L'occasione del riscatto per Croshere è finalmente arrivata!
" Pacers forward Ron Artest has been suspended for the remainder of the season.
Indiana guard Stephen Jackson has been suspended for 30 games.
Pacers forward Jermaine O'Neal has been suspended for 25 games.
Indiana guard Anthony Johnson has been suspended for five games.
Detroit forward/center Ben Wallace has been suspended for six games.
Pistons forwards Elden Campbell and Derrick Coleman and guard Chauncey Billups have each been suspended for one game for leaving the bench during an on-court altercation.
Indiana guard Reggie Miller has been suspended for one game for leaving the bench during an on-court altercation
The penalties issued today deal only with one aspect of this incident - that of player misconduct. The actions of the players involved wildly exceeded the professionalism and self-control that should fairly be expected from NBA players. We must affirm that the NBA will strive to exemplify the best that can be offered by professional sports, and not allow our sport to be debased by what seem to be declining expectations for behavior of fans and athletes alike" .
Queste le dure parole di David Stern all'indomani della vergognosa rissa al Palace di Auburn Hills, episodio grave di per sé, ma ancora di più poichè, dopo l'attentato alle Twin Towers, che ha minato la certezza degli americani di essere al sicuro da attentati sul suolo patrio, questa gazzarra ha decretato che l'America non è al sicuro neppure dalla violenza negli stadi, generata dai suoi stessi cittadini.
Eh si caro Zio Sam, i tempi son cambiati e se tempo fa ti potevi scandalizzare dopo il calcione aereo del calciatore francese Eric Cantona ad uno del pubblico in un mondo lontano anni luce da te, ora ti tocca fare i conti con questi giovanotti superpagati che se ne sono andati a far giustizia sommaria tra la gente, addormentando a cazzottoni in faccia un paio di persone.
Ed ecco che il vecchio buon Zio Sam ha reagito da par suo, come al tempo della caduta delle due torri ; allora il Presidente Bush aveva scatenato l'inferno prima sull'Afghanistan e poi sull'Iraq, ora il Commissioner della Lega, Stern appunto, non ha guardato in faccia nessuno pur di proteggere gli interessi della Lega professionistica stessa, che dopo un periodo di stanca ha ripreso l'espansione della propria immagine a livello planetario.
"Business is business", dunque, e poco conta che i provvedimenti siano forse troppo pesanti per una franchigia e troppo leggeri per l'altra (chi doveva garantire la sicurezza all'interno dello stadio?forse Indiana? o invece i Pistons?") o che Ron Artest paghi l'immagine di "bad boy"più ancora dei fatti commessi (ripetutamente provocato, ha reagito solo quando ha ricevuto una "bicchierata" in testa); personalmente ammiro chi riesce a non farsi turbare e a mantenere il self control in situazioni calde, credo sia opportuno e giusto farlo, però non me la sento di accanirmi contro una persona che, in un ambiente fortemente ostile, di fronte a palese e grave provocazione (o tirare bicchieri di birra in testa alla gente è comportamento civile e soprattutto consentito al pubblico?) esce di testa. E' giusto che paghi" ma non più di altri guardatevi il filmato e ditemi se siete d'accordo…
Una cosa è certa, le opinioni su questo caso sono e saranno sempre molteplici e diversissime, ma altrettanto inutili, poiché una decisione in merito è già stata presa in merito e prevede che i Pacers facciano a meno di Artest per il resto della stagione, playoffs compresi, mentre di Jackson e O'Neal per una considerevole parte della stagione stessa : in una parola, Indiana se la dovrà cavare con quelli che restano. “Cosa fatta, capo ha”, come recita un proverbio delle mie parti"
Prima dell'inizio della stagione, Indiana veniva pronosticata molto in alto non solo ad Est, dove doveva comunque guardarsi dai campioni Pistons, appunto, e dai pupilli di Shaq in quel di Miami, ma addirittura per la vittoria finale, visto che ad Ovest solo San Antonio e Minnesota erano accreditate di buon pronostico, mentre Suns e Nuggets, forze emergenti, venivano ancora considerate non pronte, mentre dai Kings e dai Mavericks ci si poteva aspettare di tutto. Durante questo inizio di stagione, poi, si sono messi in evidenza i Sonics ad Ovest e alcune altre squadre ad Est, Orlando su tutte, ma il quadro non mutava di molto e Indiana recitava sempre la parte della protagonista, con un record di 6 vittorie e 2 sconfitte.
