NFC – Week 12 Report

Michael Vick saluta il proprio pubblico

NFC East

Philadelphia Eagles 10-1; New York Giants 5-6; Dallas Cowboys 4-7; Washington Redskins 3-8

La partita contro i Giants doveva servire a Philadelphia solamente per mettere al sicuro il primato di division. E così è stato. Niente di più niente di meno. Perché la partita è stata bruttina alla fine, soprattutto nel primo tempo con ben 8 punts, 1 fumble e un intercetto e solo un touchdown.

Merito (o demerito?) dei Giants che avevano ben contenuto gli Eagles sfruttando le corse di Barber ( ancora sopra le 100 yards su corsa ) e un fumble di McNabb che li aveva riportato in attacco. Lì è però emersa tutta l'inesperienza di Eli Manning, alla seconda partita da titolare, che nel drive successivo si faceva intercettare da Mikell corroborando la strategia del coordinatore difensivo Jim Johnson di mettere molta pressione sul giovane quarterback per indurlo a sbagliare.

Per sfuggire ai blitzes della difesa Manning avrebbe dovuto sbarazzarsi del pallone molto velocemente ma il rookie è sì parente del quasi recordman Peyton ma non ha ancora la capacità  di leggere le difese. Ecco quindi i 5 sacks subiti, i due intercetti lanciati, il 29% appena di completi, le sole 14 yards su passaggio in tutto il 2° tempo: tutte cifre che mettono in risalto la prova della difesa di Philadelphia che, ancora una volta, ha messo la firma sulla vittoria.

Settimana prossima gli Eagles ospitano i Packers in un probabile anticipo di playoffs che può dire molto delle chance di Green Bay ma anche di quelle di Philadelphia, soprattutto al capitolo run-defense. I Giants, nonostante la sconfitta, rimangono in lizza per una wild card e affronteranno i Redskins fuori casa.

Non più di un paio di settimane fa Bill Parcells aveva dichiarato che non vedeva l'utilità  nel mettere in campo Drew Henson a questo punto della stagione con Dallas in striscia negativa. Tanto valeva continuare con Testaverde. Che è pressappoco quello che ha continuato a pensare ma le pressioni per far giocare il quarterback del futuro dei Cowboys e, diciamolo noi, il momento-no (eufemismo) di Vinny avevano portato l'allenatore ad inserire Henson.

Gli sono bastati due quarti della partita con i Bears per capire che, per ora, il posto è di Testaverde. Perché Dallas ha, ma questo si può dire di almeno altre 8-9 squadre, una chance di fare i playoffs e Parcells ama vincere (qualcosa desidera per caso il contrario?) e giocare a gennaio. La partita dicevamo: il niente per tutto il primo tempo se si eccettuano le corse di Julius Jones. Finalmente a posto fisicamente il running back fortemente voluto dal " Tonno", in due partite, ha già  corso per 230 yards e, soprattutto, dato ai Cowboys un gioco via terra fino ad ora sconosciuto.

Il resto lo ha fatto una difesa finalmente decente che ha tenuto il gioco di corsa dei Bears ad appena 49 yards (105.5 di media in stagione ), messo a segno 6 sacks per una perdita di 41 yards e forzato quattro palle perse ( due intercetti e due fumbles). Per Parcells settimana oltre alla decisione su chi far partire titolare c'è il Monday Night contro i Seahawks a Seattle.

Chiudiamo la division con i Redskins. Gli Steelers erano senza il loro miglior ricevitore nonché pericolo numero uno sul profondo e ancora senza Staley. Era logico quindi attendersi un uomo in più nel box da parte di Washington per contenere lo straordinario momento di forma di Jerome Bettis (quarta in fila sopra le 100 yards, l'ultima volta era successo nel 2001) e forzare Roethlisberger a lanciare contro i blitz che Gregg Williams gli avrebbe mandato contro.

