Duncan sta dominando senza essere appariscente…
Sono tornati gli speroni. Sono tornati più forti di prima, più convincenti in attacco e ancora più solidi in difesa. I San Antonio Spurs sono la squadra più dominante dell'Nba. Fisiologico che su otto partite, occorra almeno una sconfitta, ma la chimica creata da coach Gregg Popovich ha ormai raggiunto livelli altissimi. Ognuno dà il suo contributo senza però strafare o mostrare segni di fatica o cedimento; e nonostante il continuo gioco difensivo, la squadra continua ad offrire prestazioni esteticamente perfette. Anche in attacco.
I RECORD
Record dal 17-01-05 al 02-02-05 = 7W-1L
Record stagionale = 37-10
I RISULTATI
17 gennaio: San Antonio Spurs-Washington Wizards = 101-73
19 gennaio: San Antonio Spurs-Los Angeles Clippers = 80-79
21 gennaio: Phoenix Suns-San Antonio Spurs = 128-123 (d.t.s.)
23 gennaio: Sacramento Kings-San Antonio Spurs = 73-103
24 gennaio: Portland Trail Blazers-San Antonio Spurs = 99-107
27 gennaio: San Antonio Spurs-Sacramento Kings = 90-80
29 gennaio: San Antonio Spurs-New Orleans Hornets = 93-83
31 gennaio: Seattle Sonics-San Antonio Spurs = 84-103
Le squadre indicate per prime hanno giocato in casa.
GLI UOMINI DECISIVI
1) Tim Duncan. La doppia-doppia di media è ormai un classico (21.4 punti e 11.9 rimbalzi); gioca solo 35.2 minuti di media a partita, (che per un Mvp di razza come lui sono davvero un'inezia) ma riesce, quasi sempre, a fornire alla squadra quella sicurezza e quella convinzione nei propri mezzi, che fanno dei nero-argento una corazzata difficilmente vulnerabile.
2) Emanuel Ginobili. Most Valuable Player. Una sua candidatura come miglior giocatore dell'anno è oggi eresia? No. Entra di diritto nel lotto di quelli che aspirano a questo premio. Al di là delle statistiche, comunque rilevanti, è lui la vera sorpresa di quest'anno. La medaglia d'oro di Atene sembra avergli dato nuova energia, slancio e forza. Ma non è solo questo. Ginobili è migliorato tecnicamente: gioca di destro e sinistro indifferentemente, penetra, scarica splendidamente per i suoi compagni e contribuisce come pochi in difesa. La generosità non è proprio una qualità che gli manca e il Pop, ormai, non lo leva più dalla mischia. Inoltre la sua energia sembra aver contagiato anche gli altri compagni, che sembrano come magnetizzati dall'ex-virtussino.
3) Tony Parker. Il franco-americano ha decisamente inserito la quinta; ha acquisito finalmente continuità , risolvendo quell'unico problema che sempre lo aveva penalizzato. È diventato inoltre vero play-maker. Non solo infatti riesce a garantire alla squadra un ottimo numero di assist, ma anche ad infilare nel cesto un notevole numero di canestri, grazie a penetrazioni a mille all'ora, che nessun avversario è in grado di fermare (se non grazie ad un fallo sistematico).
IL COMMENTO
Avevamo concluso il report precedente dicendo: "In questa seconda parte di gennaio ne sapremo di più sui campioni del mondo 2003". Ebbene la seconda parte di gennaio ci ha detto che gli Spurs sono i più forti. I dubbi sollevati da qualche opaca prestazione di inizio anno, sono stati velocemente fugati, grazie soprattutto a tre partite: la prima in casa contro i Los Angeles Clippers. La seconda a Phoenix e la terza alla Key Arena di Seattle contro i Sonics.
19 gennaio: San Antonio Spurs-Los Angeles Clippers = 80-79
I San Antonio Spurs scendevano in campo contro i Clippers a due giorni di distanza dalla vittoria netta ottenuta in casa contro i Washington Wizard.
La Los Angeles povera, invece, arrivava all'Sbc Center con un record di 18W-19L e soprattutto da una doppia sconfitta consecutiva subita, nel più classico dei back-to-back, contro i Sacramento Kings.
L'impegno certo non sembrava dei più ostici, ma i Clippers di quest'anno avevano dimostrato di saper offrire all'occorrenza una prestazione sopra le righe. Ed è proprio quello che è avvenuto.
La partita si è mantenuta in equilibrio fino alla fine. Emozioni, difese concentratissime e ritmo altissimo l'hanno fatta da padrone in un match che si è chiuso solo negli ultimi secondi, grazie ad una magia di Tony Parker, vero Mvp della serata (25 punti e 7 assist).
Il primo tempo era terminato con i Clippers avanti di una lunghezza, grazie soprattutto al 12-5 di parziale che gli uomini di Mike Dunleavy erano riusciti ad imporre a Tim Duncan & co. Elton Brand (14, 18 rimbalzi e 4 assist) e Chris Kaman (21 punti, 14 rimbalzi e 2 stoppate) i principali protagonisti dell'ottimo finale di secondo quarto.
