Kobe nel bene e nel male

Kobe è sempre più solo…

E' brutto doversi ripetere, ma anche questa volta l'argomento principe della settimana in casa Lakers è uno e uno soltanto: Kobe Bryant!
Tanto per non smentirsi infatti, la franchigia californiana ha vissuto un altro periodo altalenante in piena coincidenza con gli umori del proprio capitano.

Orlando Magic 98 @ L.A. Lakers 105
L.A. Lakers 110 @ Seattle Supersonics 113
L.A. Lakers 115 @ Sacramento Kings 99
Washington Wizard 120 @ L.A. Lakers 116
Memphis Grizzlies 82 @ L.A. Lakers 72

Urge quindi una spiegazione e la cosa migliore è senza dubbio cominciare dall'inizio.

L'inizio arriva al termine (scusate il gioco di parole) di una fase di grandi polemiche intorno al già  citato Kobe. Polemiche sull'affaire Malone - Vanessa Bryant, polemiche sull'intervista confessione registrata per la ESPN nella quale Bryant ha fatto capire chiaramente di come egli non possa (e non voglia) in alcun modo ritrattare i suoi comportamenti ed atteggiamenti del passato, un intervista svolta con il sorriso sulle labbra, ma un sorriso infastidito quasi risentito, un sorriso che aveva un messaggio scritto chiaro: Sono il più forte giocatore della NBA, più di Lebron, più di Tracy, più di Shaq, perché non posso essere almeno un po' più simpatico?

Ed ecco il problema, ad oggi, di questo giocatore.

Bryant vive per fare sempre la cosa più bella, di classe, elegante e non banale. Peccato che nella NBA di oggi, le simpatie stiano tutte dalla parte di Shaquille O'Neal e di quanti credono che nonostante il suo talento, il numero 8 sia troppo viziato, troppo snob, troppo egocentrico per essere credibile come vero re della lega.

Persino le grandi marche che lo sponsorizzavano (sia chiaro il nostro eroe non sta finendo in rovina, niente collette per ora) stanno riflettendo sull'opportunità  di riaffidare i loro messaggi ad un atleta che ad oggi non è odiato, è semplicemente antipatico. Forse la cosa è peggiore.

Chiaramente l'andamento sul campo non può che riflettere la situazione.

I Lakers hanno infatti chiuso questo ultimo scorcio di stagione con un parziale di pareggio, tre vittorie con altrettante sconfitte, ma è il modo nel quale sono maturate queste sconfitte che fa uscire dai gangheri.

Prima sono arrivate due vittorie tutto sommato meritate contro i cugini dei Clippers e contro gli Orlando Magic. Due squadre assolutamente da non disprezzare ma in una fase non esaltante della loro stagione.

Nella prima sfida l'eroe della giornata è stato manco a dirlo il numero 8 dei giallo viola, che in una serata di bassi punteggi si è accontentato di fissare il proprio score in 37 punti e 10 rimbalzi (con 5 assist) giocando una gara veramente a parte rispetto agli altri nove atleti sul parquet.

Nella gara successiva, lo stesso giocatore ha sì, segnato 23 punti con 8 rimbalzi e 6 assist ma ha anche messo a segno la percentuale non esattamente degna di nota di 6 su 23 dal campo lasciando il ruolo di top scorer a Chris Mihm (25 punti e 14 rimbalzi per lui) e a Jumaine Jones che uscendo dalla panchina ha messo in piedi una grande prestazione segnando anch'egli 25 punti conditi da 7 rimbalzi.

Ecco la prima salita dell'ottovolante. Lakers sugli scudi, finalmente i primi seri segnali di squadra a più punti, un gruppo che gira con un motore non più monocilindrico e via di banalità .

E' arrivata poi la sconfitta in casa di Seattle. La seconda miglior squadra ad Ovest ha sfoderato una grande serata balistica per avere ragione degli angelini. Bryant ha messo a segno 35 punti, ma dall'altra parte del campo gli ha risposto un ottimo Rashard Lewis che di punti ne ha segnati 37, conditi dai 26 di Allen e dai 12 di Ridnour.

Dopo una sconfitta sul filo di lana, c'era grande tensione nell'aria per la trasferta alla ARCO Arena di Sacramento. Per Divac un ritorno a casa, per gli altri Lakers un'ennesima entrata nella tana del lupo.

Nonostante questo, la partita di Sacramento è stata la migliore finora giocata in trasferta da L.A.

Una gara senza storia, nella quale gli ospiti hanno disposto con grande autorità  dei rivali storici. Odom ha finalmente inciso realmente, dalla panchina Brown e Cook hanno portato punti pesanti, ma soprattutto Bryant ha giocato, almeno per quanto riportato dal suo allenatore, una delle sue migliori partite di sempre, chiudendo con 31 punti e 12 rimbalzi e dando l'impressione di essere davvero su di un gradino più alto del gioco.

Morale alle stelle quindi. La speranza di una serie finalmente degna di questo nome. La sconfitta di Seattle un incidente di percorso.

Invece nel giro di poche ore tutto è cambiato. Nelle ultime due gare, i Lakers hanno perso in casa prima contro Washington, poi contro Memphis.

La prima gara poteva anche essere l'ennesima prova del nove mancata, la seconda si è rivelata un'autentica Caporetto morale, con 24 punti segnati nel secondo tempo e addirittura 9 nell'ultimo quarto.

Il peggio della settimana: cambiando per una volta la solita scaletta, è proprio quest'ultima partita a rappresentare il punto più basso della stagione dei Lakers fino ad oggi. Certo, certe serate capitano. Un giocatore come Bryant non tira sempre 2 su 16 sbagliando gli ultimi 10 tiri consecutivi, ma dove sono quei giocatori che possono all'occorrenza tappare le falle?

Dov'è Lamar Odom? Fino ad oggi l'ala grande da Miami ha svolto regolarmente un compitino da doppia doppia, ma doppie doppie non determinanti e con il gioco di inizio regular season. Saprà  conquistare le stesse statistiche quando conteranno di più?

Dov'è Vlade Divac? Il centro serbo ha fino ad ora giocato una media di 5 minuti a gara con meno di un punto di media. Problemi fisici o problemi tecnici?

Il meglio della settimana
Se si dovesse guardare alle sole ultime giornate, questa parte del pezzo non ci sarebbe. Ma facendo un passo indietro non si può ignorare di come questi Lakers siano anche capaci di punte di rendimento cristalline. Bryant polemiche a parte ha vissuto nell'ultimo periodo serate di autentica ispirazione, Jumaine Jones, Bryan Cook e gli altri rincalzi riescono spesso a portare a casa buone prove e finalmente medie consistenti e forse è ancora troppo presto per giudicare una squadra che si è appena rifondata.

La vittoria contro Sacramento dovrà  essere la pietra di paragone con la quale confrontarsi d'ora in poi: riuscire ad avvicinarsi a quel rendimento con apprezzabile continuità , sarà  vitale per il futuro di questa versione dei Lakers.

E adesso?
Prima della fine d'anno, i Lakers potranno sfruttare il fattore Staples contro New Orleans, Miami e Toronto. In particolare per la gara del giorno di Natale, il buon Shaq sta preparando un po' di vischio speciale per l'incontro con il vecchio compagno Kobe. Che si parteggi per l'uno o per l'altro la gara sarà  comunque di quelle da non perdere.

Alla prossima"

BUON NATALE E BUON ANNO NUOVO!!!!!

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