L.A. vs L.A.

Lo scontro fra le due squadre losangeline quest'anno è equilibrato come non mai…

Se due anni fa qualcuno avesse previsto un futuro con i Clippers allo stesso livello dei Lakers sarebbe stato legato, imbavagliato e trascinato a viva forza nella più vicina clinica psichiatrica. L'ascesa dei Clippers e l'innegabile perdita di potenziale dei Lakers, dovuta manco a dirlo alle illustrissime partenze estive, hanno quasi annullato il gap che separava le due squadre ormai da anni.

Semplificare il discorso e parlare di una discesa dei Lakers ai livelli dei Clippers sarebbe comunque sbagliatissimo in quanto, le squadre in questo periodo godono di un bilancio vittorie-sconfitte pressoché positivo (Lakers 18-15, Clippers 17-17) a testimonianza della competitività  delle due squadre nella difficilissima Western Conference e le singole situazioni sono comunque davvero diverse"

Donald Sterling è probabilmente l'unico proprietario nella storia recente dello sport americano capace di guadagnare milioni di dollari dalla gestione di una franchigia professionistica e forse potrà  ora controbattere a chi lo accusava di pensare prima alle proprie tasche e poi all'andamento della squadra, magari vantandosi di raccogliere oggi ciò che ha seminato in passato.

Che Sterling si sia in passato distinto più per il suo braccino corto che per le sue abilità  di stratega del mercato è un dato certo: basti pensare al suo stupore alla notizia che i giocatori dovevano ricevere i calzini in dotazione dallo sponsor e non comprarli a loro spese"

Per anni in casa Clippers il mercato è stato caratterizzato dalle dipartite di ex primissime scelte (Odom, Q.Richardson, Olowokandi ecc.) utili come pedine di scambio per allestire squadre che terminavano ogni singola stagione con un record straperdente.

I questa stagione invece, i Clippers sembrano finalmente in grado di poter puntare alla postseason, grazie a un roster completo in quasi tutti i ruoli e un gioco migliorato considerevolmente; la squadra mostra ottime doti in transizione, più offensiva che difensiva e un buon equilibrio, con tiri distribuiti equamente fra i giocatori nelle varie posizioni del campo.

Il punto debole più evidente è la posizione di playmaker dove si spera nel rapido recupero di Jaric, infortunatosi proprio mentre stava producendo un'ottima stagione soprattutto per quanto concerne i recuperi, specialità  che lo vedeva tra i primissimi nella Lega , il solo Rick Brunson come cambio non sembra bastare. Nel ruolo sarebbe stato utile Shaun Livingston, il piccolo mago da Peoria HS che in poche partite, nonostante i 19 anni, aveva fatto vedere entusiasmanti bagliori di classe che avevano scatenato la solita valanga di paragoni illustri ed ingombranti.
Risultato: ginocchio spappolato e arrivederci alla prossima stagione.

A dare una mano (e che mano!) a Brunson nel reparto dietro c'è un Corey Magette in formato All Star che sta producendo, sera dopo sera, la miglior stagione in carriera, quella della ormai definitiva consacrazione: i 21,9 punti, 5,8 rimbalzi e quasi 4 assist sono cifre simili a quelle della scorsa stagione che non rendono l'idea della leadership e dei progressi tecnico-tattici compiuti dall'ex Duke. Mettiamoci pure un fisico che pare forgiato nel bronzo da Fidia e la pazzesca esplosività  che ben conosciamo ed abbiamo una delle migliori guardie della NBA.

Elton Brand, non c'è bisogno di dirlo, si sta confermando uno dei big man più solidi della Lega continuando a fare il suo, anche come centro, contro le solite "brutte facce" che girano in quei ruoli a Ovest. All'ottima coppia di cui sopra aggiungiamo pure il più che probabile giocatore più migliorato della stagione: ladies and gentleman" Bobby Simmons!

Tiratore elegante ed efficace da qualsiasi distanza, capace di finire anche in penetrazione (15,9), ottimo rimbalzista (6,2) e, come se non bastasse, buon ladro di palloni (1,4), ha fatto dimenticare completamente Q-Rich risultando senza dubbio migliore per la squadra in quanto privo di pretese da star sul campo, dove sfrutta le sempre più occasioni che gli si presentano anche se ha già  messo due trentelli cosa non proprio da semplice gregario.

Note liete anche dal centro sophomore Chris Kaman che continua a migliorare in difesa e a confermare le ottime capacità  in attacco, dove i fondamentali sono davvero da leccarsi i baffi e ricordano, per efficacia, i movimenti dei centri d'altri tempi, rari ormai come le mezze stagioni.

A questi ingredienti di base aggiungiamo le doti di un giocatore completo e utile come Kerry Kittles, appena tornato da un brutto infortunio così come Zele Rebraca che, seppur non più un fulmine di guerra dal punto di vista fisico, si sente ancora utile alla causa come specialista sui due lati del campo, tanto da aver rinunciato ad offerte economicamente ben più succose provenienti dall'Europa.

Chiaramente non sono tutte rose e fiori in casa Clippers, stiamo comunque parlando di una franchigia con moltissimi aspetti da migliorare per raggiungere una quadratura del cerchio, ancora lontana, soprattutto ad Ovest, ma non più distante anni luce, tanto che sognare un derby magari al primo turno dei playoff non sarebbe affatto insensato.

