Nessuno riesce più a fermare Allen Iverson!
Ok, fino ad ora abbiamo scherzato. Un paio di mesi di solito tran-tran regular seasonesco, una vinta, una persa, una persa, una vinta, una persa, una persa e via discorrendo. La complete standing ufficiale della Atlantic Division della Eastern Conference dice che i Philadelphia 76ers sono a cavallo del secondo-terzo posto, dietro ai New York Knicks e appaiati ai Boston Celtics, con tutto il rispetto, non propriamente delle corazzate.
Proprio sul più bello però arriva il momento della verità : due settimane di trasferta lontano dalla Pennsylvania, trasferta prolungata nella Western Conference. E cosa ti combinano i ragazzi di O' Brien? Cominciano con tre vittorie consecutive, una alla Conseco Field House sui Pacers, una al Rose Garden contro i Trail Blazers, e una alla Key Arena, contro i Sonics, una delle migliori squadre di questo inizio di stagione.
La trasferta continuerà ancora fino al 10 gennaio, e vedrà Philadelphia fare tappa a Denver, Los Angeles sponda Clippers, San Francisco, Salt Lake City e Minneapolis. A questo punto della stagione, e soprattutto vedendo la attitudine dei Sixers in questo periodo, si potrebbe auspicare un inaspettato ritorno nella Città dell' Amore Fraterno con un bilancio vittorie-sconfitte positivo.
Nelle ultime dieci partite i 76ers hanno totalizzato sette vittorie e tre sconfitte, nelle ultime otto gare i Sixers sono sempre andati oltre i cento punti segnati, mostrando una facilità realizzativa disarmante.
Che cosa è successo? Qual' è stata la svolta? Chi ha compiuto il miracolo? Nulla sembra essere cambiato in meglio per Philly in queste ultime settimane, anzi, le statistiche dicono che nonostante il buon momento dei Sixers, la squadra soccombe in assists, rimbalzi, stoppate, punti segnati.
Il cambiamento sembra essere arrivato nel risvolto più importante, ovvero nella interpretazione delle partite e nella capacità di avere gli “occhi della tigre” al momento giusto, e di essere squadra anche nei momenti più difficili. Dopo la sconfitta all' overtime contro i Knicks, 107-113 con i Sixers che hanno dilapidato un cospicuo vantaggio nel quarto quarto, Phila ha costruito tutte le seguenti vittorie con grandissimi prestazioni sotto pressione nell' ultimo quarto, grazie al solito killer-instinct di The Answer ma anche grazie ad ottime giocate di squadra, che hanno a turno fatto venire fuori gli altri, Andre Iguodala, Kyle Korver, Willie Green, Marc Jackson, tutti protagonisti, a rotazione, di giocate vincenti. Ed è proprio questo che coach O' Brien vuole, una SQUADRA.
Il primo ad avere capito questa cosa sembra proprio essere Allen Iverson, al suo massimo in carriera negli assist, 7.1, cifra assolutamente esorbitante se rapportata anche ai quasi 29 punti a partita segnati, chiaro segnale che The Answer segna e fa segnare, che ha fiducia in sè stesso e ha fiducia nei compagni, e che soprattutto questo suo entusiasmo è contagioso.
Dopo la disfatta contro i Minnesota T'Wolves dell' 8 dicembre, un 84-119 asfaltante e avvilente, i Sixers hanno espugnato lo United Center di Chicago (93-88, 22 punti di Iverson), vinto in casa su Milwaukee (107-102, 40 punti di The Answer) e su Denver (110-102, 31 di Iverson), perso al supplementare al Wachovia Center contro i Knicks (107-113 con suicidio sportivo collettivo nel quarto quarto), vinto nel Wisconsin sui Bucks (116-97 con un Iverson da 54 punti), perso in casa dai Jazz (101-103, con altri 51 di Iverson), cominciando poi la striscia di trasferte già citate, vittoria a Indianapolis 102-90 (40 punti di Iverson e grande prova di Iguodala), vittoria a Portland 114-104 (28 punti di Iverson, 22 e 10 rimbalzi di Iguodala, 16 punti di Marc Jackson e 14 di Kyle Korver, questi ultimi due venendo dalla panchina), e vittoria a Seattle 114-107 (34 punti, 9 rimbalzi e 7 assists di Iverson, 20 punti di Willie Green, 15 di Kenny Thomas, 13 di Corliss Williamson e di Marc Jackson dalla panchina).
Come già detto, salta agli occhi la grande facilità realizzativa dei Sixers, da otto partite consecutive sopra quota 100 punti segnati, non solo con The Answer ma anche con almeno altri cinque o sei giocatori potenziali grandi protagonisti di una gara. Oltre ad Allen Iverson infatti si stanno affermando come pedine fondamentali della squadra di O' Brien anche un duttilissimo Marc Jackson, 14.7 punti e 6.4 rimbalzi di media a partita, che si sta confermando ai livelli della scorsa stagione prima dell' infortunio, e un micidiale tiratore come Kyle Korver, 11.4 punti a partita con il 40 per cento dall' arco dei tre punti.
A loro si aggiungono un crescente Andre Iguodala, che sta piano piano prendendo fiducia nei suoi mezzi tecnici e compagno ideale di Iverson in transizione, e tre giocatori di sostanza come Willie Green, Kenny Thomas e Corliss Williamson, solidi fin dall' inizio della stagione.
Lentamente in ripresa anche Samuel Dalembert, che sembra ora godere di un pò più di considerazione (e di un minutaggio un pò più cospicuo) da parte di coach O' Brien, mentre sembra estremamente “on trouble” l' uomo da Temple, Aaron McKie, l' ombra di sè stesso, 1.3 punti a partita con il 34 per cento dal campo e solo 12 minuti di media a partita.
Che dire di Iverson? Semplicemente splendido, dedizione, impegno, attributi, altruismo… da point guard potrebbe arrivare ad aprile un pò provato, ma vederlo giocare così è proprio uno spettacolo.
“Non sono la point guard che volete voi, non sono Magic Johnson o John Stockton, devo prendermi quello che la difesa mi da” ha detto dopo la vittoria di Portland, dimostrando di sapere benissimo quali sono le sue caratteristiche e i suoi (pochi) limiti di gioco, e dimostrando altresì di avere il completo controllo della sua squadra, godendo della fiducia incondizionata (finalmente) da parte del suo coach.
Si ritorna al Wachovia Center lunedì 10 gennaio contro i Blazers, affrontando poi un calendario relativamente facile per tutto il mese di gennaio.