Kobe da MVP? Solamente se riuscirà a trasformare le sue statistiche in vittorie per i suoi…
L.A. Clippers 89 @ L.A. Lakers 103
L.A. Lakers 102 @ Phoenix Suns 107
Chicago Bulls 93 @ L.A. Lakers 102
Milwaukee Bucks 96 @ L.A. Lakers 100
Sacramento Kings 109 @ L.A. Lakers 106
N.O. Hornets 76 @ L.A. Lakers 89
Il primo mese di attività della rinnovata ditta Lakers in NBA va ormai esaurendosi e alcuni trend che sembravano delinearsi sin dalle prime uscite della squadra di Rudy Tomjanovic, hanno visto negli scorsi giorni, un serio consolidamento.
Partiamo da un dato positivo: la tenuta casalinga dei Lakers non sembra essere peggiorata di molto rispetto alla versione di un anno fa. Anche quest'anno come nelle precedenti edizioni infatti, gli angelini stanno costruendo gran parte della propria classifica (8 vinte e 6 perse ad oggi) grazie alle prestazioni davanti al pubblico amico dello Staples Center, dove hanno un bilancio di 6 vinte e 2 perse.
Proprio la seconda di queste due sconfitte è risultata essere la più bella ed intensa gara dell'ultimo lotto disputato dai giallo viola.
Non a caso la sfida si è svolta contro i rivali dei Sacramento Kings, squadra che dopo un pessimo esordio dovuto anche ad un calendario quanto meno poco accondiscendente, sta trovando una seria quadratura del cerchio.
La partita ha visto in campo due protagonisti su tutti: Kobe Bryant e Peja Stojakovic.
Il primo ha firmato una gara da 40 punti, 7 rimbalzi e 8 assist, palesando come se non ce ne fosse già prova quasi certa, che l'ossatura, il cervello ed il talento dal quale partono tutte le fibre di questa squadra, risiedono ormai sotto la maglietta numero 8 del giocatore di Phila.
Bryant al momento ha proprio quello che tanto aveva richiesto nei mesi antecedenti la trade di Shaquille O'Neal: una squadra Kobe-centrica, la "sua" squadra, che gli permetta nel bene e nel male di essere il faro, l'uomo da copertina, insomma per dirla senza mezzi termini: Bryant voleva e vuole che i Lakers per lui siano quello che erano i Bulls per Jordan.
Una bestemmia? Nella mente di Kobe no che certo, per i risultati ancora notevolmente sì, visto che se si torna alla partita di cui sopra, il quarantello messo a referto dalla guardia di L.A. non è bastato per superare i rivali in viola.
La partita infatti si è decisa a 52 secondi dallo scadere.
Un flagrant foul di Doug Christie non è stato capitalizzato dai Lakers, che hanno sprecato un tiro libero su 2con Brian Cook, hanno visto Bryant commettere turnover, sbagliare un tiro da tre ed infine farsi infilare per gli ultimi due punti dei 26 totali segnati proprio dall'altro protagonista, il serbo Stojakovic, per il 109 a 106 finale.
Fortunatamente per loro, prima e dopo questo episodio la squadra californiana ha affrontato una fase di calendario abbastanza favorevole.
Prima i giallo viola hanno fatto loro il derby con i cugini Clippers. La squadra tanto ben allenata da coach Dunleavy ha ceduto sin troppo facilmente a questa versione dei parenti ricchi e famosi per non concedere loro una prova d'appello.
Dopo questa gara, è arrivata la sconfitta contro i lanciatissimi Suns, nella quale la squadra dell'Arizona ha palesato uno Stoudemire decisamente troppo fisico per il reparto lunghi ancora incompleto dei californiani.
Infine la banda di Rudy T ha potuto assestare al bello il barometro del bilancio, grazie alle vittorie contro i proprio non irresistibili avversari di Chicago, Milwaukee e New Orleans, contro i quali comunque i Lakers hanno mostrato buona personalità , buona capacità di ruotare i tiratori e di saper trovare ed isolare dal gioco avversario il miglior atleta del lotto.
Esempio lampante è arrivato nella gara contro i Bucks.
Nel primo tempo infatti, Desmond Mason ha letteralmente tenuto in vita i suoi compagni, ma nella seconda metà della gara, Caron Butler ha sfornato i migliori 20 minuti di singola difesa dell'annata Lakers, togliendo letteralmente dal campo l'ala avversaria e consegnando ai suoi un'altra vittoria.
Il meglio della settimana: questi Lakers sono Kobe Centrici? E allora non si può non partire dalle medie tenute da questo atleta nel recentissimo passato. Bryant è primo in cinque categorie statistiche differenti, viaggia a 29 punti di media con 6.9 rimbalzi e 6 assist di media. Abbastanza per mettere la propria candidatura su titolo di MVP.
Accanto a lui, Lamar Odom sta mostrando numeri da ottima ala grande. Segna meno dell'anno scorso (14.2 contro i 17.1 del 2003/04) ma prende più rimbalzi ed in generale ha già preso il suo posto nel roster senza particolari problemi di inserimento.
In più questa settimana si è rivisto, anche se per soli 12 minuti complessivi, Vlade Divac in campo. Il suo innesto sarà a dir poco fondamentale per i sogni di gloria di questa squadra. Se torna lui, qualche speranza play-off c'è, senza"sarà durissima, Kobe o meno.
Il peggio della settimana: anche in questo categoria, i dati sono quelli già intravisti. I Lakers hanno un bilancio attivo, giocano una buona pallacanestro, ma appaiono decisamente leggeri al cospetto di squadre con un minimo di peso sotto le plance e con ambizioni di aprile di lavoro. In più il leader maximo, che noi stessi elogiamo appena poche righe più sopra, ha aumentato oltre che le altre voci delle sue statistiche, anche quella dei turnover.
Certamente la pressione su di lui è aumentata, ma ancora i Lakers ed il loro capitano perdono troppi palloni, in particolari quelli che scottano.
Una nota infine di carattere geo politico. Sarà per l'influenza repubblicana dello Stato, ma ad oggi i Lakers sono una squadra tutta made in USA. Rudy T si sta ampiamente dimenticando dei vari Medvedenko, Vujacic e per forza di cose Divac. Per ora chi gioca gli sta dando ragione, speriamo che la sua non sia semplicemente una scelta di filosofia.
E adesso?
Tante facce già viste nel futuro prossimo dei Lakers: prima si dovrà andare a rendere una visita a Milwaukee e Chicago, poi ancora Golden State e Phoenix in casa, infine un altro round del derby con i Clippers e della sfida Kobe-Grant Hill. Gli spunti per avere un po' di spettacolo ci sono tutti.
Alla prossima"