L’esplosione di Maggette

Corey Maggette, l'ennesima scommessa azzeccata da Sterling

Tutti, ma proprio tutti, avevano pronosticato un'altra stagione perdente per i Los Angeles Clippers. I Velieri di proprietà  del sig. Sterling, proprietario taccagno se ce n'è uno, navigano da parecchi anni in cattive acque e spesso hanno chiuso la stagione con record ultra-perdenti e con perdite ingenti di free agents, ma quest'anno, con un record di 18-18 che li proietta in lotta per i playoffs della Western Conference, qualcosa sembra essere cambiato.

Mr. Sterling ultimamente si dev'essere messo dell'idea che senza un minimo di continuità  probabilmente non è possibile ottenere dei risultati positivi e qualche pezzo del puzzle è riuscito a tenerselo in squadra.
Dopo le note defezioni dei vari Derek Anderson, Michael Olowokandi, Andre Miller, Lamar Odom, Darius Miles e quest'anno di Quentin Richardson, sono stati trattenuti due componenti del futuro della franchigia, Elton Brand e Corey Maggette, che avevano ricevuto ambedue delle offerte come restricted free agents pareggiate immediatamente dallo spilorcio proprietario. In particolare, Maggette ha ottenuto un contratto da 42 milioni di dollari per 6 anni, annullando automaticamente il foglio d'offerta che aveva sottoscritto per i Jazz.

Maggette, ex Duke, è stato scelto dai Sonics con il n. 13 assoluto nel draft del 1999 e subito girato ai Magic, ma gioca praticamente da sempre a Los Angeles ed in ognuno dei cinque anni passati ha aumentato la propria media punti fino ad arrivare a quella attuale, di 21.9 (14° in tutta la Nba), che è la migliore della squadra e rappresenta il suo career high. E' senz'altro il giocatore più atletico a disposizione dei Clips, ha un tono muscolare eccellente ed un atleticismo debordante che lo ha portato ad essere conosciuto al college come materiale da “highlight reel”, ossia presenza costante delle top ten con le sue poderose schiacciate. Ovviamente molti aspetti del suo gioco sono migliorati anno dopo anno, grazie ad una buona etica lavorativa e tantà  buona volontà . Vediamo nelle righe successive, come questo lavoro abbia dato i suoi frutti.

Partito tenendo una media di 18.5 punti a partita in novembre, Corey nel mese successivo ha ingranato una marcia superiore. In dicembre, infatti, ha ottenuto una media di 24.2 punti, segnandone 38 nella sconfitta interna contro i Celtics e segnandone rispettivamente 34 e 33 contro Minnesota e Charlotte in due partite consecutive. Questa particolare statistica si è ripetuta anche in gennaio, quando Maggette ha riportato nel suo tabellino personale 33 e 31 punti, ancora in gare consecutive. Nell'ultima partita giocata contro i Sonics, Maggette ha scritto ancora 31 con 11/19 dal campo, il tutto condito da 10 rimbalzi, 5 assist e 3 palloni recuperati, segno che il ragazzo sta veramente prendendo in mano la squadra anche nei match che oppongono a LA squadre con record decisamente migliori.

Molto buoni sono altri due aspetti statistici, ovvero il numero di assist e rimbalzi presi. Maggette ha raddoppiato il numero degli assist che dava nei primi anni di carriera, ed i 3.6 di quest'anno sono il suo personal best. Nei rimbalzi, invece, già  l'anno scorso aveva dimostrato una crescita prendendone 5.9 di media, mentre quest'anno ne sta collezionando 5.8, dei quali 4.9 sono presi in difesa, confermando la sua fama di solido rimbalzista.
Nella partita giocata contro i Pistons ad inizio campionato ne ha presi addirittura 19, ovviamente suo career high.

Maggette è molto migliorato anche nei tiri liberi e quest'anno sta viaggiando con l'85.1% di realizzazione, dato importantissimo per un giocatore che effettua 10.92 tiri liberi a partita, frutto delle sue incursioni sotto canestro e frutto del suo atletismo. Questo lo porta ad ottenere segnatura e fallo spesso con grandi schiacciate, grazie anche al fisico massiccio che gli permette di attaccare il canestro senza grossi problemi.

L'unico neo può essere quello delle palle perse, dove Maggette occupa il 10° posto nella lega in turnovers per partita con 3.37, massimo in carriera, mentre gli si può perdonare il 42.3% dal campo, in lieve calo rispetto agli altri anni, perchè causato dall'ampliamento del suo raggio di tiro, anche se c'è ancora molto da lavorare dall'arco dei 3 punti.

Questi continui miglioramenti fanno ben sperare Maggette, che si trova molto bene con coach Dunleavy, dichiarando ad inizio stagione: “Ognuno di noi sa bene cosa deve fare una volta andato in campo; il merito è tutto del coach, tra di noi c'è fiducia reciproca. Noi crediamo in lui, lui crede in noi”

L'obbiettivo principe è quello di poter solo dire la parola playoffs, parola impronunciabile ed impensabile per molte stagioni, e pur di raggiungerli Maggette mette in secondo piano le ambizioni personali: “Credo moltissimo nei miei compagni. Mi diverto molto a giocare a L.A. La nostra squadra ha parecchio talento, ed i ragazzi sono convinti che ce la possiamo fare. Certo, mi piacerebbe un giorno giocare l'All Star Game, chi non sogna di parteciparvi, ma ora il mio obbiettivo principale è quello di giocare i playoffs con questa squadra, dando sempre il mio contributo sera dopo sera, ed ogni cosa poi verrà  da sè.”

Dopo tanti anni bui, sembra ci sia la luce in fondo al tunnel ed il fatto che qualcuno che voglia giocare a Los Angeles, sponda Clippers, è certamente una notizia, dopo le fughe del passato.
Se poi i playoffs arrivassero sul serio, Sterling per una volta avrebbe investito davvero bene i suoi soldi.

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