Pacers: il peggio è passato

Non tutti i mali vengono per nuocere, la squalifica di Artest ha infatti lanciato il sorprendente James Jones

A Natale sono tutti più buoni, questa frase calza a pennello per i Pacers che sotto l'albero si sono ritrovati un graditissimo pacco dono: Jermaine
O'Neal, protagonista della incresciosa gazzarra di Detroit del 19 novembre scorso che ha visto coinvolti anche Ron Artest, Sthephen Jackson, si è visto ridurre di 10 partite la sua squalifica (da 25 turni a 15) e il giorno di Natale è potuto tornare in campo proprio nel rematch natalizio contro i Pistons.

Dal ritorno dell'ala-pivot ad oggi il bilancio di Indiana è 4 - 1 e il team di coach Carlisle ha iniziato a scorgere la luce in fondo a un tunnel buio e irto di difficoltà  iniziato proprio quel famigerato 19 novembre.

Indiana da quella data ha dovuto fare di necessità  virtù infatti senza i due leader spirituali (Artest e O'Neal) e un elemento importante del quintetto come Jackson coach Carlisle si è trovato nelle mani un team ridotto all'osso ma che ha messo in campo grande determinazione, voglia di lottare, difendere e giocarsela sempre fino in fondo contro ogni avversario.

Ciò ha portato il popolo dell'Indiana (stato dove il basket è una vera e propria religione) a stringersi attorno a questa squadra che assomigliava molto più a un team di college che a un team Nba. L'aiuto del pubblico della Conseco Field House ha portato Indiana a raggiungere 4 vittorie tra le mura amiche, una assolutamente inaspettata contro un team d'elite come I T-wolves.

In trasferta i problemi sono risultati maggiori dove sono arrivate solo una vittoria (contro i sempre accomodanti Atlanta Hawks) in sette incontri. Il bilancio dei Pacers senza Jermaine O'Neal è stato di 5 vittorie e 10 sconfitte mantenendo i giallo - blu in lotta per la vetta della Central division a due vittorie dai Cavs.

Questa situazione di emergenza ha portato alle luci della ribalta gli altri componenti del team che, chi più chi meno, hanno svolto il loro compito più che dignitosamente. Primo fra tutti il vero go to guy del team: Jamaal Tinsley.

Il play newyorkese ha giocato una pallacanestro di altissimo livello caricandosi sulle spalle la squadra come un vero leader, coinvolgendo i compagni facendogli pervenire assist al bacio grazie alla sua visione di gioco cristallina, guidando con giudizio l'attacco scegliendo quando alzare i ritmi e quando giocare controllato, prendendosi tiri e iniziative quando vedeva la squadra in grande difficoltà . Carlisle gli ha dato le chiavi della squadra e lui si è sentito responsabilizzato rispondendo, fino ad ora, con la migliore stagione della sua carriera: Le cifre sono le seguenti: 15.8 p (oltre 7 punti in più rispetto all'anno scorso), 7.5 ass (1.7 in più rispetto all'anno scorso e 4° nella speciale classifica), 4.2 r (2 in più rispetto alla passata annata), 2.4 palle recuperate (2° nella classifica dei recuperi rubando circa un pallone in più rispetto alla scorsa stagione), tirando, inoltre, con percentuali discrete sia dal campo che dai 7.25 mt.

Altro uomo capace di fornire un rendimento elevato è l'inossidabile
Reggie Miller che dall'alto delle sue 39 primavere, dopo aver saltato 15 gare per un infortunio alla mano sinistra, è rientrato con una incredibile naturalezza nel gruppo tornando ad essere la prima opzione offensiva del team, come non faceva da anni, ricominciando a fare quello che ha sempre compiuto in maniera meravigliosa per tutto la carriera: mettere punti a referto. L'ex Ucla sta segnando 17.7 punti ad allacciata di scarpa in 35.4 minuti di utilizzo, tirando con un egregio 46% dal campo e un chirurgico 97.6% dalla lunetta togliendosi inoltre lo sfizio di segnare qualche canestro "at the buzzer" che lo hanno sempre contraddistinto. E pensare che questa dovrebbe essere con ogni probabilità  la sua ultima stagione nei pro"

