Ad Est nessuno si può sognare di togliere il posto in quintetto a quest'uomo…
Nato nel 1951, l'All Star Game 2004 riparte dal Colorado ed esattamente da Denver, dove la manifestazione raggiunge i 54 anni di storia.
Arricchita nell'84 con lo "Slam dunk contest", nell'86 con lo "Three point Shootout" e nel '94 con "got milk? Rookie Challenge", vale a dire la gara delle matricole, oggi l'evento è divenuto, ancora più di una volta, simbolo dello show-business americano, perdendo nel tempo molto di quel fascino di cui era dotato nei primi anni di vita.
Al di là però dei rimpianti e delle nostalgie, anche quest'anno la febbre da "All star game" è cominciata a salire e già si cominciano a fare i pronostici su quelli che saranno i convocati, nonché i quintetti titolari per la gara delle stelle.
Prima però di prendere in esame i possibili contendenti di quest'anno, cerchiamo di capire il metodo di selezione dei giocatori partecipanti.
I quintetti base vengono scelti dal pubblico, che attraverso il sito ufficiale della lega (Nba.com) seleziona i cinque giocatori preferiti di entrambe le conference. Il 23 gennaioè stato il termine ultimo per effettuare le votazioni, ed il 3 febbraio verranno tirate le somme ed i più votati per ogni ruolo andranno a comporre i quintetti base.
Fatto questo toccherà agli allenatori delle due squadre (i migliori delle rispettive conference) scegliere, nelle rispettive conference, quelli che loro ritengono essere i migliori sostituti dei titolari.
Veniamo ora a quelli che potranno essere i convocati per la gara delle stelle.
WESTERN CONFERENCE
L'arrivo di Tracy McGrady a Houston ha reso la selezione dell'Ovest ancora più competitiva dell'anno passato. Certo non è da sottovalutare la partenza di Shaquille O'Neal: uno dei giocatori più dominanti di sempre, il centro che tutto travolge senza lasciare superstiti, il "most dominated ever" per eccellenza, come lui stesso ha voluto definirsi.
Uno come Shaq insomma non può essere sostituito nel giro di un anno, ma non bisogna dimenticare che l'Ovest annovera tra le sue fila Yao Ming, cinese di 2.28 cm, da tre anni in Nba, già titolare allo scorso All Star Game e pronto a colmare completamente l'assenza di Shaq.
La sfida tra i due è già iniziata tra il pubblico. Shaq ha portato a casa, secondo gli ultimi aggiornamenti, la bellezza di 1.817.828 voti. Yao lo addirittura superato, mettendone in cascina 1.888.533. Un fantastiliardo. Come disse l'anno scorso Shaq riferendosi in maniera ironica al fatto che Yao potesse contare su tutta la popolazione cinese per ricevere più voti. Ma la sfida non è solo tra loro due.
Detto di Yao e T-Mac, che dopo un avvio difficoltoso hanno gradualmente inserito le marce alte riportando in alto Houston, è inevitabile non parlare di Tim Duncan e Kevin Garnett. Il meglio del meglio degli ultimi tre anni. Gli mvp delle ultime tre stagioni. I più forti in assoluto che un posto nella notte delle stelle di certo lo meritano.
Per l'ultimo posto disponibile due nomi in ballo. Da una parte Kobe Bryant, la guardia più forte della lega, alle prese con la sfida "da solo contro tutti" a Los Angeles, ma soprattutto con un infortunio alla caviglia che però non dovrebbe compromettergli la notte di Denver. Già Denver, il Colorado, i tribunali. Luoghi noti a Kobe che, una volta per tutte, ha voglia di mettersi alle spalle, magari con una prestazione da Mvp.
Dall'altra Steve Nash. Un uomo rinato. Abbandonata Dallas e un sistema di gioco fallimentare, ha intrapreso una nuova sfida. In realtà un po' nuova, ma anche un po' vecchia, visto che si è ritornati a Phoenix, squadra che lo aveva visto protagonista dal 1996 al 1998 e che ora sembra essere tornata ai vertici della lega. Anche e soprattutto grazie a Nash, visto che, quando un infortunio lo ha fermato, Phoenix ha subito qualche sconfitta di troppo.
Il quintetto base della Westerne Conference:
Centro: Yao Ming (HOU) 1,888,533
Ala Grande: Tim Duncan (SA) 1,224,697
Ala Piccola: Kevin Garnett (MIN.) 1,545,544
Guardia: Kobe Bryant (LAL) 1,362,409
Playmaker: Tracy Mcgrady (HOU) 1,469,005
Per quanto riguarda la panchina questi sono i nomi più probabili:
Amare Stoudemire – Centro
Chris Webber - Ala Grande
Dirk Nowitzky - Ala Grande
Carmelo Anthony - Ala piccola
Peja Stojakovic - Ala piccola
Ray Allen - Guardia
Emanuel Ginobili – Guardia
Steve Nash - Playmaker
Mike Bibby -Playmaker
GLI ESCLUSI
Abbiamo inserito Emanuel Ginobili perché uno come lui, che conquista con l'Argentina, paese dalla non-florida situazione economica e dalla tradizione cestistica non molto onorevole, una medaglia d'oro alle Olimpiadi, deve partecipare all'"All Star Game". Questo però comporta l'esclusione di Tony Parker. A malincuore. Diciamolo subito, perché Parker rappresenta l'inventiva, l'agilità e la classe; ma l'essere toppo discontinuo alla fine non gli permetterà di partecipare alla notte del 20 febbraio.
