Iverson si lamenta: che succede ai suoi Sixers?
Di certo non scopro l' acqua calda dicendo che ai Philadelphia 76ers di quest' anno manca qualcosa. Il record attuale è di sei partite vinte e di dieci partite perse, le ultime quattro consecutive.
D' accordo, queste ultime quattro sconfitte sono venute tutte in trasferta, di cui tre contro squadre della Western Conference e con tutte le attenuanti del mondo (i Grizzlies erano alla prima partita di coach Mike Fratello sulla panchina, gli Spurs sono caldissimi, ed era onestamente impensabile che i Rockets subissero la loro sesta sconfitta consecutiva), ma i problemi di Philadelphia sono tutti lì da vedere.
Non è ancora il momento di mettersi le mani nei capelli, perchè, come già è stato detto, i Sixers hanno la fortuna di essere nella Atlantic Division, dove gli equilibri sono molto instabili e soprattutto dove il livello medio delle squadre è di gran lunga più basso di tutte le altre divisions, quindi nell' Amore Fraterno hanno ancora il tempo di aggiustare qualcosa. Ma cosa? Forse bisognerebbe aggiustare qualche mente, o assumere dei buoni psicologi.
Tutto sommato sembra che coach Jim O' Brien stia facendo un buon lavoro. O no? Le versioni di tutti gli insiders sono esattamente divise a metà , c' è chi dice che è un grande coach, c' è chi dice che è uno scandalo. Qual' è la verità ? Di certo O' Brien ha dei meriti, ma ha anche dei demeriti, ed entrambi non sembrano essere trascurabili.
Il coach da St. Joseph sembra comprendere Allen Iverson come uomo, sembra andargli incontro e sembra avere un dialogo con lui, Iverson non sta giocando benissimo, segna meno (anche ha il massimo di assists in carriera, 7.4 a gara), 25.1 punti di media, ha il 27 per cento da 3 e il 38 da 2, ben 4.2 palle perse a partita (anche se è comprensibile, The Answer non giocava point guard da parecchio tempo, ed avere per le mani così tanti palloni di punto in bianco lo mette giocoforza in difficoltà ), ma sembra dare il massimo in campo, sembra sputare sangue e non tirarsi indietro di fronte alle responsabilità (quasi certamente per merito di O' Brien), e questo è un bene inestimabile per i Sixers, a fronte di eventuali tempi migliori.
Per quel che riguarda i demeriti di coach O' Brien… beh, più che altro saltano agli occhi alcuni dati che lasciano perlomeno perplessi. Premesso che l' utilizzo di Josh Davis in quintetto base per cinque partite ci può anche stare, le cose discutibili potrebbero essere i soli 19 minuti di media a partita di Samuel Dalembert (a detta di tutti, dopo la ottima scorsa stagione, il futuro dei Sixers in zona pitturata), con nessuna partenza in quintetto, una chiara mancanza di fiducia dell' allenatore nei confronti dell' haitiano, mancanza di fiducia che si ripercuote sul suo rendimento (4.7 punti, 5.7 rimbalzi e meno di una stoppata a partita), oppure il ridotto utilizzo di Kenny Thomas (24 minuti a partita), lo scorso anno in doppia doppia di media e quest' anno a 7.3 punti e 6.1 rimbalzi di media a gara. Perchè? Problemi fisici? Problemi comportamentali? Di attitudine difensiva?
Marc Jackson sta facendo bene in vernice e in attacco (14.6 punti, 6.3 rimbalzi e 1 palla recuperata a partita), Kyle Korver (12.8 punti a partita) e Willie Green (8 punti a gara) stanno facendo altrettanto bene, ma non sempre si può giocare con il quintetto piccolo. I Sixers inoltre subiscono 5.5 stoppate a partita (infliggendone solo 2.9), chiaro segno di cattive letture offensive e di approssimazione di scelta di tiro. Si stanno amplificando anche le crescenti difficoltà di Andre Iguodala, troppo timido e e con pochissimi tiri tentati per gara (poco più di 5 a partita, veramente una miseria, soprattutto per una media di 30 minuti giocati), che rendono il giocatore da Arizona un innocuo passatempo per le difese avversarie.
Colgo anche l' occasione per ricordare la “grande estate” dei Sixers, con la mancata sistemazione del Cagnaccio Glenn Robinson, ancora fuori rosa in attesa di uno scambio eternamente in alto mare, e con l' arrivo in cambio di Eric Snow di Kevin Ollie (3 partite giocate, 21 minuti totali, 1 su 5 al tiro) e di Kedrik Brown (2 partite giocate, 8 minuti totali e 0 su 1 al tiro), due collezionisti di DNP che insieme non fanno neanche un decimo dell' ex-numero 20 dei Sixers, ora in maglia Cavs.
Era prevedibile che qualcosa non andasse per il verso giusto, con così tante incognite e con così tante mosse azzardate, ma si sa, nella Atlantic Division tutto è possibile, può benissimo succedere che i Sixers diventino lo schiacciasassi più devastante della Lega, ma per ora ci dobbiamo accontentare della mediocre squadra costruita da Billy King, addirittura baciandoci i gomiti che il signor Allen Iverson continua nonostante tutto a dare il massimo.
Ad onor del vero molte partite sono state perse di stretta misura, come l' ultima al Toyota Center di Houston, 76-77 con canestro a 19 secondi dalla fine di un Tracy McGrady abulico per tutta la partita, e con doppia occasione finale sul fil di sirena mancata da Kyle Korver prima e, su rimbalzo offensivo, da Aaron McKie poi. Solamente contro San Antonio i Sixers sono crollati (72-105) e hanno evidenziato una inferiorità palese, contro tutti gli altri se la sono sempre giocata fino in fondo, comprese con le due squadre più calde di questo inizio di stagione, Seattle e Phoenix.
Ancora nulla è compromesso, di certo c' è del lavoro da fare in tutti i campi, sempre con la speranza a dita incrociate che The Answer continui a metterci tutto il suo impegno, perchè se dovesse venire meno quello, i Sixers affonderebbero definitivamente.