LeBron : l’uomo dei record

Il libro dei record dell'NBA si appresta ad essere riscritto da questo ragazzo appena ventenne.

Devo essere sincero, i grandi lanci pubblicitari tanto cari agli americani, non mi sono mai piaciuti, perché secondo me spesso nascondono dietro poca sostanza rispetto a quella che ci vorrebbero vendere, però devo riconoscere, che per una volta va riconosciuto che tutto il caos mediatico fatto intorno al nuovo possibile fenomeno dell' NBA si è rivelata addirittura riduttiva rispetto a quello che con ogni probabilità  diventerà  l'uomo in oggetto per l' NBA. Ovviamente stiamo parlando di LeBron James.

Quando circa 3 anni fa, durante il suo penultimo anno di liceo, una delle più autorevoli riviste sportive del mondo, lo mise in copertina, con un titolo roboante “The Chosed One”, eravamo già  tutti pronti a dire “ci risiamo !”. Quante volte negli ultimi dieci – quindici anni ci hanno proposto un nuovo fenomeno assoluto, il solito “erede di …”, gente che poi o ha avuto una carriera comunque di altissimo livello o gente che si è spenta nel nulla. Torniamo all'inizio, draft 2001 a Miami arriva Steve Smith, play (in seguito giocherà  da guardia) di oltre due metri, e scatta il paragone con Magic appena ritirato, l'anno dopo sempre a Miami arriva Harold Miner detto addirittura Baby Jordan, vincerà  un “Slam Dunk Contest” all All Star Game e in meno di quattro anni sparirà  dalla lega. Draft 2003 arriva Penny e come non paragonarlo a Magic di nuovo. Penny comunque era uno speciale davvero, come dimostrò agli Orlando Magic fino a che la salute lo ha assistito. Draft 1994, arriva Grant Hill da Duke, e sia nuovo Jordan anche lui e la lista potrebbe proseguire all'infinito.

Dunque perché LeBron James doveva essere il nuovo messia e non uno dei tanti ? Sinceramente sembrava una classica magata di Stern ossia nell'anno del ritiro del più Grande di Sempre, avere già  pronto per la stagione seguente uno nuovo numero uno indiscusso, al punto che alcune sue partite al liceo erano addirittura arrivate sugli schermi italiani. E invece per una volta con ogni probabilità  tutti i miei pregiudizi sono stati abbattuti sul serio. Da quando scrivo su playitusa ho già  dedicato un paio di pezzi a LeBron James, una nella stagione immediatamente precedente al suo ingresso nell' NBA, e uno nello scorso anno durante la sua stagione da rookie, in entrambe le occasioni al momento di scriverli, mi rendevo conto di essere preso da una forma di esaltazione forse eccessiva, e a rileggerli in seguito in entrambe le occasioni ho avuto invece la sensazione di esserci andato cauto. Dunque mi viene da pensare dove possa arrivare questo ragazzo.

Intanto è importante capire come inquadrare LeBron, se gente come Kobe Bryant e Tracy McGrady hanno un ruolo ben definito, quello di LeBron è senza dubbio più duttile. McGrady e Bryant sono due guardie molto atletiche, che possono giocare anche in ala piccola, sono due attaccanti puri, realizzatori e finalizzatori, che quando hanno la palla in mano spesso guardano solo il canestro e non i compagni. LeBron si pone in maniera diversa, intanto fisicamente è più grosso, ha giocato la prima parte della scorsa stagione da playmaker, le seconda parte da guardia e quest'anno per esigenze tattiche addirittura in ala piccola. LeBron è un giocatore più di squadra nel senso che spesso basta un suo movimento per squilibrare una difesa, ma a quel punto non è scontato che punti al canestro ad occhi chiusi, e si creano opportunità  per i compagni, e da qui arriva l'elevato numero di assist, che con ogni probabilità  è destinato a salire ulteriormente con il passare del tempo. A rimbalzo grazie ad un fisico possente e ad un'elevazione fuori dal mondo è semplicemente dominante, e questo è il motivo per cui gioca da ala piccola, ossia dare una mano ad una coppia di lunghi molto tecnici, ma atleticamente deboli come Ilkausgas e Gooden.

LeBron ha da poco giocato la sua centesima partita, nell' NBA, è stato il più giovane di sempre ad arrivare a quota 2000 punti segnati, e si appresta con ogni probabilità  a riscrivere il libro dei record arrivando a monopolizzare la quasi totalità  delle voci. Finirà  venti anni tra pochi giorni, e visto che ogni campione deve subire il paragone con altri colleghi, non possiamo esimerci da tale pratica giornalistica tanto di moda nei nostri tempi.

