C'è tutto, l'All Star Game di Denver può alzare il sipario.
Houston, Washington, assoluta sorpresa, San Antonio, Cleveland e Seattle sono rappresentate da due giocatori, Phoenix ha piazzato il tris. Miami e San Antonio avranno 2 giocatori e l'allenatore. La squadra campione in carica, Detroit, è rappresentata da Ben Wallace, il giocatore simbolo, il meno adatto in assoluto alla ribalta. Altra particolarità : l'mvp dell'ultima finale, Chaucey Billups, non era a Los Angeles 12 mesi fa e non sarà a Denver quest'anno.
Gli esordienti
Questa volta c'è anche lui; l'anno scorso l'America si divise sull'opportunità di convocare Lebron James. Quest'anno l'investitura è arrivata dal pubblico e sarebbe arrivata anche dagli allenatori. Sarà la prima, di certo non l'ultima, per il giocatore che sta trascinando i Cavs e in questa prima parte del campionato ha mostrato cose straordinarie. "Sono pronto - ha dichiarato - è un grande onore per me e per la mia squadra portare due giocatori."
Dwyane Wade, scelto lo stesso anno, è ormai nell'elite della lega. Il pubblico americano lo ha conosciuto a Natale, a margine della sfida fra Bryant e O'Neal. L'All Star Game è la laurea. "Quando Shaq è arrivato qui - dice l'ex Marquette - ha subito detto che sono un All Star. Lo devo ringraziare per tutto l'aiuto che m'ha dato. La mia convocazione è un segnale di quello che stiamo costruendo."
La più grossa sorpresa, già accennato, è la presenza di due giocatori degli Wizards: Gilbert Arenas arriva insieme a Antwan Jamison. Arenas ci arriva a 23 anni, sta segnando 24.7 punti per gara e 12 mesi fa non sembrava il giocatore in grado di trascinare la sua squadra: "E' una grossa rivincita e una sorpresa - ha detto il play - Nel 2001 piansi per non essere stato scelto al primo giro del draft. Non mi aspettavo questo premio che mi ripaga di tanta amarezza."
"Quando sei giovane - ha commentato Jamison - pensi solo ai tuoi numeri personali. Ora ho capito che l'importante è mettersi a disposizione di una squadra e renderla vincente. Questo cambiamento è alla base della mia convocazione." L'ex Dallas è al settimo anno nella lega.
Rashard Lewis e Amare Stoudamire sono lo specchio delle stagioni delle loro squadre. Nessuno aveva pronosticato Sonics e Suns in cima alle loro division.
"Era sorpreso, felice - ha detto Mc Millan allenatore di Lewis - Allen gli è saltato sulla schiena, molti compagni lo hanno abbracciato. Gli ho detto di goderselo e di considerare la convocazione un premio per il suo lavoro e un incentivo sulla giusta strada."
Amare Stoudamire ha ringraziato i compagni che "mi danno la possibilità di giocare in una squadra vincente e di andare a Denver."
Emanuel Ginobili succede a Rolando Blackman fra i giocatori latini all'All Star Game. "Mi considero onorato - ha detto l'ex Virtus - perché la convocazione è venuta dagli allenatori. Per essere titolari basta essere spettacolari e piacere al pubblico. La chiamata degli allenatori significa grande considerazione del mio gioco."
Il più presente Shaquille O'Neal arriva a Denver da MVP uscente. L'anno scorso segnò 24 punti, davanti al pubblico che fu suo allo Staples Center. Altri tempi. Shaq, alla 12 esima convocazione, è sempre stato selezionato dal suo ingresso nella Nba. Ritorna titolare per la Eastern Conference. All'inizio, da solo, dovrà contenere, Duncan, Garnett e Yao. Quando i quintetti saranno riaggiustati sarà aiutato dal suo omonimo, dallo specialista Ben Wallace e da Zydrunas Illgauskas.
