David Stern se la ride: non è che ha trasformato la rissa di Detroit in un altro affare commerciale?
E' passata ormai oltre una settimana dalla rissa del Palace di Detroit, con tutto quello che ne è conseguito, ossia una eco mondiale della vicenda, con l'NBA che è finita dove voleva finire ossia davanti agli occhi di tutti, solo che c'è finita per il motivo più sbagliato, andando ad incrinare un perfetto meccanismo commerciale.
L'NBA stessa ha reagito con estrema durezza alla faccenda, Stern si è affacciato in tutte le TV e in tutti i TG del mondo a spiegare le sue ragioni, a giustificare le sue sanzioni, cercando di riportare l'attenzione dalla parte buona della lega. Le sanzioni sono state pesanti, l'opinione pubblica ha approvato in pieno, secondo i sondaggi oltre il 90% degli interpellati ritiene giuste le sanzioni inflitte ai protagonisti, insomma sembra che alla fine Stern sia uscito da una situazione grottesca nel migliore dei modi possibili.
Succede però che, andando ad esplorare su Internet risorse meno visibili, meno note, vengano fuori tante altre piccole verità ignorate dai media, ma che potrebbero avere grosso impatto sul futuro della lega. Tutti hanno espresso i loro pareri, quelli però che sono stati meno coinvolti nel ciclone mediatico che ha seguito gli eventi del Palace, sono stati i giocatori: tante bocche cucite, poche interviste e in quelle interviste tante parole di circostanza e poco altro, ma cosa si dice all'interno del mondo dei giocatori NBA a proposito di questa situazione?
A dire la verità qualcuno alto grande e grosso che gioca in mezzo all'area degli Heat nella giornata di sabato ha provato ad esternare il proprio pensiero, affermando che lui al posto di Artest avrebbe fatto esattamente la stessa cosa, ma nemmeno le parole di Shaquille, che di solito creano sussulto per questioni molti minori, sono riusciti ad infrangere il muro di informazioni controllate e standardizzate che l'NBA ha proposto al mondo.
Le parole di Shaq invece devono essere il punto di partenza di una riflessione più attenta perchè se una persona come lui, di solito scherzosa, sempre goliardica, che non ha mai preso molto sul serio tutto ciò che di mediatico circonda l'NBA, e che in anni di carriera è sempre stato fuori da fatti spiacevoli, arriva a schierarsi apertamente dalla parte di quello che anche prima di venerdì notte era ritenuto il cattivo per eccellenza nella lega, e che nell'ambiente è tra i più odiati, ma anche tra i più rispettati (come spesso succede in certi ambienti), è un segnale forte che i veri protagonisti dell'NBA evidentemente la pensano in maniera molto diversa da quelli che gestiscono l'NBA.
Passiamo ai fatti: pare cosa ormai sicura che l'associazione giocatori abbia denunciato i Detroit Pistons per non aver garantito la sicurezza dei propri atleti. E questa non mi pare una cosa da poco.
Il basket ricordiamo che è uno sport atipico, l'unico al mondo dove non ci sono barriere tra i giocatori e gli spettatori, di fatto alcuni di essi siedono accanto alle panchine, e questo per chi gestisce la lega è sempre stato un grande vanto, oltre che ad una grande fonte di introito, basta pensare al famoso abbonamento da un milione di dollari di Jack Nicholson per sedersi vicino alla panchina dei Lakers.
A seguito di questa denuncia tutto ciò potrebbe essere seriamente messo in discussione: cosa succederà infatti se i giocatori puntassero i piedi per allontanare i tifosi di un paio di metri dal campo? Dopo tutto quello che è successo a Detroit, con quale motivazioni l'NBA potrebbe giustificare un no a tale richiesta?
Tutte queste richieste potrebbero trovarsi sulla scrivania di Stern al momento del rinnovo del contratto il prossimo giugno con l'associazione giocatori. Si, perchè è ormai evidente che le parti in ballo sfrutteranno ognuna a proprio favore le conseguenze della rissa in fase di rinnovo del contratto, tutti avranno le loro ragioni da mettere sulla bilancia, con ogni probabilità per ottenere favori in altre situazioni che magari potrebbero anche aver poco a che vedere con l'attualità .
Rimaniamo un attimo ai Pistons: che non siano una squadra molto amata all'interno dell'NBA è cosa nota, hanno vinto meritatamente un anello che ha lasciato però molto amaro in bocca a tanta gente, quest'anno girano per i parqueè dell'NBA trovandosi davanti giocatori che scendono in campo contro di loro per giocare la partita dell'anno, adesso hanno contro anche l'associazione giocatori.