Lasciamo perdere i suoi numeri nella sua stagione da rookie, abbondantemente superiori a tutti gli altri comuni mortali, e concentriamoci con le statistiche al secondo anno, il dato che ha sconvolto tutti quanti è il suo incremento di produttività  offensiva in relazione alla percentuale al tiro, ormai LeBron è uomo da 25 punti di media a sera, di solito quando un giocatore ha un incremento di punti importante, dietro ci si nasconde un sostanziale aumento del numero dei tiri e un calo della percentuale complessiva di tiro, invece eccovi qua un 50% comodo dal campo che è il numero che più di ogni altro ha sconvolto il mondo dell' NBA.

Partiamo paragonando i suoi sensazionali numeri ai due giocatori con cui nel passato spesso è stato accostato Kobe Bryant e Tracy McGrady, entrambi passati all' NBA senza college, dunque ritrovatisi a pari età  con LeBron al loro secondo anno di gioco nell' NBA.

Lebron 24,8 pts, 6,9 Rb, 6,7 as, 2,7, st, 50%

Kobe 15,4 pts, 3.10 Rb, 2.5 as, 0.94 st 42,8%
TMac 9,3 pts, 5,7 rb, 2,3 as , 1,06 st, 43,6%

Prendendo questi numeri, viene fuori che le statistiche sono inquietanti, LeBron segna quasi tre volte più di McGrady, il 40% più di Bryant, prende più del doppio dei rimbalzi di Kobe, e serve tre volte più assist di entrambi, inoltre ha percentuali di tiro clamorosamente migliori di entrambi, attenzione stiamo parlando di due ragazzi che oggi sono tra i primi 5 giocatori al mondo. A parziale scusante dei due va detto che entrambi avevano accanto un super attaccante, Shaq ai Lakers per Kobe e Vince Carter nell'anno da rookie della stagione del look out per Tracy. Inoltre come se non bastasse LeBron è nei movimenti molto più “rozzo” e sgraziato, sia di McGrady che di Bryant, e quando si sarà  raffinato su questi particolari, non oso pensare dove possa arrivare. Inoltre nonostante l'ottima percentuale al tiro ha ancora molti margini di miglioramento sia nella meccanica di tiro, che soprattutto sulla difesa, che potrebbe portare un ulteriore incremento alle statistiche di rimbalzi e palle rubate. Ha i mezzi per migliorare e non c'è nessun dubbio che uno con la sua applicazione non riesca a farlo.

Passiamo oltre, dando quasi per scontato che ad oggi LeBron sia già  migliore di Bryant e McGrady, e se non lo è non tarderà  il sorpasso, andando a paragonarlo con i grandissimi della storia, il trio Michael Jordan, Magic Johnson, Larry Bird, mettendo insieme i numeri del loro secondo anno.

Lebron 24,8 pts, 6,9 Rb, 6,7 as, 2,7, st, 50%

Jordan 22,7 pts, 3,6 rb, 2,9 as, 1,2 st, 45%
Magic 21,6 pts, 8,6 rb, 8,6 as, 3,4 st 53,2%
Bird 21,2 pts, 10,9 rb, 5,5 as, 1,95 st, 47,8%

Qui però vanno fatte alcune considerazioni, ossia i tre anno avuto a differenza di LeBron un passato universitario, due anni per Magic a Michigan State, tre a testa per Jordan e Bird, rispettivamente a North Carolina e Indiana State, quindi al loro secondo anno di NBA Jordan aveva 23 anni, Bird 23 anni e Magic 22. Inoltre Magic e Bird finirono nelle due squadre più forti della lega, già  prima del loro arrivo, tant'è che Magic vinse l'anello da rookie, e Bird al suo secondo anno, per Jordan invece il secondo anno ha statistiche leggermente sballate dal fatto che saltò quasi interamente la stagione per un grave infortunio. Rimanendo strettamente ai numeri, LeBron segna comunque più di tutti e tre, rispetto a Magic è in debito sia a rimbalzo che negli assist che nella percentuale, ma giocare nello Show Time di Riley aiutava non poco un Magic già  fenomenale. Rispetto a Bird prende meno rimbalzi, ma serve più assist e tira meglio. Il paragone con MJ come già  citato sopra lascia il tempo che trova per l'infortunio, comunque per quello che dicono i numeri LeBron è nel suo secondo anno nettamente superiore a Jordan come numeri, inoltre anche a livello di risultati di squadra non sfigura, infatti anche Michael come LeBron era finito in una squadra tra le peggiori, anche se va detto che l'est negli anni 80 era ben altra cosa rispetto a quello di oggi.

