Frank ha a disposizione 35 partite per tentare di raggiungere i playoff
Incredibile ma vero, per una volta in questa stagione si può affermare che, per i Nets, le buone notizie sovrastano decisamente quelle cattive. Certo, la maggior parte riguardano i notiziari sullo stato di salute dei giocatori, ma in questo inizio di febbraio c'è anche qualcosa di più.
@ Sacramento L 93 – 113
@ Golden State W 113 – 99
@ L.A. Lakers W 109 – 103
@ Utah W 99 – 82
Chicago W 107 – 97
@ Boston L 89 – 110
Detroit W 107 – 85
Cinque vittorie nelle ultime sette partite, e questo da solo è già un dato più che confortante. Ma se andate ad analizzare gli score di ogni singola partita, potrete vedere che Vince Carter è stato il miglior marcatore in cinque occasioni e, nell'ultima in particolare, assoluto protagonista grazie ai 41 punti (14 su 27 al tiro) con i quali ha steso Detroit. E la cosa bella è che questo season high è stato accompagnato anche da 11 rimbalzi.
Le prestazioni di Carter , e le sue giocate spettacolari (vedi schiacciata windmill contro Chicago), hanno esaltato tutto il gruppo, che per due volte consecutive ha visto cinque giocatori in doppia cifra.
E allora diciamocelo una volta per tutte: Vince è cresciuto, sotto tutti i punti di vista, perché così bene non aveva mai giocato, non solo ai Nets, ma anche a Toronto. E l'analisi non è riferita al suo rendimento offensivo, bensì alla sua completa presenza sul campo. Rimbalzi ne prende tanti e spesso va in doppia cifra, ma non è questo il dato più significativo perché l'ex Air Canada sta viaggiando a più di 5 assist a partita.
Così come era già successo a Jefferson, anche Carter ormai ha capito che quando andare a canestro è difficile sarebbe meglio andare a cercare il compagno più smarcato. Questa situazione si verifica spesso e volentieri quando le difese avversarie, che non possono permettersi una single coverage, decidono di raddoppiarlo e gli permettono di sfoggiare questa sua nuova abilità .
Nella settimana chiusasi il 31 gennaio Carter viene eletto miglior giocatore ad est, per merito dei 25 punti di media (con quasi il 50% al tiro) ma soprattutto dei 7,8 passaggi smarcanti per partita.
Il merito è sicuramente suo ma un aiuto è arrivato anche da Jason Kidd, che, impossibile negarlo, riesce sempre ad incrementare il rendimento dei compagni. Quando si parla del capitano, per associazione di idee, si pensa subito agli assist e, grazie ai 14 distribuiti contro Detroit Kidd scavalca finalmente una leggenda del calibro di Bob Cousy nella speciale classifica di categoria, piazzandosi al dodicesimo posto con 6.956, tallonando da molto vicino Tim Hardaway.
E continuiamo con le buone notizie: per una volta, per due giocatori che marcano visita (Scalabrine e Buford) ce ne sono altrettanti che guariscono. Planinic e Mercer sono finalmente tornati a far parte del roster attivo debuttando entrambi nella vittoria con i Pistons.
E Kidd ovviamente è uno dei più contenti del ritorno del croato: "fa sempre piacere sapere che c'è di nuovo qualcuno a coprirti le spalle. Adesso siamo al completo in ogni ruolo, speriamo solo che nessun altro si faccia male""".
I Nets hanno finalmente un quintetto solido, che può permettere a Mercer un rientro lento e graduale grazie alle ultime buone prestazioni di Jacque Vaughn (16 contro LA e 23 con Chicago). Perfino il reparto lunghi, caduto in sofferenza dopo le partenze di Mourning e Williams , adesso torna a tirare un po' il fiato. I ranghi si sono ampliati con l'arrivo di Donnell Harvey e Elden Campbell.
No, non avete capito male, stiamo parlando dello stesso Campbell che quindici anni fa debuttava con i Los Angeles Lakers, e che oggi potrebbe ancora essere utile a questa squadra.
Non è sicuramente l'affare dell'anno, anche perché 37 anni non sono proprio pochi, ma un centro con la sua stazza e soprattutto con la sua esperienza, oltre che garantire qualche minuto di qualità , ha ancora qualcosa da insegnare ai giovani Krstic e Collins. E poi sembra proprio che sia una consuetudine dei Nets, dopo gli esperimenti Mutombo e Mourning, affiancare un veterano alla giovani leve. Se non altro Campbell ha il buon senso di non lamentarsi se gioca poco.
Il suo debutto è avvenuto il I febbraio contro Chicago e da allora ha avuto una media di 11 minuti per partita, soprattutto spesi a fare a sportellate sotto canestro.
Per quanto riguarda Harvey invece, firmato con un contratto di dieci giorni, i dubbi sono un po' più forti. Un bell'atleta che nelle ultime due stagioni ha visto poco il campo, ha avuto un rendimento altalenante e che ha addirittura vissuto un po' di CBA. Ma se dovesse tornare ai livelli di Denver del 2003, ci sono buone probabilità che il suo contratto si allunghi e che diventi un cambio di lusso.
E se la scommessa dovesse andare persa, vorrà dire che Jabari Smith, ormai ripresosi completamente dall'infortunio alla caviglia dovrà fare gli straordinari, e la cosa di sicuro non gli dispiacerà . Così come non dispiacerà a Frank, se il ragazzo dovesse continuare a sfornare prestazioni come quella da 14 punti con il 100% al tiro contro Detroit.
Visto che la formazione, bene o male, adesso è al completo la palla è nelle mani di Lawrence Frank che dovrà necessariamente dimostrare di essere un Head Coach valido visto che, per sua stessa ammissione, fino ad adesso non ha ancora avuto l'occasione di dimostrarlo. La squadra ha avuto troppi cambiamenti e troppi infortuni che hanno mescolato di continuo le carte in tavola, fornendo degli involontari alibi al giovane allenatore.
Frank non si è mai nascosto dietro questi avvenimenti, dimostrando di avere l'approccio giusto. Da adesso, in particolare dalla sfida con una diretta rivale di divioson (Philadelphia), oltre alla mentalità deve portare alla squadra il necessario contributo tecnico e per aggiustare una difesa ancora un po' troppo fragile, e per costruire dei validi giochi offensivi che, di questo siamo sicuri, Kidd e Carter sapranno sfruttare al meglio.