Lo spogliatoio dei Pistons in questo momento è molto unito, ma anche potenzialmente molto fragile, gestito da un coach, che fino a che si parla di allenare è di gran lunga il migliore al mondo, ma quando si tratta di gestire situazioni spinose spesso ha fatto qualche sbaglio. Siamo sicuri che giocare per un anno contro tutto e tutti, non infrangerà il mondo dei Pistons, che oltretutto da questa situazione sono stati visto come quelli che ci hanno guadagnato, con i Pacers quasi fuori gioco, nonostante fossero parte integrante della rissa, e i loro tifosi si siano comportati in maniera ignobile?
Ma torniamo ai giocatori: tornando alle parole di Shaquille, che piaccia all'opinione pubblica o meno Artest, per quando non amatissimo all'interno dell'associazione, è visto come la vittima dell'inciviltà dei tifosi, e non come la causa scatenante di tutto quello che ne è conseguito.
In effetti, ad una settimana di distanza riguardando le immagini, avendo avuto il dettaglio di tutto quello che è successo, sorgono alcune considerazioni. Partiano dal fallo di Artest, duro, stupido, evitabile, ma non è certo il primo di quel genere e nemmeno l'ultimo: fino a qui siamo nella “regolarità ” delle cose di una partita tra uomini duri. I 60 secondi seguenti sono quanto di meno prevedibile ci si possa aspettare dai protagonisti, guardando soprattutto al loro passato: Artest che si tira indietro davanti alle provocazioni, Rasheed Wallace che entra tra i contendenti per dividere, si calmano gli animi, Ron si rilassa su un tavolo… pare tutto ricondotto nella normalità .
Poi succede l'imprevisto ossia il signor John Green, non uno stinco di santo di sicuro, dati i suoi precedenti penali, e non stiamo parlando di schiamazzi notturni, lancia una birra su Artest e comincia il finimondo, e li mi sono chiesto cosa avrei fatto io in quella condizione, ossia sei campo e giochi una gara, sia che tu giochi scapoli ammogliati o una partita di NBA, se la gara la senti, sei eccitato e teso, con l'adrenalina bella alta, figuriamoci dopo un inizio di rissa, dove tu (Artest) addirittura ti sei tirato indietro, dopo averla scatenata"
Diciamo la verità : quanti di voi sarebbero rimasti li tranquilli, oppure avrebbero ringraziato con un sorriso? Pochi, magari avreste reagito in mille modi diversi, ma molti di voi avrebbero cercato un contatto con quello che vi aveva fatto il bagno di birra. Sia chiaro questo a mente fredda non succederebbe a nessuno, probabilmente nemmeno ad Artest, ma a mente calda vi sentite di escludere a priori che non vi saresti lanciati in tribuna anche voi ?
Il problema è che se le considerazione delle poche righe precedenti le fa un dilettante che scrive di NBA a tempo perso lasciano il tempo che trovano, ma mettetele in bocca ad un avvocato di grido, circondatele da buone doti di dialettica: cosa sarebbe successo nel caso in cui la decisione non fosse stata delegata e presa (per regolamento) dal commisioner di una lega professionistica, ma portata davanti ad un giudice, sia civile che sportivo?
In America è opinione comune infatti che se la vicenda e le pene fossero finite in un tribunale sportivo, sarebbe bastato un avvocato poco più che decente per smontare il castello accusatorio nei confronti di Artest mettendo sulla bilancia provocazioni, attenuanti e quant''altro serve nella vita di tutti i giorni per scagionare ogni tipo di colpa. Allora ad essere maligni viene da chiedersi perchè Stern è andato giu così pesante, sapendo che l'associazione giocatori sarebbe poi intervenuta, e che forse addirittura le sospensioni andranno magari corrette in un secondo tempo?
Non è che Stern ha voluto mettere sul piatto della bilancia qualcos'altro da contrapporre all'associazione giocatori in fase di trattativa, sia immediata che futura? Non sarà che Stern per ottenere qualcos'altro ha messo di mezzo Artest, sapendo già prima di domenica che in seguito avrebbe dovuto ridurgli la pena ?
Facciamo un passo indietro nel tempo, cosa potrebbe essere successo nella stanza dei bottoni dell'NBA nelle ore seguenti la rissa ? Cosa hanno pensato Stern e soci in quei momenti?
Avranno detto “adesso limitiamo i danni che può portare questa vicenda” oppure “ormai che ci siamo entriamo nelle case di tutti e pubblicizziamo il nostro prodotto meglio possibile“?
