L'uscita di Bryant accompagnato da Gary Vitti negli spogliatoi
Alla fine quello che non doveva succedere è accaduto e adesso la stagione dei Los Angeles Lakers potrebbe essere ad una seria svolta.
Come? Cosa?
Semplice, durante l'ultima sfida di campionato, giocata proprio la scorsa notte, il capitano dei Lakers, Kobe Bryant si è accasciato in preda al dolore in campo, a causa di una seria slogatura della caviglia.
Si tratta non certo di un evento raro nella lega, ma come sempre quando capita ad una stella, ad un giocatore cardine per il proprio sistema, le conseguenze potrebbero essere svariate.
Risultati
Denver Nuggets 91 @ Lakers 99
Lakers 83 @ San Antonio Spurs 100
Lakers 104 @ Dallas Mavs 118
Houston Rockets 104 @ Lakers 111
Minnesota T-Wolves 96 @ Lakers 105
Lakers 83 @ Denver Nuggets 95
Cleveland Cavaliers 94 @ Lakers 98
Ma partiamo dall'inizio.
Si parlava prima della fine d'anno, di un periodo estremamente duro, in arrivo per i californiani. Effettivamente il calendario di queste prime settimane di 2005 ha riservato non poche incognite a Kobe e compagnia, ma tutto sommato il bilancio di questo scorcio di regular season non si può considerare del tutto negativo, soprattutto nell'ottica un po' ridimensionata di questi Lakers.
Si è cominciato con una vittoria contro Denver, verrebbe dire l'ennesima, vista ala striscia aperta di successi per i californiani sul proprio terreno contro la squadra delle pepite.
Una vittoria però che ha visto il ritorno a L.A. di quel Michael Cooper grande idolo dei tifosi di sponda giallo viola ai tempi dello Show Time e difensore fra i più rapaci degli ultimi trent'anni.
Questa volta, l'ex numero 21, è arrivato allo Staples Center in veste di neo allenatore dei Nuggets, dopo che in estate era stato seriamente in predicato di gestire la panchina proprio dei Lakers.
Peccato per lui che nella serata in oggetto, Bryant abbia messo a segno il terzo quarantello di fila (42 punti) spegnendo da subito le velleità di 'Melo (autore comunque di 27 punti) e compagni.
Nelle due partite successive i Lakers si sono trovati ad affrontare squadre sulla carta più forti e purtroppo per loro nessuna sorpresa. In entrambi i casi infatti la squadra guidata da Rudy T è andata subito pesantemente sotto nel primo quarto, spegnendo nel giro di 12 minuti le proprie velleità di upset.
Se nella sfida contro San Antonio è stato il collettivo avversario a dominare, tenendo fra l'altro Bryant a soli 17 punti e servendo addirittura 30 assist contro i soli 15 degli angelini (dato che deve far riflettere tantissimo), nella sfida contro Dallas sono state le triple di Jason Terry e la solita ottima vena offensiva di Dirk Nowitzky a scavare il solco decisivo per i texani, nonostante la buona serata di Bryant (32 punti ma anche 5 palle perse) e di Jumaine Jones che venendo dalla panchina si è portato a casa 10 punti con 13 rimbalzi.
Le note liete sono poi arrivate nelle due sfide successive. Due sfide per nulla scontate contro avversari che per motivi diversi risultavano tenutari di un bilancio sotto le aspettative e quindi desiderosi di riprendere la via per un posto sicuro nei play-off.
Contro gli Houston Rockets di T-Mac e Yao Ming, la sfida fra i due candidati all'MVP si è risolta in sostanziale parità , con Bryant a segnare 27 punti con 10 assist e McGrady a segnarne 26 con 8 assist. Alla fine però è stata la partenza lanciata e l'attacco per una volta bilanciato dei Lakers a fare la differenza.
Contro Minnesota la partita è cominciata male: brutta circolazione, pessime percentuali ed uno scarto già dopo 12 minuti di 13 punti.
Questa volta però, i Lakers non si sono afflosciati come in precedenza e al cospetto di Kevin Garnett autore di una lussuosa partita da 23 punti, 12 rimbalzi e 7 assist (la norma, no?) hanno messo in piedi una seconda metà di partita da 61 a 43 di parziale, con Bryant a quota 31 punti, un Atkins da 23 punti, 7 assist e altrettanti rimbalzi e un Chris Mihm da 14 punti, 17 rimbalzi e 5 assist.