Il 19 Novembre era previsto lo scontro al vertice coi Pistons a Detroit, nel remake della combattutissima finale di conference dello scorso anno e la vicenda della rissa ha parzialmente messo in ombra il risultato della sfida, coi Pacers largamente corsari per 97-82 (Artest miglior marcatore con 24 punti e O'Neal miglior rimbalzista con 13 rimbalzi).
Ma visti i fatti, tutto ciò rappresenta il passato o forse un futuro che non sarà mai; la realtà oggi è rappresentata da quei giocatori che facevano da spalla ai vari Artest, Jackson ed O'Neal; saranno capaci di riciclarsi come protagonisti? Riuscirà lo staff tecnico a cambiare in corsa per adattare il gioco ai nuovi interpreti? E soprattutto sarà o no in grado Indiana, fortemente decimata nella qualità e nella leadership, di mantenere inalterate le proprie e le altrui aspettative di vittoria finale?
Queste le prime domande che vengono alla mente analizzando la situazione dei Pacers, e sono loro stessi, fin dal giorno dopo il fattaccio, fin dalle prime uscite a rispondere.
Già dalle prime ore il management, lo staff tecnico e i giocatori hanno mostrato estrema maturità , accettando l'accaduto, senza lasciarsi andare a polemiche sterili.
Hanno deciso tutti assieme di rimboccarsi le maniche e di vender cara la pelle ad ogni partita, giocando di squadra e non è difficile intravedere in questo atteggiamento il consiglio di un grande giocatore come Bird, che oggi è presidente della Franchigia di Indianapolis o di persone rette, in gamba come Donnie Walsh il general manager dei Pacers o di personaggi come Quinn Buckner e lo stesso coach Carlisle, che nei Celtics dei bei tempi momenti caldi ne hanno vissuti a iosa e sanno come comportarsi per tornare grandi.
E così già sabato 20 i Pacers sono tornati in campo contro Orlando e con soli sei giocatori, hanno tenuto testa ad un team in un buon momento, cedendo solo nel finale per tre punti (83-86).
Contro i Celtics si sono presentati in 8 (Fred Jones e Tinsley come guardie, J. Jones, Croshere e Harrison a costituire una frontline alquanto povera di centimetri ma efficace, con Pollard, Gill ed Edwards a partire dal pino), ottenendo una bella vittoria per 106 a 96 davanti ai propri tifosi, che hanno potuto applaudire i 29 punti di Tinsley , la doppia doppia di J. Jones (22pts, 10 reb) e la prestazione di tutto il collettivo.
Ma è la vittoria con Minnesota, sempre alla CONSECO Fieldhouse, maturata dopo 48 minuti di battaglia, che maggiormente chiarisce la consistenza di questa "nuova" squadra ; per la cronaca 14 assist di Tinsley e la doppia doppia di un indemoniato Croshere (25pts, 11reb), ma ancor prima il teamwork offensivo e difensivo hanno messo il sigillo a questa ottima prestazione contro la squadra più accreditata per la vittoria finale.
Altra vittoria (82-77) contro i Bobcats tra le mura amiche, con nuova doppia doppia per Croshere, sempre più uomo squadra, prima della sconfitta maturata questa notte in casa dei Sonics, una delle rivelazioni di questo campionato.
