Da Rasheed Wallace a Zach Randolph, l'aria non è cambiata nello stato dell'Oregon
I soliti Blazers, quelli che una sera vanno a vincere sul campo dei campioni del mondo per poi perdere due giorni dopo contro Chicago. La squadra che per il quarto anno consecutivo è partita con un record di 10-10 nelle prime 20 partite e ora è 12-12. "Stiamo lottando - ha detto Darius Miles dopo aver segnato il libero decisivo al Palace of Hauburn Hills - per dare un'identità alla nostra stagione."
I seguaci della teoria del conflitto sostengono che da esso si innesta il cambiamento e il progresso nella società ; nella piccola società che ruota attorno Tualatin, il campo d'allenamento dei Blazers, per ora si vede solo il conflitto fra i due "pezzi grossi" della squadra. A Detroit, Maurice Cheecks ha lasciato definitivamente in panchina Zach Randolph a 3'53" dalla fine. Il giocatore aveva già tirato 23 volte segnato solo 6 tiri.
Randolph, visibilmente contrariato, ha urlato qualcosa al suo allenatore, dopodiché s'è seduto in fondo alla panchina, disinteressandosi apertamente di quello che stava succedendo. Ad un successivo time out sono stati Shareef Abdul Rahim, in borghese, e Nick Van Exel a trasportarlo di peso vicino al raggruppamento dei giocatori.
Laconica la versione del giocatore: "Ero arrabbiato - ha detto - perché volevo giocare. Sono un giocatore molto aggressivo." Randolph fa parte del club delle star da nuovo millennio, quei giocatori che, quando rilasciano interviste, non capisci se ci sono o ci fanno e dicono le cose più scontate di questo mondo anche quando contrastano evidentemente con quanto visto sul campo.
La situazione è grave perché gli altri giocatori dei Blazers hanno gradito la mossa di Cheeks e hanno giocato con grande intensità e unità per portare a casa il risultato. Non è il massimo quando la squadra, idealmente, si schiera contro la sua stella da 84 milioni di dollari.
Altro esempio: trasferta a Cleveland che si concluderà con il successo del "complesso di Lebron" 112-88. Nel terzo quarto, sul 53-53 i Blazers prendono un parziale di 27-11 che chiude di fatto la gara. Nel corso di un time out Nick Van Exel ha chiaramente accusato di egoismo Randolph urlandogli "Cosa vuoi di più? Ti stiamo dando un sacco di opportunità di tiro." Cheeks a quel punto ha chiesto "Zach, giochi oppure sei fuori?" Il giocatore è rientrato ma è stato tolto 18" dopo.
Solita scena in sala stampa: "Penso che non siamo una buona squadra - ha detto il giocatore - perché ogni tanto giochiamo, altre volte no." Più incisivi il coach e Van Exel: "Zach - ha detto l'ex assistente di Larry Brown - deve imparare che il basket non è solo tirare. Ci vorrebbero più giocatori con l'atteggiamento da leader di Nick." "Il nostro attacco - ha fatto eco l'ex Lakers - è incentrato per il 70% sui suoi tiri. Non si può lamentare appena comincia a tirare qualcun altro."
Al di là della naturale diffidenza per una squadra in cui Van exel assume l'atteggiamento del leader, il punto è chiaro: Randolph segna 20 punti a partita aggiungendo 10 rimbalzi. La sua percentuale di tiro è un 42% scarso e, peggio ancora, Portland va sotto, mediamente 2 punti a partita, nei minuti in cui lui sta in campo. Per questo i compagni di squadra, il già citato Van Exel, Rahim e Damon Stoudamire, hanno apertamente chiesto a Randolph di tirare di meno e di coinvolgere di più i compagni.
"Quando ha passato bene il pallone - ha detto Derek Anderson - come nella partita con Utah (vittoria 98-88 per quelli dell'Oregon con il minimo di tiri stagionale, 10, per Zach ndr) abbiamo giocato molto meglio." "Gli ho parlato - ha detto Shareef Abdur Rahim - e gli ho spiegato che deve essere più paziente. Non può forzare tutti quei tiri perché ci manda tutti fuori ritmo."
Randolph coi giornalisti ha poi ovviamente negato il colloquio: "So solo - ha detto - che devo cercare di fare quello che è buono per la squadra."
Che i tiratori di Portland siano in difficoltà è un fatto: Derek Anderson raggiunge a male pena il 40%, Nick Van Exel è sul 34.5. Damon Stoudamire ha passato l'intero mese di dicembre a tirare con il 25%, 10 su 40 ad un certo punto e una striscia di 16 errori consecutivi in 2 partite; la sua percentuale di tiro è la più bassa fra i play maker titolari.
Tutto questo in netto contrasto con quanto danno Rahim, a lungo indicato come l'uomo chiave per far arrivare Carter: lo "sceriffo" non sarà mai un uomo da quarto periodo però, se non altro, tira col 50%. Il problema è che appare un doppione di Randolph, i due non sembrano potersi integrare al meglio. Dalla panchina, Darius Miles e Ruben Patterson danno sempre grande contributo difensivo e tirano anche loro sul 50%. Ma sono attestati su 20 minuti a partita in campo.
Tutti fattori secondari: è evidente che il futuro dei Blazers in questa stagione, e nelle prossime, si giocherà attorno alla sforzo di Cheeks di cambiare il giocatore di riferimento della squadra che, peraltro, ha visto la sua percentuale al tiro calare dal 48 della scorsa stagione al 42%.
"Qui non si tratta - ha detto l'ex playmaker del Doc - di chiedersi se Zach può fare determinate cose, bensì se le vuole fare." La franchigia ha buon margine di manovra per l'anno prossimo: il contratto di Rahim, 15.3 punti giocando nel ruolo scomodo di ala piccola, è il più interessante perché è in scadenza.
Lo stesso contratto di Van Exel ha una clausola di uscita a favore di Portland.
Si libererebbero 26 milioni di dollari, cui si potrebbe aggiungere il milione in scadenza di Quintel Woods. La squadra, seppur ricca di talento, e ripulita leggermente nell'immagine, appare male assortita. Difficile che si vada oltre una qualificazione ai playoffs. Sempre che arrivi.