L'altalena si è infine conclusa con le ultime due prestazioni.
Nella prima gara, a casa dei Nuggets, un Odom da 13 punti e 12 rimbalzi ed un Butler quanto mai tonico non sono riusciti a sopperire ad una serata molto erratica di Bryant (16 punti con 5 su 14 dal campo, 2 su 8 da 3 conditi con 5 rimbalzi e 7 assist) nella quale Denver ha segnato 52 punti contro 36 in area pitturata e ha perso solamente 3 palloni.
La seconda sfida è storia recente.
Primo quarto, Bryant ricade dopo essere saltato a rimbalzo sul piede di Ira Newble e la caviglia si piega dalla parte sbagliata.
La reazione dei compagni è arrivata subito e nella sera nella quale si sarebbero dovuti affrontare Kobe e LeBron, il grande protagonista è diventato [Lamar Odom che finalmente libero di fare la "prima punta" ha guidato i californiani con 24 punti, 8 rimbalzi e 7 assist, mostrando subito maggiore iniziativa (peraltro vedendo finalmente due palloni buoni di fila) e mettendo a ferro e fuoco il reparto lunghi dei Cavs.
A completare l'opera ci ha poi pensato Caron Butler che ha portato alla causa 22 punti e 12 rimbalzi, tutto questo nonostante dall'altra parte LeBron James non abbia certo vivacchiato, segnando alla fine 28 punti con 13 rimbalzi (season high) e 9 assist.
Il meglio della settimana: Due fattori balzano subito agli occhi. Il primo, la reazione della squadra dopo l'infortunio di Kobe. Dinamismo, voglia di fare, distribuzione del pallone nelle mani di Odom. I Lakers hanno reagito a caldo con buona disciplina al colpo subito, non a causo tutti i giocatori messi in campo da Tomjanovic hanno segnato.
Adesso il problema è come andrà il futuro, anche se i primi esami hanno dato esito negativo per quanto riguarda le ossa e i legamenti della preziosa caviglia.
Dando credito al partito dei "senza l'accentratore si gioca meglio" la squadra è diventata certo meno talentuosa ma senza dubbio più bilanciata per quanto riguarda la fluidità di gioco. Questo però andrà rivisto in altre occasioni, se ci saranno, a mente fredda e con avversari preparati.
Nel frattempo da segnalare che finalmente Sasha Vujacic ha messo piede in campo. Nella prima partita, ha raccolto 7 punti in garbage time (100% al tiro e 2 assist in 6 minuti), nella gara contro i Cavs 26 minuti, con 6 punti anche se solo 1 su 7 dal campo, con 1 assist, 3 rimbalzi e palle rubate.
E' un inizio.
Il peggio della settimana: l'altro lato della medaglia dice che, piaccia o meno, i Lakers hanno perso per non si sa bene quanto tempo (magari pochissimo) un candidato MVP, il secondo miglior marcatore della lega, il leader in campo.
Questo potrebbe portare certamente degli scompensi e se anche questo producesse un miglioramento del gioco nel breve periodo, cosa accadrebbe al momento del ritorno della stella? Chimica addio e via alle possibilità di trade? Un po' forzato come scenario"
In più i Lakers hanno dimostrato ancora una volta di non saper vincere contro squadre sulla carta più forti, soprattutto per mancanza di difesa e alternative di gioco. Senza Bryant la situazione non sembra possa diventare improvvisamente migliore.
E adesso? Come si può osservare, il momento a Los Angeles si presta a elucubrazioni degne del miglior Amleto.
Se l'infortunio si rivelerà poca cosa, le parole scritte oggi si riveleranno puro esercizio di fantasia, se l'assenza del capitano dovesse durare un po' di più"si vedrà .
Nel frattempo, i Lakers dal bilancio di 19 - 15, sesta forza della Western, affronteranno la trasferta di Golden State, poi quattro gare in casa: Minnesota e Seattle le avversarie da tenere maggiormente d'occhio.
Alla prossima"