Le doti offensive di Webber non sono mai state messe in dubbio. L'applicazione difensiva si
I fratelli Maloof non vivono a Sacramento, stazionano per la maggior parte del loro tempo a Las Vegas per seguire i loro affari. Di certo non sembrano ossessionati dalle vicende della loro squadra, almeno stando alle parole di Rick Adelman: "Di solito - ha detto il coach negli spogliatoi di Memphis - io e Geoff (Petrie, il general manager ndr) li incontriamo tre, al massimo quattro volte in una stagione. E quest'anno siamo solo alla 14esima partita."
Verrebbe spontaneo chiedere a uno Zamparini, nei pochi ritagli di tempo fra un Processo di Biscardi e una merenda in Lega Calcio, cosa pensa di un proprietario che incontra il suo allenatore solo 3 volte a campionato. Scherzi a parte, la frase dell'allenatore ex Portland era doppiamente sibillina.
Recentemente, proprio nel periodo delle sconfitte, il Sacramento Bee aveva chiesto l'esonero dell'allenatore, in ossequio a voci messe in giro in maniera abbastanza strumentale. La frase di Adelman significa: io non so niente e state calmi perché la stagione è appena iniziata.
Le acque si sono effettivamente calmate, la cultura del risultato non sarà importante come in Italia ma, a tutte le latitudini, sei portato a guardare con occhio benevolo una squadra che ha vinto 9 delle ultime 10 partite, portando in attivo anche il bilancio delle gare lontano dalla Arco Arena.
Poco importa che, puntuale, come una promessa di riduzione delle tasse in campagna elettorale, è arrivata Minnesota a chiudere la striscia di 7 vittorie consecutive. Il miglioramento della squadra è soprattutto offensivo: Sacramento segna 101 punti a gara, fin qui lo sappiamo. La percentuale di tiro sta crescendo: siamo al 43.9% ma bisogna considerare che la squadra, solo una volta, nelle prime 6 partite, aveva tirato meglio del 41%. Le 12 palle perse sono il minimo per una squadra Nba.
Predrag Stojakovic sta ritrovando le consuete armonie: contro Memphis, vittoria 98-93, ha segnato 29 punti con 10 su 16 al tiro, un piccolo passo indietro contro New Orleans, 20 punti con 6 su 15. Il serbo è attestato sul 43.7%, e fatica ancora un po' nei finali di gara tirati. Contro Minnesota, sconfitta 121-110, Peja ha segnato 8 dei primi 9 tiri, ma ha sbagliato gli ultimi 5.
Forse per questo Adelman, per le giocate decisive, continua a affidarsi al pick n roll Bibby-Webber: contro i Grizzlies, sul 94-93, Bibby ha messo il tiro del +3 a 43.3" dalla fine. Eppure non aveva segnato dall'inizio del terzo quarto. Webber ha poi completato l'opera.
"Dobbiamo sfruttare la nostra esperienza - ha dichiarato Bobby Jackson - dopo la vittoria sul campo degli Hornets, 94-81 - per prendere i tiri quando siamo liberi. Senza forzare le cose miglioreranno di sicuro." La partita contro gli uomini di Byron Scott si è decisa in un secondo quarto da 27-11: 5 uomini in doppia cifra, con Miller a quota 24, hanno sopperito ai 3 punti di Bibby, con 1-9 al tiro.
L'aria cambia se si considera l'aspetto difensivo. Qui siamo alle solite: solo gli Washington Wizards con 102.3 punti a gara, sono più "accondiscendenti" degli uomini di Adelman, fermi 101.9 punti a gara. Dall'inizio della stagione, la squadra già 9 volte ha concesso quota 100. E sta regalando una percentuale del 44.3. A questo dobbiamo aggiungere l'ultimo posto alla categoria rimbalzi.
I numeri dicono sempre parte della verità , sul campo determinati concetti si notano meglio. Contro Minnesota, che al momento non incanta per fluidità di attacco, tre normali pick n roll fra Hudson e Garnett, hanno generato nell'ordine: una schiacciata di Garnett e due tiri semplicissimi per Eddie Griffin, senza nessun movimento di rotazione.
Una questione di organizzazione, certo; ma anche di voglia di muovere i piedi e di applicazione. "In allenamento - ha detto Adelman - parliamo sempre di grinta e voglia di lottare. Oggi non siamo andati bene a rimbalzo e non siamo stati abbastanza determinati sulle palle perse."
Una grande difesa, si potrebbe obiettare, non la si vede dai numeri ma dai "difensive stops" che ottiene nella fase calda della gara. Contro Minnesota la partita è stata interrotta a 2'52" dalla fine per noie all'orologio dei 24", sul 106-104 per gli uomini di Saunders. Alla ripresa il parziale è stato 15-4. Non da imputare interamente alla pausa.
Quando si parla di poca grinta, in casa Kings, due sono i nomi: Chris Webber e Peja Stojakovic. Il primo, lo sappiamo, ha questa nuova dimensione post-infortunio. A parte che non è mai stato un mastino. Stojakovich fa arrabbiare anche di più. Nell'ultima vittoria contro Houston, 102-96 in una serata in cui Webber ha fatto 3 su 17 al tiro, Adelman per l'ultimo quarto ha scelto il quintetto con Bibby e Jackson; Peja si è occupato di Mc Grady con risultati buoni. "Per buttarsi sulle palle vaganti – dice l'ala serba - a volte hai bisogno della sensazione di poterci arrivare."
Ecco come si concedono 100 punti a partita. Ecco come, una volta arrivati a maggio ci si ferma sempre alla semifinale di conference. Non è colpa di nessuno. E' un limite strutturale di questa squadra. Siamo sempre alla ricerca di una smentita.