Pittsburgh ha corso 38 volte, il rookie, nonostante 4 sacks subiti e stats normali, ha giocato bene sfruttando quello che la difesa gli ha concesso e buonanotte a tutti, partita in naftalina dopo il primo tempo con gli Steelers sopra 13-0. Inutile il touchdown di Cooley nel terzo quarto. Gibbs ha parlato di palloni lasciati cadere, di giochi eseguiti male, di uno special team fuori fase (due punt di Randle El ritornati per 60 e 43 yards hanno dato il via a tutti i punti Steelers nel primo tempo) ma la sostanza è che Washington è inesistente in attacco tanto più adesso che Portis sembra aver imboccato la parabola discendente della forma (23 corse per 51 yards nelle ultime due).

Gibbs si è giustificato dicendo che il modo migliore per recuperare punti era utilizzare il gioco aereo. Con una media di 2.6 yards per passaggio però non puoi sperare di impensierire la miglior difesa NFL. La week 13 propone ai Redskins del suddetto incontro di division con i Giants al FedEx Field.

NFC North

Minnesota Vikings e Green Bay Packers 7-4; Chicago Bears e Detroit Lions 4-7

Iniziamo subito dalle due cenerentole della division. Entrambe protagoniste delle partite nel Giorno del Ringraziamento Lions e Bears ne sono uscite sconfitte e, se per Detroit, siamo ormai alla quinta consecutiva a Chicago invece Lovie Smith deve incassare la seconda in fila dopo che i suoi avevano messo tre vittorie in fila.

Chicago perde la partita contro i Cowboys per i manifesti limiti in attacco dove né Krenzel né Quinn sono stati capaci di indirizzare la partita a loro favore: sarà  Hutchinson il titolare dalla prossima partita con il neo firmato Jeff George ha fargli da chioccia nei momenti difficili.

Ma i problemi dei Bears non si fermano solo al quarterback ma coinvolgono anche la linea offensiva che sembra aver perso per un paio di settimane il right tackle John Tait dopo che la guardia sinistra Pro-Bowl Ruben Brown è persa per la stagione. Resta sempre la buona difesa di Chicago che, una volta in più in questa sofferta stagione, ha tenuto la squadra in partita grazie, soprattutto, ai due intercetti di R.W. McQuarters uno dei quali ritornato in touchdown.

Detroit invece non può far altro che assistere allo show di Peyton Manning ma anche al ritorno in forma del running back Kevin Jones ( 12 corse per 99 yds ). Il problema degli attuali Lions è l'inconsistenza dell'attacco frenato dal non eccezionale momento di forma di Joey Harrington ( in panchina per McMahon nel 2° tempo ) e i troppi errori ( 5 palle perse ) che ne condizionano il rendimento.

Il piano partita di Detroit puntava sui blitz e sulla conseguente pressione verso Manning ma si è rilevata improduttiva per la grande capacità  del quarterback avversario di liberarsi della palla velocemente. Oltre alla partita i Lions hanno perso anche il "ritornatore" Eddie Drummond per la stagione verosimilmente la loro migliore risorsa attuale in attacco visti i problemi alla caviglia che condizionano il rendimento del WR Roy Williams ( 1 palla persa con 4 ricezioni per 51 yds).

A Minneapolis arrivano i Last Minute Jaguars che, fedeli al loro nuovo soprannome, avevano in mano il possesso decisivo della partita dopo che Culpepper, con i Vikings sopra nel punteggio dopo un TD del rientrante Moss nel 3° quarto, si era fatto "sackare " e aveva perso il pallone.

Ma l'arrugginito Leftwich ( veniva da due settimane di inattività  causa infortunio ), nel drive successivo, perdeva palla a sua volta dietro il sack del rookie Udeze e Kevin Williams recuperava il fumble riportandolo in meta tenendo i Vikings in corsa per il primato di division. Il rientro di Moss coincideva anche con la moria di giocatori di linea offensiva di Minnesota che doveva fare a meno di ben tre titolari. Ne ha così risentito il gioco di corsa (3.7 yards di media) anche se i Vikings hanno corso per ben 30 volte dietro le 20 portate di Onterrio Smith che, stando alle parole di Tice, dovrebbe essere il titolare da qui fino alla fine.