Vero problema è quello legato ad Odom. Con l'assenza di Kobe Bryant a causa della brutta distorsione alla caviglia, ha preso per mano i Los Angeles Lakers garantendogli una buona serie di successi. Ma come si può portare Odom a Denver se non lasciando a casa uno tra Webber e Nowitzky? Davvero dura scegliere.
Al palo rimarranno anche Pau Gasol e Kenyon Martin, che non avendo disputato una grande stagione, saranno costretti a guardare la partita alla televisione. Dispiace invece per Baron Davis e Andrei Kirilenko che a causa dei rispettivi infortuni, non potranno onorare la serata.
EASTERN CONFERENCE
Nella Eastern, ovviamente, abbiamo la situazione opposta rispetto alla Western. L'arrivo di Shaq è stato molto importante per coprire un ruolo che negli anni passati era praticamente inutilizzato. Ben Wallace, aldilà dell'immensa generosità ed energia che può offrire, sicuramente compre meno spazio di Shaq e in quanto a classe e talento è sicuramente due o tre spanne sotto a "the Big Daddy".
Vero è che la partenza di T-Mac ha lasciato più spazio nel back-court, anche se gli ultimi Draft hanno fornito alla costa est molto "materiale" sul quale investire: primo fra tutti Dwyane Wade. Il nuovo prediletto di Shaq, al secondo anno di Nba, sta offrendo prestazioni strabilianti, dimostrando di essere un grandissimo giocatore, dall'alta fisicità e da una propensione smisurata verso il quarto periodo. Un Mr. Clutch per eccellenza che fa della penetrazione il suo più grande pregio.
Sempre nel back-court immancabile sarà la presenza del prescelto, del "Chosen-one", del predestinato, in arte LeBron James. La scelta numero uno nel Draft 2003, sta compiendo ogni giorno dei progressi pazzeschi. Si migliora continuamente in ogni fondamentale, avvalendosi di quella struttura fenomenale che madre natura gli ha donato. Forse l'unico difetto ancora evidente in LBJ è la difesa. Disinteressato; questo è l'aggettivo per definire Lebrone, quando la palla è in mano agli avversari. Problema però, che in un All Star Game che si rispetti, diventa irrilevante.
Per la posizione da guardia inevitabile sarà la presenza di The Answer Iverson. Il miglior marcatore della lega degli ultimi anni è una necessità se si vuole fare della partita delle stelle, un'esibizione basata sullo spettacolo. Tiri impossibili, penetrazioni alla velocità della luce e atletismo fuori dal comune, le caratteristiche principali del 29enne di Hampton che sta conoscendo negli ultimi tempi un maturità mentale impensabile solo qualche anno fa.
Nella front-line, detto di O'Neal, appaiono assegnati anche gli altri due posti. Vince Carter, che riscuote sempre il solito successo tra il pubblico, quest'anno arriverà alla partita delle stelle con nuove certezze. Il New Jersey è la sua nuova casa. Toronto il suo passato. Ora toccherà solo a lui dimostrare d'essere quello dei playoff 2001. Non ci sono più alibi. V-Incredible deve tornare a volare.
C'è poi l'omonimo di O'Neal. Jermaine. Qui in realtà i voti dovrebbero essere molti di più. Stiamo parlando di un ala grande nel vero senso della parola, tutta post-basso, blocchi, atletismo, forza, mani educate e classe sopraffina. Eppure, la famosa rissa di Detroit, ha avuto il suo peso. L'aura di bravo ragazzo è stata compromessa e molti hanno preferito destinare il proprio voto ad altri. Improbabile però che O'Neal non parta tra i primi cinque il 20 febbraio.
Il quintetto base della Eastern Conference:
Centro: Shaquille O'Neal (MIA) 1,817,828
Ala Grande: Jermaine O'Neal (IND) 971,019
Ala piccola: Vince Carter (NWJ) 1,294,646
Guardia: Allen Iverson (PHI) 1,154,074
Playmaker: LeBron James (CLE) 1,151,688
Per quanto riguarda la panchina questi I nomi più probabili:
Ben Wallace - Centro
Rasheed Wallace - Ala Grande
Dwight Howard - Ala Grande
Grant Hill - Ala Piccola
Antawn Jamison - Ala Piccola
Steve Francis - Guardia
Stephon Marbury – Guardia
Jason Kidd – Playmaker
Dwyane Wade - Playmaker
Gli esclusi
Probabile che l'ultimo Mvp delle finali Nba 2004 non partecipi alla gara delle stelle. Il fallaccio commesso da Chauncey Billups ai danni di Richard Jefferson, impedendogli di fatto la partecipazione al "raduno" di Denver, avrà il suo peso e crediamo che la sua esclusione sarà inevitabile. Alla fine Billups potrebbe rientrare solo se a farne le spese sarà Sthephon Marbury, che di certo con i suoi New York Knicks, non sta certo attraversando un bel momento.
Inevitabile sarà anche l'esclusione di Paul Pierce. Diciamo subito a malincuore, ma l'andamento altalenante di Boston impedirà a "double-P" di prendere parte alla notte delle stelle.
Nonostante l'ottima stagione invece, sarà escluso Zydrunas Ilgauskas, chiuso dal duo Shaq-Wallace. Disputeranno invece solo la gara dei rookie e dei Sophomore, Chris Bosh ed Emeka Okafor nonostante le ottime prestazioni che stanno offrendo.
IL PROGRAMMA:
18 febbraio - Got milk? Rookie Challenge (ore 3 italiane, 21 di New York, 19 di Denver)
19 febbraio - NBA All-Star Saturday Night (ore 2 italiane, 20 di New York, 18 di Denver)
20 febbraio - NBA All-Star Game (ore 2 italiane, 20 di New York, 18 di Denver)