Yao e T-Mac hanno fatto recuperare terreno in classifica ai Rockets dopo un pessimo avvio
La primavera, e noi abitanti dello Stivale alle prese con nevicate di stampo siberiano lo sappiamo bene, è ancora lontana ma il risveglio degli Houston Rockets è avvenuto con largo anticipo, consentendo ai ragazzi di coach Van Gundy di tirarsi fuori dalle sabbie mobili della discontinuità , regalando ai tifosi un mese ricco di soddisfazioni e povero, una volta tanto, di passi falsi e prestazioni abuliche.
Nonostante la sconfitta patita tra le mura amiche ad opera dei Sacramento Kings, il team è in trend positivo e le 24 vittorie fin qui ottenute, a fronte di 20 sconfitte, consentono alla franchigia texana di guardare all'immediato futuro con un certo ottimismo.
I progressi ci sono stati eccome e dopo un inizio stentato finalmente la manovra mostra un apprezzabile fluidità , a rimbalzo adesso non è più una pacchia per l'avversario di turno e, dulcis in fundo, anche la difesa non fa più acqua come prima delle feste.
"Se paragoniamo il nostro avvio con l'attuale posizione in classifica, beh, c'è da essere soddisfatti e ogni sera miglioriamo qualcosa" - commentava Bob Sura nei giorni scorsi e non gli si può certo dare torto. "Se dovessimo raggiungere la post-season, nessuno vorrà avere a che fare con noi, questo è certo".
Gli uomini della panchina hanno poi contribuito a far uscire i Razzi dal letargo; il grande vecchio Mutombo ha dato il suo contributo mentre Jon Barry ha riempito lo spogliatoio di grinta e passione, caratteristiche decisive per fare il salto di qualità , all'interno di una Western Conference agguerrita (con il prepotente ritorno dei Grizzlies), nella quale sarò arduo riuscire a garantirsi il vantaggio del campo in vista degli eventuali playoffs.
A far sorridere lo staff tecnico ci ha inoltre pensato anche la Grande Muraglia, con una serie di prove in attacco da 20 punti di media, una manna dal cielo rispetto alle briciole portate a casa da Yao a cavallo tra novembre e dicembre. Il suo futuro è ancora incerto e le sirene delle altre franchigie, vedi L.A. sponda Lakers non smetteranno di farsi sentire da qui alla fine della stagione ma Ming ha l'occasione per togliersi di dosso l'etichetta di "buono" che gli è stata affibbiata per via dello sguardo poco minaccioso e della mancanza di quel giusto livello di cattiveria che dovrebbe consentire ad un gigante della sua stazza di dominare in zona pitturata come nessun altro a livello Pro.
The Big Sleepy continua dal canto suo ad essere il vero ago della bilancia delle aspirazioni di Houston. La squadra non può prescindere dalle sue magie e, dopo qualche mese di rodaggio, l'ex talento dei Magic, si è ritagliato all'interno del gruppo quel ruolo di numero 1 che già sulla canotta fa il suo bell'apparire.
Dopo la fase del "date l'arancia a me che vi solleverò il mondo" si è passati ad una situazione leggermente diversa e anche nelle serate da 30 punti a referto il grado di coinvolgimento dei compagni è sensibilmente aumentato. Detto questo, senza McGrady i Rockets i playoffs li guarderebbero davanti alla TV, ma ciò si sapeva ed è proprio per questo che nella stanza dei bottoni si è pensato di portare T-Mac in Texas in cambio del fumoso Francis.
Insomma, se in autunno c'era da piangere, l'inverno ha regalato ai tifosi la piacevole sorpresa di un gruppo in grado di infilare W con una certa continuità ma guai a fermarsi altrimenti il rischio di trovarsi sul divano a guardare nel tubo catodico la postseason potrebbe anche diventare la più triste delle realtà !
Stay tuned!