Altri giocatori che hanno fornito, fino ad ora, un rendimento insperato sono stati: Austin Croshere (12.8 p, 7.3 reb, 40% dal campo 91.2% dalla lunetta)ala grande ex Providence che dopo annate difficili è stato in grado di non far rimpiangere O'Neal grazie al suo indubbio talento, alla sua atipicità , a una notevole comprensione del gioco e a una mano sartoriale capace di colpire anche dalla lunga distanza; Fred Jones conosciuto fino ad ora più per i suoi strabordanti mezzi atletici (che gli hanno permesso di diventare campione della gara delle schiacciate lo scorso anno) che per essere una guardia da quintetto base capace sia di attaccare il canestro sia di metterla dalla media - lunga distanza, (12.4 p, con il 44% dal campo), coniugando il tutto con una buona difesa individuale e una buona propensione al rimbalzo (4.4 rimbalzi, miglior rimbalzista tra gli esterni dei Pacers); Jeff Foster giocatore di grandissima sostanza che sta viaggiando in doppia doppia di media segnando oltre 11 punti di media (con un buonissimo 56% dal campo) e 12.5 carambole giocando con grandissima intensità  e non lesinando mai testosterone; Scot Pollard, che prima di infortunarsi è stato una variabile importante per i giallo - blu grazie alla sua difesa enciclopedica, la sua abilità  a rimbalzo, la sua energia perpetua e il suo innegabile mestiere.

Assolutamente imprevisto invece l'apporto del sophomore James
Jones ala piccola proveniente dalla Miami University che prima di quest'anno si era solo intravisto qualche minuto nel garbage time di qualche match ma nel momento del bisogno ha messo in mostra una buona mano dal perimetro e dalla lunga distanza (11.0 p con il 40% da 3, dopo the brawl, con ben tre escursioni oltre i 20), un buon approccio a rimbalzo (oltre 4 rimbalzi di media) unite a discrete doti difensive. Il suo contributo è stato di grande rilevanza ed ora i Pacers si trovano in casa una variabile in più nel settore esterni. Qualche lampo di talento lo ha fornito anche il rookie Harrison, che prima del ritorno di Foster e dell'infortunio di Pollard, ha giocato minuti non disprezzabili mettendo in mostra buoni movimenti offensivi e una mano educata anche dai 4 mt. mentre necessitano importanti miglioramenti in fase difensiva e a rimbalzo.

Con il ritorno di O'Neal sul parquet e la prossima rientagrazione di
Stephen Jackson (prevista tra 10 partite) per i Pacers gli scenari che si prospettano si annunciano interessanti.

La squadra infatti ha recuperato l'unico uomo (assieme all'omonimo Shaq) da 20 p e 10 reb nella eastern conference capace di dare una variabile fondamentale in vernice sia in attacco (dove può giocare in post basso e lottare a rimbalzo offensivo) sia in difesa (dando intimidazione e centimetri) aprendo nuovi orizzonti all'attacco di Indiana che fino ad ora si è basato fin troppo sul tiro in sospensione degli esterni e sulle invenzioni di Tinsley

Se aggiungiamo al ritorno del motivatissimo all star, lo splendido Tinsley di quest'anno, il sempreverde e decisivo Reggie Miller, la solidità  di Jeff Foster e il prossimo rientro di Jackson il quintetto dei Pacers rimane di tutto rispetto e capace di raggiungere i playoff nella eastern conference.

Ed infine, se si aggiungono gli elementi della panchina di cui sopra che formano un reparto riserve tra i migliori della Lega, per varietà  di opzioni e talento puro (che può avvalorare al suo interno anche l'ala tuttofare Jonathan Bender, il quale è in possesso di mezzi tecnici e fisici infiniti e che è stato limitato da un infortunio per lungo tempo) Indiana ha un team in grado di dire la sua anche ai playoff e mettere i bastoni tra le ruote a molti.

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