Concediamoci ora qualche riflessione, alla luce di quanto accaduto dopo i provvedimenti che hanno privato Indiana delle sue tre stelle. In queste prime cinque gare, la nuova Indiana ha avuto un bilancio positivo (3-2) ed ha mantenuto la prima posizione assoluta ad Est (10-4) ; ha mostrato evidenti progressi di gioco, sta inserendo progressivamente i nuovi giocatori (Britton Johnsen e Tremaine Fowlkes) e trovando una collocazione diversa per gli altri (quintetto quasi fisso per i due Jones e Croshere, oltre che per Harrison) e tutti sembrano rispondere al meglio alle sollecitazioni soprattutto psicologiche (è evidente come sia profondamente diverso per un giocatore gestirsi per 15 minuti da comprimario specialista o per 35-40 da titolare, con compiti di risoluzione o creazione del gioco e di leadership).
E' giusto dire che in questa opera di ricostruzione Indiana è stata aiutata dalla fortissima spinta emotiva seguita ai fatti di Auburn Hills e non poco anche dal calendario, che la vedeva in casa 4 volte su 5. Ora però a dieci giorni di distanza la spinta emotiva si esaurirà ed emergeranno le reali risorse morali del gruppo; inoltre il poker di gare "on the road" che ora attende la squadra, di cui la prima già disputata e persa in quel di Seattle, ci dirà di più anche sulla reale qualità della squadra e sulla fondatezza delle sue ambizioni di vittoria.
Se da questa miniserie di 4 partite Indiana dovesse uscire con un bilancio in parità o addirittura positivo, darebbe un segnale molto forte al campionato ; significherebbe che i Pacers potrebbero raggiungere i playoffs con relativa comodità , attendendo di riunire gli squalificati al gruppo per poi puntare direttamente alla finale.
Se invece il bilancio fosse negativo ma non troppo (1-3 insomma, contando la prima già persa) non significherebbe automaticamente il contrario di quanto detto prima, cioè stagione a pallino e playoffs compromessi, ma solo che sarebbe meno facile portare a compimento il progetto.
Certo che se si dovesse verificare una debacle (0-4) con Clippers, Sacramento e Golden State, squadre al momento non tra le più irresistibili, sarebbe un chiaro segno che la squadra non riesce a pungere fuori dalle mura amiche e quindi che questa mancanza di consistenza e personalità potrebbe mettere a dura prova le ambizioni degli hoosiers.
Non ritengo molto realistica l'ipotesi più negativa, anche perché la squadra potrà contare tra poco anche su Scott Pollard, al momento lievemente infortunato, Reggie Miller, che potrà contribuire con i suoi canestri e la sua leadership, e infine l'eterna promessa Jonathan Bender, al momento in Injured List, dalla quale però potrebbe uscire tra non molto e tentare di spiegare le ali per finalmente volare alto.
Peraltro non è nemmeno così certo che questo viaggio all'Ovest sia decisivo nel testare le effettive possibilità dei Pacers, che comunque non è pensabile possano tenere un passo simile a quello pre-Detroit.
Se però il gioco d'insieme e l'unità di intenti che hanno caratterizzato questi duri momenti perdureranno, non è difficile ipotizzare che Indiana, pur tra le difficoltà , riuscirà a giungere ai playoffs con un buon bilancio, magari tra le 45 e le 50 vittorie, che le garantirà qualche bella alla CONSECO Fieldhouse durante i playoffs.
Una volta recuperati i recuperabili (per il recupero di Artest al momento non esistono i margini, ma magari eventi anche molto distanti e distinti da questo, leggi il rinnovo del contratto collettivo dell'Assogiocatori e quindi tavolo delle trattative aperto a compromessi di ogni tipo, potrebbero indurre Stern, l'unico che possa per statuto intervenire con un provvedimento di riduzione della squalifica, a rivedere il proprio provvedimento".que sera, sera!) Indiana potrebbe recitare davvero il ruolo della protagonista nelle finali NBA .
Se così fosse, tutto sarebbe dovuto alla reazione composta e matura dei Pacers nei momenti successivi alla sentenza, nel pieno della tempesta, e sarebbe un'altra prova del detto per cui “quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare”.