A freddo ad una settimana di distanza, viene da pensare che abbiano fatto i conti (come sempre) e detto: vai con la seconda.
Ma torniamo alla cronaca: nelle giornate di sabato e di domenica l'NBA entra in tutte le case del mondo, le immagini della rissa, incollano davanti alla TV tutti, anche quelli che l'NBA non sanno cosa sia, da domenica sera appare Stern sempre in tutti i televisori del mondo, con la faccia del cattivo, del duro, del comandante che non tollera sgarri da nessuno, snocciola sentenze, squalifiche pesanti, fa la morale contro il passato di Artest, parla di cose che non possono essere tollerate, insomma siamo onesti non piacerebbe a voi un bel politico che vi racconta e fa quello che voi vorreste?
E' ovvio che dopo questa tempesta mediatica, qualcuno di quelli che non si interessa all'NBA cominci ad avvicinarsi, probabilmente invece di qualcuna si tratta di decine di milioni di persone, alcune, probabilmente molte, delle quali tra una settimana continuaranno ad ignorare l'NBA, ma ci sarà anche chi si avvicinerà a questo mondo prima sconosciuto, e se anche questa percentuale di persone sarà minima ecco che David Stern e l'NBA l'avranno comunque già fatto centro un'altra volta.
Però allora viene da chiedersi perchè Stern si è esposto al mondo con sanzioni pesanti, sapendo magari che dovrà ridurle?
Semplice, lui ha fatto il duro davanti al mondo nel momento di massima visibilità , se tra qualche tempo arriverà la riduzione delle pene, senza dubbio avrà un decimo della visibilità delle immagini di domenica sera, insomma rimarrà nell'ambito degli addetti ai lavori e di quelli che l'NBA la seguono costantemente. L'immagine dell'NBA rimane però quella di domenica sera. E parlando di eventuali riduzioni di pena, ritorna in ballo l'associazione giocatori.
Come detto, nonostante un silenzio di facciata c'è molto malumore per l'accaduto, soprattutto per quanto riguarda il discorso sicurezza nel rettangolo di gioco, ci sono pezzi da novanta (Shaq Garnett McGrady Iverson e molti altri) pronti a scendere in campo a fianco di Ron.
Soprattutto Shaq sembra il condottiero di questa campagna sotterranea. Lui ha detto chiaramente che se Artest ha sbagliato in passato doveva essere punito allora, magari si sarebbe prevenuto l'accaduto e comunque non gli si sarebbe fatto pagare nel presente colpe passate. Attenzione, perchè avere la completa solidarietà dei giocatori nell'NBA di fatto può voler dire avere il coltello dalla parte del manico.
Le stesse sanzioni commissionate ai tre Pacers sono abbastanza strane e discordanti in linea di massima. Secondo me il più folle è stato Stephen Jackson che fino a che la rissa era in campo era l'unico che continuava a cercare la rissa, e poi senza che nessuno lo avesse provocato è andato in tribuna a dispensare cazzotti. Diversa la situazione di O'Neal autore di un gesto sconsiderato, però pare che alcune immagini potrebbero in parte scagionarlo a favore di David Harrison, così almeno sostiene la polizia di Detroit. E poi il signor Ben Wallace cosa avrebbe fatto per meritarsi sei partite, la sola reazione nei confronti di Artest ne può giustificare una, ma il resto, insomma ci sono cose poco chiare.
Tutto quello scritto non vuole minimamente giustificare ogni forma di violenza, ma semplicemente far pensare un attimo a cosa potrebbe succedere a chiunque in quei momenti, ma la cosa che alla fine lascia di più l'amaro in bocca è il fatto che i canali ufficiali dell'NBA ci hanno tentato di proporre un'unica verità , la loro, ma la loro verità in alcuni frangenti fa acqua da tutte le parti,e puzza da lontano un miglio di affare commerciale.
Intanto pare che Ron Artest, Stephen Jackson e Jermaine O'Neal, affideranno ogni tipo di ricorso contro le squalifiche, ai legali messi in campo dall'associazione dei giocatori, ben sapendo che qualcosa si otterrà non tanto nei casi di Jackson e O'Neal, a cui magari verrà scontata qualche giornata, ma nel caso di Artest, a cui con ogni probabilità sarà concesso di giocare gli eventuali playoff, ed ancora una volta Stern potrebbe aver visto lontano, immaginatevi voi una bella serie di playoff tra Indiana e Detroit …. lo share allora andrà alle stelle !