L'attacco fuori sincronia dei Jaguars non poteva certo rappresentare un test significativo ed attendibile per la difesa dei Vikings ( comunque sempre in difficoltà  contro le corse, Fred Taylor quasi 150 yards con 22 corse ) e neanche la settimana prossima a Chicago emergeranno indicazioni utili. La stagione dei Vikings si deciderà  probabilmente il 26 dicembre alla 16° giornata quando al Metrodome arriveranno Favre e i Packers.

Proprio con i Packers chiudiamo l'analisi della North. Monday Night, duecentesima partita consecutiva di Favre, Ahman Green fuori per infortunio, i Packers sull'onda emotiva delle cinque vittorie, il freddo del Wisconsin in questo periodo dell'anno, i Rams che devono vincere per stare dietro ai derelitti Seahawks nella West.

E' stata una partita che i Rams avrebbero potuto anche vincere ma i lunghi drives di Bulger e soci hanno prodotto troppo poco per impensierire Green Bay. Che così, con questa doppia V, riprende i Vikings in testa alla division. Il sostituto di Green, Davenport, alla prima da titolare, ha corso per 178 yards e creato problemi tutta la sera alla difesa sulle corse dei Rams che ha finito per concedere una media di 8.3 yards per corsa. La difesa dei Packers, con il rientrante DT Grady Jackson, è riuscita a concedere solo 47 yards al gioco di corsa di St. Louis con il risultato che Bulger ha lanciato come mai nessuno aveva fatto contro Green Bay che, la settimana prossima, vanno a Philadelphia dagli Eagles.

NFC South

Atlanta Falcons 9-2; New Orleans Saints, Tampa Bay Buccaneers, Carolina Panthers 4-7 .

I padroni della divisione sono ormai i Falcons. La vittoria domenica contro i Saints ha portato Atlanta ad una vittoria dalla matematica certezza ma quello che più conta è che possiamo iniziare a considerare i Falcons, insieme ai Packers, i veri rivali degli Eagles all'interno della conference nonostante Jim Mora ha un attacco ancora troppo prevedibile e legato ai numeri di Vick.

Dopo dodici partite per insegnare Michael a giocare maggiormente nella tasca l'head coach di Atlanta si sarà  accorto che, per il bene della squadra, è più conveniente (leggere numero delle vittorie) lasciare Vick essere Vick che cercare di snaturarlo, anche se con buone intenzioni. Il quarterback questa volta non va sopra le 100 yards su corsa ma, in compenso, connette con il suo ricevitore preferito, il TE Crumpler ( più ricezioni di tutti i WR dei Falcons), per il touchdown della vittoria a 1:22 dalla fine.

La difesa dei Falcons aveva in progetto di contenere il running back McAllister (chiuderà  con 100 yards e 4.3 di media) per forzare maggiormente Brooks a lanciare e a terzi downs lunghi. I Saints, di questi ultimi, ne hanno trasformati il 38 % ma hanno commesso anche troppi errori con Brooks che si è fatto intercettare per due volte. Ora la panchina di Jim Haslett scotta per davvero e le voci si fanno sempre più insistenti su un suo avvicendamento. Purtroppo il problema dei Saints è l'incapacità  a rimanere concentrati per un'intera stagione, troppi alti e bassi ne condizionano il rendimento, nonostante la presenza di uno dei miglior running back della lega non riescono a stabilire un gioco di corsa che tenga sotto pressione la difesa avversaria. La settimana prossima Atlanta può chiudere il conto della division a Tampa mentre New Orleans ospiterà  i Panthers.

Parlando di Carolina è sorprendente come una squadra con una lista infortunati lunga quanto la Divina Commedia sia ancora in corsa per un posto nei playoffs. Ovvio che molto del merito và  ad una conference nettamente più debole rispetto all'altra dove solo quattro squadre hanno almeno 7 vittorie a questo punto della stagione.