Ultimo paragone con quelli che oggi sono i due più grandi giocatori della lega ossia Tim Duncan e Kevin Garnett :

Lebron 24,8 pts, 6,9 Rb, 6,7 as, 2,7, st, 50%

Duncan 21,7 pts, 11,4 Rb, 2,4 as, 0,9 st, 49%
Garnett 17,0 pts, 8 Rb, 3,1 as, 1,36 st, 50%

Qui i paragoni si fanno più duri. Duncan intanto è arrivato nell' NBA a 22 anni dopo aver completato il quadriennio di studi a Wake Forest, per di più andando in una squadra di vertice finita in lotteria solo per l'infortunio di David Robinson nella stagione precedente, gli Spurs due anni prima di scegliere Duncan avevano il miglior record della lega, e persero l'anello in un'epica semifinale contro Houston, con il duello tra Robinson e Olajuwon a tenere tutti incollati al video. Duncan al suo secondo anno vinse l'anello da protagonista. Le cifre di Duncan al secondo anno sono importanti ma quattro anni di differenza sono troppi per un giudizio equo. Garnett invece come LeBron arriva nell' NBA direttamente dal liceo, le cifre sono ottime ma sicuramente inferiori a quelle di James, tanto più che Minnesota annaspava nei bassifondi dell'ovest a quel tempo.

Tutta questa sequenza di numeri ci pone probabilmente di fronte al fatto che James alla sua età  è molto migliore di tutti gli altri campioni sopraccitati, insomma ci sono tutte le basi perché ne nasca una leggenda unica, e questo per me è duro da ammettere come poche cose al mondo. Per uno come me che si è avvicinato all' NBA nei primi anni 80, i giocatori di riferimento sono stati essenzialmente due, Larry Bird per motivi di tifo bianco verde ma soprattutto perché lo ritengo la più grande mente di basket di sempre, e Michael Jordan, perchè è semplicemente il più grande sportivo di ogni epoca.

Un anno e mezzo fa quando MJ chiuse la sua immensa carriera contro i Sixers con due liberi e la relativa memorabile Standing Ovation durata oltre due minuti, in quei centoventinove secondi (per essere precisi), la prima cosa che pensai fu che nessuno sarebbe mai arrivato a quel livello di leggenda e perfezione che lui ha rappresentato dai primi anni 90 in poi, e come adesso dopo nemmeno due anni arriva questo che ti mette tutto in dubbio ?

Per me la faccenda era fuori discussione, infatti spesso avevo sostenuto che LeBron era in lizza per diventare il secondo miglior giocatore di sempre, ma adesso sorgono i dubbi perché non possa diventare il primo, però ci sono ancora tanti ostacoli da sormontare, anche perché poi per infilarsi gli anelli al dito ci vogliono anche compagni giusti e all'altezza e per ora ai Cavs siamo lontani da quella dimensione, però si sono fatti avanti.

Quello che potrà  dare LeBron da qui in poi infatti rimane un mistero, a detta di molti già  oggi lui è il miglior giocatore al mondo, è il vero personaggio a cui tutti i media tengono al punto che di Kobe quasi se ne sono dimenticati (in senso relativo ovviamente), Shaq attira molta gente, (Garnett Duncan e McGrady, non sono mai stati personaggi copertina in senso assoluto), insomma se c'è da scrivere due righe e non si sa da che parte iniziare LeBron e le sue imprese cestistiche spesso sono il punto di partenza.

Per la sua carriera ci saranno da prendere decisioni importanti, io per esempio non sono per nulla convinto che la sua permanenza a Cleveland sia eterna, però ad oggi tutto quello che tocca diventa oro, al punto che in un est senza riferimenti come quello odierno, dove le poche certezze sono crollate nella rissa del Palace di Detroit tra Pistons e Pacers, i suoi Cavs potrebbero addirittura prendersi una bella vittoria nella Central Division con conseguente slot 1 o 2 nei playoff di maggio. Non male per una squadra che senza lui faticherebbe a vincerne 20 in una stagione.

Una delle frasi che mi ha più colpito di Jordan è “il vero campione è colui che si pone un obbiettivo e lo raggiunge”, quali sono gli obbiettivi che si può porre un ventenne come lui nel futuro prossimo. Intanto ci sono due mesi di tempo per battere Lamar Odom, ed essere il più giovane di sempre a realizzare una tripla doppia, cosa abbastanza strana, ma non l'ha ancora fatto nonostante l'abbia sfiorata almeno una decina di volte, poi trascinare i suoi Cavs ai playoff, cosa a questo punto più che possibile, tirando a vincere il più possibile, perché se poi le vittorie finali fossero sopra le 50, si potrebbe fare un pensierino anche al titolo di MVP.

Lui ha delle potenzialità  illimitate soprattutto mai viste in passato, se avesse avuto la fortuna che hanno avuto i vari Magic, Bird o Duncan in sede di draft, chissà  cosa sarebbe adesso, per ora si sta limitando a riportare i Cavs ai playoff da protagonisti, impresa che vale quanto i Tree Peath di coach Jackson, con una semplicità  di basket mai vista, ben descritta dal duo Buffa Tranquillo con una frase che presa in senso positivo rende l'idea della situazione, ossia “… fa semplicemente schifo …. “

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