Dwayne Wade è stato protagonista nella striscia d'oro dei suoi Miami Heat
Ci eravamo lasciati sotto Natale con gli Heat in partenza per l'ovest, destinazione Sacramento e Los Angeles. Ritroviamo Miami sulle strade dell'Ovest, nel bel mezzo del più lungo periodo stagionale al di là del Mississipi.
Nell'ultimo mese "The Shaq&Dwayne band" ha vinto 16 partite sulle 18 disputate. Solo Seattle è stata in grado di battere due volte gli uomini di Stan Van Gundy con la sua indigesta mistura di tiratori da fuori. I Sonics hanno vinto all'American Airlina Center 98-96 in una gara in cui Miami ha avuto la possibilità di continuare la sua striscia positiva: a 1.5" dalla fine, sul 98-95, Eddie Jones ha subito un fallo mentre dall'angolo sinistro tirava da tre. Il suo tiro è entrato ed uscito. "Abbiamo eseguito - ha spiegato Eddie Jones - lo schema che Van Gundy aveva disegnato nell'ultimo timeout. Il nostro coach aveva previsto grossa pressione sulla rimessa e su Wade. Non siamo stati fortunati."
Alla Key Arena di Seattle, gli uomini di Nate Mc Millan si sono ripetuti, 108-98, sfruttando, dopo 3 quarti di sostanziale equilibrio, un infuocato Vladimir Radmanovic. "Non capisco - ha commentato Stan Van Gundy - perché tutti gli osservatori continuano a dire che questa squadra nei playoffs sarà meno efficace. Sono un ottimo gruppo di tiratori e giocano bene in pick n roll."
Shaq ha segnato 28 punti con 11 rimbalzi contro il suo tradizionale "nemico" Danny Fortson. Dopo la prima partita in Florida, O'Neal aveva rivolto all'ex Golden State l'accusa classica: "E' un tuffatore - ha detto - uno che non è in grado di tenermi uno contro uno." Fortson, 18 punti nella gara casalinga, ha ribattuto: "Dice così perché il suo unico modo per segnare è andare vicino a canestro. Non è in grado di tirare un gancio, ancora meno un jump shot."
Sconfitte a parte, Miami ha oramai raggiunto una sua precisa dimensione di squadra. Per diverse ragioni. Le due stelle c'erano fin dall'inizio: Shaquille O'Neal e Dwayne Wade si integrano alla perfezione. Al Rose Garden di Portland, vittoria 103-92, Shaquille ha segnato 28 punti, risultando fondamentale nel primo quarto, durante il parziale di 28-4 che ha aperto la partita. Wade ne ha messi 25, 11 nel terzo quarto in cui Shaq era seduto in panchina per problemi di falli, fermando il rientro degli uomini di Cheeks.
"Fra di noi c'è un vero e proprio accordo - dice il secondo anno da Marquette - che manda avanti quello che in serata si sente di sostenere il peso offensivo." "La loro energia - commenta il coach - è fondamentale per dare fiducia al gruppo. Contro Portland partire bene è stato importante per scacciare il ricordo della partita di Miami (netta vittoria dei Balzers ndr)."
Interessante il dato statistico: Wade è stato il migliore marcatore della squadra in 21 gare con 17 vittorie e 4 sole sconfitte. Shaquille è stato il protagonista offensivo in 13 gare, per un bilancio di 8-5. Nelle ultime gare l'ex Lakers è stato più attivo sotto il canestro avversario anche perché Wade ha sofferto per un infortunio alla caviglia partita nel corso della vittoria casalinga, 113-90, contro Charlotte.
"Non mi interessa - assicura O'Neal - essere solo un terminale offensivo. Voglio facilitare il gioco dei miei compagni. Devono sapere che io sono una ricezione sempre disponibile e devono contare sul fatto che se mi marcano uno contro uno cercherò di segnare. Altrimenti darò la palla per il tiro degli esterni." Questo è un sistema tipico degli anni '80, non a caso disegnato da un discepolo di Pat Riley, inserito nel ritmo di una squadra del 2000. Quello che il fratello di Stan, Jeff Van Gundy, stenta a realizzare a Houston.
I compagni di squadra sono coinvolti e sono cresciuti. Esaminando la gara di Portland si può notare come la scelta di Cheeks, esattamente come nella "gara d'andata", è stata quella di ignorare Haslem per raddoppiare Shaq. A Miami l'ala grande degli Heat sbagliò i primi 11 tiri della sua partita. A Portland i suoi 16 punti sono stati importanti come i 16 di Eddie Jones, finalmente a suo agio nel suo ruolo di supportin' cast.
La migliore dimostrazione dello spirito di squadra degli Heat è venuta proprio allo Staples Center, nella partita più strombazzata della storia della stagione regolare: Miami ha vinto al supplementare col gioco di squadra, dopo l'uscita per falli di Shaq. I Lakers hanno perso perché, una volta esauritasi la vena di Bryant, i compagni non sono stati abbastanza coinvolti e pronti per segnare sui suoi scarichi.
La fase difensiva della squadra rappresenta il maggior margine di miglioramento degli Heat: gli esterni stanno dando grande aggressività perché sanno di avere alle spalle il "portiere" in Shaq. O'Neal sta dando grande mobilità , intimidazione e il maggior numero di stoppate, 2.57, dal 2001.
Spesso però, per "eccesso d'entusiasmo", Shaq incorre in problemi di falli. "Lo so - commenta il pivot - devo migliorare. Sto cercando di essere molto mobile e ogni tanto esagero."
Shaq sta commettendo una media di 4.20 falli a partita, un problema perché a volte è costretto a sedere in panchina nei momenti caldi delle partita. Lo stesso Haslem è un difensore intermittente perché, come detto altre volte, fatica a fare un salto di qualità fondamentale per essere efficace gara dopo gara. L'Haslem energico visto allo Staples Center non sembrava il giocatore sperso, per intensità e applicazione mentale, visto due giorni prima alla Arco Arena di Sacramento.
Per il resto tutto è idilliaco, il sole splende sulla Florida. Wade è stato il miglior giocatore del mese di dicembre, Van Gundy il miglior allenatore. Il miglior record della Eatern Conference è un patrimonio importante nel momento in cui Detroit stenta e Cleveland e Indiana stanno faticando anch'esse sui campi dell'Ovest. Tutto ben oltre ogni più rosea previsione.