Il suo passaggio al di qua del Mississipi dà un orizzonte diverso alla front line dell'est che, negli ultimi anni è sempre stata undersized, per centimetri e talento. Al tempo stesso bilancia l'emorragia di talento che ha portato l'amico T-Mac sull'altra sponda."Il pubblico mi ama - ha detto Shaq - negli ultimi anni non sono stato titolare perché 2 miliardi di persone hanno votato per Yao. Considero un privilegio scendere in campo." Non è sempre stato così, considerati gli infortuni "tattici" che gli impedirono di giocare a Washington e Philadelphia.
La storia
Il suo ultimo All Star Game l'aveva disputato a San Francisco. Da quella stagione Grant Hill ha cambiato maglia ed ha attraversato per intero il tunnel del suo terribile infortunio: 5 operazioni chirurgiche, rientri abortiti, nuovi infortuni e tutti i tipi di riabilitazione non gli hanno impedito, 5 anni dopo, di ripresentarsi. Parte in quintetto, lo hanno votato i tifosi. Probabilmente gli allenatori non lo avrebbero selezionato. Ma la sua vicenda ha commosso gli interi Stati Uniti. La Nba ha bisogno di queste storie e di questi atleti gentiluomini per ricostruire la sua immagine.
"Significa tanto - ha detto il 32enne ex Duke - significa molto di più che nelle altre sei occasioni."
Americani laureati cercasi
Fra tutti gli atleti presenti, solo Tim Duncan e Grant Hill hanno terminato il ciclo di studi del loro college. Sei giocatori, Bryant, Garnett, J-O'Neal, Stoudamire, Lewis e James, non ci hanno messo piede. Gli altri, o vengono da fuori degli USA, oppure hanno fatto un anno, al massimo due. Il mondo si è proprio capovolto.
Gli esclusi
Un ruolo più di altri è stato penalizzato: quello di point guard. Il simbolo è Jason Kidd, sempre presente dal 1997. Il leader di New Jersey ha ceduto il testimone a Vince Carter: "Ho ripreso da poco a giocare ma c'è O'Neal che è rimasto sospeso 15 gare - ha detto Kidd - mi mancherà non essere alla partita dei migliori giocatori. Sono contento per Carter."
Al di là del Lincoln Tunnel, Stephon Marbury si è prima proclamato "miglior giocatore della lega nel ruolo", salvo poi annunciare che non sarebbe andato all'All Star Game in una serata al Delta Center: "So che non lo farò - ha detto Steph - ma non mi interessa, sono superiore a queste cose." Stessa sorte per Steve Francis, tradito dal pubblico, ma libero di andare al Super Bowl di Jacksonville.
Mike Bibby guida il plotone dei delusi ai Kings:
"Sono sorpreso", ha commentato Adelman.
"In sette anni - s'è sfogato l'ex Vancouver - non m'hanno mai chiamato. Non so cosa si deve fare." Brad Miller e Predrag Stojakovic, presenti a Los Angeles 12 mesi fa, non sono stati convocati. Chris Webber, giocatore del mese in carica, è stato penalizzato dall'abbondanza di ali della Western Conference.
Mancherà un rappresentante della squadra di casa. Il nome di Carmelo Antony, la primavera scorsa era associato a quello di Lebron James. Quest'anno nessuno si stupisce per la sua esclusione.
"Gli allenatori - ha spiegato il suo nuovo coach George Karl - tendono a premiare le squadre con record positivo." "Non sono arrabbiato - ha detto 'Melo - la mia stagione ha avuto alti e bassi. Chi è stato convocato ha meritato più di me." Mancherà anche Kenyon Martin che paga, più di tutto, il passaggio di conference.
Reduci
Sette sono i giocatori che hanno fatto parte delle due nazionali che, negli ultimi due anni, hanno scioccato il mondo del basket perdendo un mondiale e un olimpiade. C'è qualcosa che non torna: per convenzione si dice che l'Oceano si restringe nella misura in cui gli Europei si avvicina al livello degli Americani. Se fosse il caso di rivedere questa convenzione?