Brevin Knight è l'emblema di questa squadra: preso dal marciapiede ora è agli onori della cronaca
Furono in molti a storcere il naso, lo scorso 22 giugno giorno dell'expansion draft NBA, di fronte alle scelte operate dal Gm degli Charlotte Bobcats Bernie Bickerstaff che, a fronte di alcuni giocatori di buon livello, decise di puntare su una pletora di mezzi sconosciuti per gettare le basi della neonata franchigia del North Carolina.
Infatti malgrado la presenza, tra gli elementi non protetti dalle varie franchigie, di gente come Jerry Stackhouse, Eddie Jones, Antonio Davis e Jalen Rose (solo per citarne alcuni) la dirigenza dei Bobcats decise di resistere alle "sirene" di cotanti nomi per puntare su elementi giovani, motivati, magari futuribili, ma, soprattutto dotati di contratti poco pesanti e non vincolanti per molti anni.
Tra i nomi più interessanti, tra quelli selezionati, gente come Gerald Wallace reduce da annate in chiaro scuro ai Kings e desideroso di avere finalmente spazio e minuti per far vedere il proprio talento, Melvin Ely lungo che ai Clippers aveva fatto vedere alcuni lampi meritevoli di approfondimento, Eddie House esterno con tanti punti nelle mani reduce dalla buona annata a Miami, Jason Hart play diligente e sempre molto utile agli Spurs e Jason Kapono tiratore eccezionale, ma niente di più nel suo primo anno ai Cavs. Due giorni dopo, al draft, veniva scelto Emeka Okafor lungo campione NCAA con Connecticut, un giocatore dotato di grande forza e buoni numeri, ma in perenne allarme a causa di una schiena "scricchiolante".
L'estate non aveva poi portato molti stravolgimenti al roster di Charlotte dando ulteriore conferma del progetto disegnato dal proprietario Robert Johnson e dal suo Gm-allenatore Bickerstaff: crescere in modo graduale, senza buttarsi inizialmente in scommesse spregiudicate che avrebbero potuto minare i piani futuri. Si profilavano quindi anni duri per i tifosi, fatti di tante sconfitte ed annate negative che avrebbero però portato scelte alte in lotteria e molta flessibilità sul mercato dei free-agents (a patto però che qualcuno voglia firmare per loro…).
Negli ambienti NBA iniziava a circolare una battuta sui Bobcats tanto tagliente, quanto tristemente vera: ""sono una buona squadra, con alcune buone individualità , ma certamente non i favoriti" per vincere l'Eurolega!!". La pre-season però ha dimostrato che le malignità su di loro non erano poi completamente fondate, infatti nelle prime uscite la squadra ha mostrato un grande carattere, forte coesione ed alcune individualità interessanti.
Su tutti il pivot sloveno Primoz Brezec che, dopo anni passati a scaldare la panca dei Pacers, ha fatto vedere una pallacanestro di buon livello con numeri da centro vero, una rarità per la NBA odierna. Assieme a lui un Emeka Okafor in gran forma fisica ed un Gerald Wallace devastane in campo aperto. In molti addetti ai lavori hanno iniziato a rimangiarsi gli sfottò estivi di fronte ad un gruppo che, malgrado il poco talento, giocava un basket bello e veloce con un'intensità inusuale per una squadra NBA e molto vicina a quella europea.
Prima dell'inizio della stagione la dirigenza ha operato qualche correttivo prendendo dagli Orlando Magic il play-guardia Keith Bogans in cambio del carneade Brandon Hunter e firmando dopo alcune gare il play Brevin Knight free-agent dopo l'esperienza ai Bucks dopo essere stato, alcuni anni addietro, una prima scelta. Le prime gare di stagione regolare non hanno cambiato di una virgola l'atteggiamento ed il modo di giocare dei Bobcats: grande intensità , attacco "run & gun" e difesa ferrea con continue rotazioni dei giocatori tanto da impiegare, in media, 9 uomini a serata.
Dopo le prime gare in cui ha ruotato gli esterni in quintetto Bernie Bickerstaff ha operato le sue scelte per il quintetto: Knight (rigeneratosi a Charlotte) in cabina di regia, la staffetta Steve Smith (anche lui firmato dal marciapiede), Jason Hart e Tamar Slay a contendersi il ruolo di guardia titolare, Gerald Wallace (in lieve flessione rispetto alla pre-season) da ala piccola, con Okafor e Brezec sotto le plance.
La gara d'esordio ha visto Charlotte perdere negli ultimi minuti contro la sorpresa Washington, ma già due giorni dopo, in casa contro Orlando, è arrivata la prima storica vittoria seguita da gare sempre più convincenti. La squadra sta pagando dazio in questo suo inizio, sta perdendo tante gare come da copione, ma mostra sempre un atteggiamento positivo e si arrende solo dopo aver lottato meritandosi il plauso di critica ed avversari. "In tanti ora ci rispettano" sottolinea sornione Bickerstaff "e viste le premesse già questo è un grande risultato. Giochiamo duro, siamo concentrati e non ci arrendiamo mai. I ragazzi danno sempre il massimo impegno e in spogliatoio c'è un clima stupendo. Per noi sono tutti fondamentali, dai primi 5 fino all'ultimo panchinaro".
In ossequio a questo principio di eguaglianza la società ha deciso di tagliare l'esterno Eddie House che, malgrado il buonissimo esordio, si è macchiato di alcuni "peccatucci" di vana gloria e ritardi che hanno infastidito compagni ed allenatori; al suo posto è arrivato, dai Lakers, Kareem Rush tiratore mancino di ottima fattura.
La stagione degli Charlotte Bobcats sta continuando positivamente malgrado le tante sconfitte, il progetto avviato è già solido ed inizia a mostrare i primi risultai, non male per una squadra che veniva data più vicina all'Europa che alla NBA!