Il merito della grande stagione di Seattle appartiene in larga parte a quest'uomo…
Sarà pure "The Genius" Ray Charles il Ray più popolare di questo periodo, visti i successi cinematografici, ma le imprese di un altro Ray - Allen dei Sonics – tengono banco fra gli appassionati del gioco con la palla arancione.
Strana coincidenza vuole che il Ray cestista sia anche un grande attore e stia recitando la parte fin ora più importante della sua vita proprio in questo periodo, utilizzando come palcoscenico non i set hollywoodiani bensì le arene americane; sera dopo sera Ray Allen sta "mettendo in scena" la stagione forse migliore della carriera, per risultati di squadra e personali.
Seattle è una delle franchigie sorpresa di questo pazzo inizio stagione in cui colossi come Minnesota, Lakers & C. stentano, a vantaggio di squadre certamente non pronosticate vincenti alla vigilia come i Suns e i suddetti Sonics, che ne approfittano primeggiando nelle loro Division. Legittimo parlare pertanto di grande sorpresa per quanto riguarda gli exploit della squadra, mentre non sorprende affatto il rendimento di Ray Allen, da sempre grande realizzatore e uomo squadra.
Seattle ha puntato decisamente su Ray, cosa che non era avvenuta nelle precedenti incarnazioni tecniche di Allen che a Milwakee doveva dividere la scena con due primedonne come Cassel e "Big Dog" Robinson, personaggi nettamente incompatibili tra loro che, al momento di riflettere sulle cocenti sconfitte dei Bucks, non avevano saputo far altro che accusarsi a vicenda; la dirigenza fece piazza pulita epurando prima Robinson e poi, a metà stagione 2002-2003 Allen che venne ceduto a Seattle con la fama di giocatore senza le doti caratteriali necessarie per essere un giocatore franchigia.
Sicuramente, guardando la situazione col senno di poi, liberarsi dei "Big Three" fu una mossa necessaria, ma Allen meritava probabilmente un po'di fiducia in più.
Fiducia che la guardia da UConn si vide riconosciuta dai Sonics alle prese con l'allora imminente partenza di Gary Payton; oggi la mossa paga alla grande, Seattle è una delle più interessanti realtà della Lega e Allen una delle sue stelle più brillanti.
La franchigia detiene ad oggi il terzo miglior record della Western Conference (28-11) mentre le cifre di Ray parlano di 23,8 punti (7° Nba), 4 rimbalzi e 4 assist a partita ma nel caso in questione i numeri non rendono totalmente idea di una situazione, infatti Allen sembra aver compiuto in questa stagione un salto di qualità soprattutto a livello mentale: in campo è per la prima volta nella sua carriera Nba, l'unico leader tecnico e carismatico di un manipolo di interessantissimi giovani come Lewis, Ridnour, Collison e Radmanovic che crescono partita dopo partita senza l'incombenza di dover diventare delle superstar, cosa che sta permettendo loro di giocare una grande stagione.
Ray si assume qualche responsabilità in più, così facendo migliora i suoi compagni e poi se stesso, confermandosi uno dei dieci/quindici migliori giocatori della Lega, grazie alla completezza che il suo gioco ha raggiunto in questa stagione; al lodatissimo tiro da tre - forse il più efficace e pulito stilisticamente della Nba - Ray ha da sempre abbinato ottime doti di penetratore e passatore, inspiegabilmente sempre sottovalutate, che questa anno invece balzano agli occhi, anche grazie al fatto che gli avversari tendono a difendere sul gioco perimetrale di Allen che sfrutta la situazione, facendo ricorso sempre più spesso a soluzioni in avvicinamento a canestro che spiazzano e muovono le difese avversarie creando spazi utili ai suoi compagni.
Dall'arco resta un giocatore letale anche se il 38% di realizzazione è il suo minimo in carriera, anche se si classifica quarto per tiri da tre tentati e comunque quinto per quelli segnati in totale, in più, a conferma della sua importanza all'interno del sistema messo su da coach Mc Millan, Allen è in assoluto il terzo giocatore più influente sui risultati della propria squadra; una statistica oggi di gran moda oltreoceano mette infatti in evidenza come, con Allen in campo, Seattle accumuli un vantaggio medio sugli avversari di 7,5 punti, mentre quando la guardia siede in panchina lo scarto si tramuti in uno svantaggio di 8,4 punti; i numeri si sa, sono sempre da prendere con le molle, ma rendono comunque l'idea di quanto Ray Allen sia importante per i Sonics.
Non sono in ogni caso tutte rose e fiori all'ombra dello Space Needle, infatti negli ultimi giorni sembra essersi creato un caso Allen per quanto concerne il prossimo rinnovo contrattuale. I dissidi nascono dal fatto che Allen, che alla fine della stagione attuale sarà free agent senza restrizioni, abbia chiesto il massimo salariale ai dirigenti che tentennano prima di compromettere la situazione salariale della franchigia che, dopo i sacrifici fatti per trattenere Rashard Lewis, potrebbe chiudersi definitivamente se si decidesse di puntare forte anche su un Allen che, a parer loro, potrebbe non meritare le cifre richieste.
La situazione appare quindi alquanto spinosa visto che il divario fra domanda (oltre 100 milioni di dollari) e offerta (68 milioni) rimane considerevole; sbilanciarsi nel prevedere come andrà è impresa non facile, dato certo è che alla finestra stanno moltissime franchigie ingolosite dalla forza di un giocatore del calibro di Allen che può tranquillamente far fare il salto di qualità a qualsiasi squadra. Gli ultimi rumors parlano addirittura di un grosso interessamento da parte dei Cleveland Cavs che vorrebbero affiancarlo a LeBron James per creare una coppia che come limite avrebbe solo il cielo.
Queste sono però solo chiacchiere da bar e sia Allen che i Sonics hanno più interesse a guardare al presente che si presenta a dir poco roseo visti i risultati, una volta chiusa la stagione si dovranno tirare le somme e prendere le relative decisioni ma siamo sicuri che "He Got Game" avrà comunque dato il suo gran contributo alla causa di Seattle.