L'altra faccia di Los Angeles, nonostante il sufficiente bilancio vittorie-sconfitte, non sembra, dopo anni, molto superiore ai Clippers. Le epurazioni di Shaquille O'Neal e Coach Zen non sembrano aver dato i frutti sperati anche se sin dall'inizio non ci si poteva aspettare molto da questa edizione dei Los Angeles Kobers"pardon! Bryanters" scusate ancora!!…Lakers.

Se dovessimo affiggere un manifesto con il programma prepartita davanti allo Staples Center potremmo scrivere: "Concerto di Penetra e Scarica con irresistibili assoli del maestro Kobe Bryant- Regia: Rudy Tomjanovich"

Assistere oggi ad una partita dei Lakers è cosa davvero avvilente per chi amava l'organizzazione totale di Jackson e la potenza di Shaq mentre per gli ammiratori di Kobe Bryant i match dei gialloviola sono eventi da registrare e rivedere mille volte.

A parte le solite battute, la stagione dei gialloviola del dopo-triangolo è fino ad ora molto inferiore agli standard ai quali eravamo abituati. La squadra non sembra poter andare oltre una stagione da 41-41 e qualcuno forse inizia a storcere la bocca.

Kobe, come voleva sin dall'inizio, è il padrone assoluto della squadra; senza l'obbligo di dividere la palla con gli altri è libero di sparare dai 30 ai 50 punti a serata senza dover chiedere il permesso a nessuno, ogni tanto fornisce una prestazione da doppia cifra negli assist così, tanto per accontentare il resto dei figuranti con la maglia uguale alla sua.

L'allenatore, Rudy Tomjanovich, non proferisce verbo limitandosi a passeggiare sulla linea di fondo perché, in fin dei conti, viene pagato per vivere in una delle città  più belle del mondo, andare ai Playoff per l'ennesima volta con una delle squadre più blasonate di sempre e soprattutto per non mettere il bastone tra le ruote al numero otto.

I risultati saranno in ogni caso dignitosi in quanto, pur discutibilissimo come persona, Bryant è capace di portare da solo una squadra ai playoff, essendo oggettivamente la guardia più forte nella storia della Lega dopo Sua Maestà  M.J.; c'è da chiedersi se Kobe saprà  portare la squadra avanti, quando farà  molto caldo in campo è fuori.

Nell'attesa di poter rispondere a tali interrogativi la squadra va avanti con andamento altalenante fra liete sorprese e qualche malumore.

Molti sono i giocatori che all'ombra di Bryant stanno producendo un'ottima stagione: Chris Mihm in primis sembra aver fatto passi da gigante e fornisce sera dopo sera ottime cifre, le migliori della sua carriera: 11 punti 7 rimbalzi di media con seratone da 21 rimbalzi come contro New Orleans. Accanto al centrone bianco da Texas altri giocatori stanno uscendo dall'anonimato: Chucky Atkins, Jumaine Jones e Brian Cook; specialisti del tiro pesante, risultano davvero pericolosi quando messi in condizione di nuocere sfruttando gli spazi liberati da Kobe e così facendo capita che riescano a vincere qualche partita con conclusioni decisive allo scadere come in un paio di occasioni in questo avvio.

Se i giocatori di cui sopra sorprendono soprattutto perché superano le aspettative di inizio stagione, ci sono altri elementi che, se non deludono, quantomeno non tengono fede alla loro fama. Parliamo dei nuovi grandi nomi arrivati in estate.

Divac, ormai ha fatto il suo tempo e francamente la sua assenza, probabilmente per tutta la stagione, non lascerà  il segno; stesso discorso per Brian Grant che da grande guerriero qual è cerca di andare oltre gli acciacchi continuando a lottare per quanto gli resta possibile.

Se invece parliamo dei giovani arrivati nell'affare (?) Shaq il discorso si complica.

Lamar Odom e Caron Butler giocatori di classe e personalità , pur fornendo prove più che dignitose dal punto di vista numerico, rispettivamente 14+10 e 13+5 a sera, sembrano relegati ad un ruolo di comprimari al quale non sembrano poter resistere a lungo.

Soprattutto Odom viene utilizzato come specialista dei rimbalzi pur essendo un' attaccante favoloso e più in generale uno dei giocatori più completi della Lega, Butler si è già  lasciato andare, con un paio di reazioni nei confronti di avversari forse testimonianza di un certo malessere interiore. I soliti bene informati parlano già  di malumori all'interno dello spogliatoio gialloviola da parte di giocatori che avrebbero chiesto di essere ceduti e non è facile pensare che gli indiziati maggiori siano proprio i due ex degli Heat.

A cambiare le carte in tavola, per il Lakers, è arrivato l'infortunio di Kobe, inserito in injured list per una caviglia girata in malo modo, fuori dai giochi come minimo per 2 settimane. Dalle prime uscite senza il loro go-to-guy, la squadra sembra aver risposto bene, con Odom a fare il Kobe e tutti i compagni ben coinvolti nel gioco. Certo, alla lunga, l'assenza di Bryant si farà  comunque sentire…

Tirando le somme possiamo dire che per i Lakers l'accesso ai playoff è, a meno di clamorosi colpi di scena, assicurato, una volta arrivati lì si salirà , senza una meta precisa, sull'autobus guidato da Kobe poi chissà "

Per i Clippers il discorso è meno scontato per quanto riguarda l'approdo alla postseason ma arrivarci sarebbe già  un gran bel traguardo raggiunto e poi magari un derby"

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