Ma dicevamo dei Panthers che, con la vittoria di domenica, allungano la loro striscia vincente a tre partite. Quella contro i Bucs è venuta per gentile concessione del kicker Martin Gramatica, già  rilasciato da Tampa Bay, che sbagliando tre field goals, l'ultimo dei quali avrebbe portato i suoi sopra di 3 a meno di due minuti dalla fine, ha dato la chance ai Panthers di tornare in campo e vincere. Con un passaggio di Delhomme da 40 yards per Colbert. Sottolineo passaggio perché, quest'anno, il gioco di corsa, marchio di fabbrica dei Panthers 2003, è andato a farsi benedire ( e non è un eufemismo questo ).

L'altra metà  della torta è merito invece della difesa e di Peppers in particolare che, con le maggiori attenzioni che Mike Rucker continua a ricevere, gode di più libertà  e sta producendo una super stagione, senza considerare che anche Jenkins, solamente il miglior tackle della lega, è fuori. Nei Bucs buona la prova di Pittman ma non nelle corse come si potrebbe pensare ma nelle ricezioni dove chiude con 134 yards e 2 TDs.

NFC WEST

Seattle Seahawks 6-5; St. Louis Rams 5-6; Arizona Cardinals 4-7; San Francisco 49ers 1-10

I 49ers perdono la sfida con Miami e, dunque, con una sola vittoria potrebbe aver visto girare a loro favore la possibilità  di scegliere la prossima prima scelta assoluta che, ricordiamolo, va alla squadra con il peggior record vittorie-sconfitte della stagione. La partita di interessante ha visto poco se si eccettua il touchdown del TE McMichael e il fumble riportato in meta da Derrick Pope nell'ultimo periodo che ha chiuso la partita. E' stata una vittoria d'orgoglio per i Dolphins anche se la pochezza attuale di San Francisco ne ha facilitato il compito.

Della partita dei Rams leggete sopra. Qui conviene soffermarsi un attimo sul momento che stanno attraversando Mike Martz ed i suoi giocatori. Non è tanto il record a preoccupare il capo allenatore né la striscia di due sconfitte consecutive bensì il poco impegno, l'arrendersi subito, il non combattere, il non credere nella vittoria. Dopo la sconfitta con New England Martz aveva riunito tutti e ordinato, il mercoledì successivo, un allenamento con le protezioni, cosa mai vista da quelle parti, e quindi con i contatti concessi, leggasi tackles e altro.

La svolta c'era stata la settimana successiva nell'importante incontro di division con Seattle ma, ora, deve due sconfitte contro uno dei peggiori teams della AFC, i Bills, anche se in un buon momento di forma, e contro i Packers lunedì ha incrinato la fiducia del coach e dei giocatori. Martz deve sicuramente recuperare Marshall Faulk e dargli più spazio delle 13 e 7 corse delle ultime due settimane. Così come è auspicabile il ritorno alla piena efficienza di Torry Holt che si trascina un guaio da qualche settimana. Domenica prossima i Rams ospiteranno i 49ers e le cose dovrebbero andare meglio.

Chiudiamo con Seattle che, al pari di St. Louis, sembra fare a gara per non vincere la division. Qui, se vogliamo, la situazione è ancora peggiore visto che tre giocatori fondamentali dell'attacco ( Hasselbeck, Alexander e il left tackle Walter Jones ) saranno free agent alla fine della stagione.

Impensabile che il portafoglio si apra per tutti e tre generosamente quindi potrebbe essere il quarterback, in fase evolutiva, a lasciare Holmgren, sempre che il coach sarà  lui l'anno prossimo. Contro Buffalo sono emersi tutti i problemi dei Seahawks 2004 ovvero la difficoltà  a contenere le corse, i problemi di copertura con i difensive backs, l'incapacità  di ricevere palloni ( Seattle comanda la lega per drop balls ) che rende l'attacco prevedibile e fuori sincronia.

Certo si potrebbe dare la palla ad Alexander e andargli dietro ma il successo di Seattle è stato proprio l'equilibrio fra gioco di corsa e lanci. Settimana prossima contro Dallas ne sapremo di più sicuramente sulle chance playoffs di Holmgren.

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