Nella ripresa Gli Spurs riuscivano a costruirsi un buon margine di vantaggio (11 punti) vanificato però nell'ultimo periodo, quando i Clippers, con un grandissimo lavoro difensivo, realizzavano un'importante parziale. A 19 secondi dalla fine, il risultato era in favore dei Clippers di un punto: 79-78. Toccava allora a Tony Parker prendere in mano la situazione realizzando il jump della vittoria: 80-79. Elton Brand poi, non riusciva a ribaltare nuovamente la situazione in extremis.
Decisivo alla fine il gioco di squadra dei nero-argento (21-16 il conto degli assist), che pur soffrendo a rimbalzo (49-39), riescono a mantenere la concentrazione nei momenti importanti: 16/18 ai liberi.
21 gennaio: Phoenix Suns-San Antonio Spurs = 128-123 (d.t.s.)
Dopo soli due giorni di riposo gli uomini di Gregg Popovich volavano in Arizona per affrontare i leader della Western Conference: i Phoenix Suns di Mike D'Antoni e Steve Nash. Proprio il canadese rientrava in squadra dopo qualche partita in lista infortunati.
Un'assenza che nell'economia del gioco dei Suns si era rivelata decisiva. Senza Nash infatti i Suns avevano rimediato cinque sconfitte di seguito, dimostrando tutti i limiti che l'ex-Mavericks aveva mascherato grazie alla sua immensa classe.
La partita è stata fantastica. La più bella della stagione. Ritmo forsennato per 53 minuti (si è giocato infatti un overtime), emozioni continue e palpitanti, tiri impossibili messi a segno in un amen. Queste le caratteristiche di un match che ha portato sul trono dei vincitori soprattutto Brent Barry, Emanuel Ginobili e Tim Duncan.
Il primo infatti realizzava due triple decisive nell'ultimo minuto dei tempi regolamentari, garantendo agli Spurs di concludere una rimonta pazzesca (alla fine del terzo quarto i nero-argento erano sotto di 17 punti) e andando in vantaggio di tre lunghezze. Il secondo siglava la bellezza di 48 punti (16/22 dal campo, 5/7 da tre e 11/12 ai liberi), conditi con 5 rimbalzi e 6 assist, mettendo a referto la miglior prestazione della carriera.
Per il caraibico invece, non si è trattato del solito match in ufficio, ma di un vero e proprio dominio: 30 punti (12/20 dal campo e 6/9 ai liberi), 19 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate e 3 stoppate.
A vanificare l'immensa rimonta Spurs ci pensava però Shawn Marion (37 punti, 15 rimbalzi, 3 rubate e 2 stoppate) che infilava sulla sirena la tripla dell'overtime. Nel supplementare però non c'è stata storia e grazie al trio Barry-Ginobili-Duncan, gli Spurs conducevano in porto una delle più incredibili partite di regular season degli ultimi anni.
31 gennaio: Seattle Sonics-San Antonio Spurs = 84-103
L'ultima impresa in ordine di tempo per gli speroni è stata quella della scorsa notte contro i Seattle Sonics. Gli Spurs arrivavano a questo impegno con due consapevolezze: in primis diventare la miglior squadra della Nba a livello di record. La seconda, riuscire ad abbattere il tabù Sonics, che già in due occasioni non aveva permesso a Tim Duncan & co. di tornare a casa con una vittoria.
Si è trattato di un vero massacro; una dimostrazione di forza immensa che ha confermato, una volta di più, quale sia realmente la miglior squadra Nba. I Sonics, nell'arco dei 48 minuti di gara, sono stati tenuti a bada costantemente e non hanno mai avuto la possibilità di entrare in partita.
Ogni quarto gli Spurs hanno imposto il loro ritmo, senza mai strafare, guadagnando progressivamente un enorme vantaggio che alla fine è diventato incolmabile.
Ginobili ha confermato il suo momento d'oro, dando l'impressione di aver effettivamente cambiato marcia nell'ultimo mese. Anche nella partita con i Sonics Gino è "l'hombre del partido" mettendo a referto 23 punti (9/15 dal campo, 2/3 dall'arco e 3/5 ai liberi) e 7 assist. Una maturità quella di Ginobili che le mere statistiche non sono in grado di spiegare.
Forse decisive, per le sorti del match, si sono dimostrate le assenze di Ray Allen, genio e sregolatezza dei Sonics, e quella di Nate McMillan, coach di Seattle al quale purtroppo è scomparsa la mamma. Crediamo però che neanche la presenza di queste due pedine fondamentali, avrebbe permesso a Seattle di evitare la sconfitta: bloccare una valanga che scende dalla cima di una montagna è impresa ardua per chiunque.
IL FUTURO
Come non potrebbe essere più roseo il futuro di questa franchigia?
Il primo posto è in cassaforte e difficilmente gli Spurs se lo lasceranno sfuggire nonostante le sei trasferte consecutive che i nero-argento dovranno affrontare.
Questo il programma dei prossimi 15 giorni:
3 febbraio: Los Angeles Lakers-San Antonio Spurs
8 febbraio: Charlotte Bobcats-San Antonio Spurs
9 febbraio: Washington Wizards-San Antonio Spurs
11 febbraio: New Jersey Nets-San Antonio Spurs
13 febbraio: Miami Heat-San Antonio Spurs
16 febbraio: New Orleans Hornets-San Antonio Spurs